All Music Italia vi parla oggi di un nuovo libro pubblicato da un musicista. L’ennesima presenza in libreria che questo giro tocca al discusso Morgan, che ha da poco lanciato (e promosso dal bancone dei giudici di XFactor, attività di ripiego – avendo perso tutti i propri concorrenti – che ha scatenato le ire del collega Fedez, concentrato sulla gara) la propria autobiografia Il libro di Morgan – Io l’amore, la musica, gli stronzi e Dio, edito da Einaudi, che porta tutto il genio e tutta la sregolatezza di Marco Castoldi, simbolo dei giudici da talent del nostro paese: il primo, il più longevo, quello capace di ottenere più vittorie, di generare più discussioni con il suo profilo volutamente colto e “alto”, che si è mischiato al “basso” della tv popolare, una contaminazione della quale Morgan sembra essere tanto pentito quanto intrappolato, specie ora che il veloce metabolismo dei gusti televisivi, sembrerebbe averlo abbandonato, a favore di atteggiamenti altrettanto forti ma innovati come quello del “nemico” Fedez.
La televisione ha portato Morgan al grandissimo pubblico, in passato era apprezzato in quanto leader dei Bluvertigo, compagno dell’attrice Asia Argento e autore di alcuni tra i più riusciti tributi a Fabrizio De Andrè, tutte attività artistiche (ad esclusione del rapporto con la figlia di Dario Argento) lodevoli ma non capaci di fornire la fama trasversale arrivata solo grazie ad XFactor, il fenomeno sociale che oltre alla popolarità gli regala una gran bella sicurezza economica che stando alle parole dell’artista, come nel migliore dei luoghi comuni, non dà la felicità:
“…ormai sono nel meccanismo, che non è solo economico, è tutto un sistema di interessi convergenti che orbitano intorno alla mia persona, e io non sono abbastanza forte da svincolarmene. E sono completamente schiavo…”
Morgan racconta che ogni puntata del talent, lo destabilizza e lo costringe a passare momenti di totale isolamento, a causa di un disagio e una vergogna descritta con la frase: “…la tv ha reso un pagliaccio anche me…”. L’ultimo dei conflitti interiori offerti alla platea televisiva, iniziati dopo le prime tre edizioni di XFactor, quando ammise candidamente a margine di un’intervista l’utilizzo di droga, svista che gli costò la partecipazione già annunciata al Festival di Sanremo 2010, un embargo al quale attribuisce la responsabilità della mancata svolta della sua carriera da musicista. La voglia di essere considerato solo un musicista che fa a pugni con la gloria portata solo dalla televisione, unico nutrimento dell’ego di un uomo segnato dal suicidio del padre che “…si è tolto la vita a 46 anni anche perché la sua vanità non era appagata, incapace di sopravvivere dovendo mantenere sé e i suoi familiari in ristrettezza economica…” . Un segno indelebile che genera mostri e condiziona l’esistenza di Morgan, intrappolato nell’incapacità di creare una propria armonia familiare, costretto a rimpiangere i giorni insieme all’ex compagna Asia Argento e la loro bambina, “…un periodo, a Milano, l’unica famiglia che io sia mai stato in grado di avere in vita mia. Una famiglia semplice, come dovrebbero essere tutte le famiglie…” che ben presto svanisce.
Un libro intriso di malinconia che saprà conquistare i fan dello storico giudice del talent, che in quest’edizione non è stato in grado di replicare i fasti del passato, quando riuscì a trionfare nella prima pioneristica edizione con il gruppo degli Aram Quartet, con il maturo talento di Matteo Becucci, con il fuoriclasse Marco Mengoni, fino al ritorno in casa sky con la vittoria del talento puro di Chiara e con la personalità intrigante del giovane Michele Bravi. Un’annata nera come quella della quinta edizione, la prima su Sky, dove non portò in finale nessuno dei suoi ragazzi, ma trovò l’amore, breve e tormentato, con la concorrente Jessica Mazzoli, che ha regalato la secondogenita Lara al tormentato artista.
Per i “non-fan” resta un racconto interessante di un’artista inquieto, un uomo di 41 anni in perenne conflitto: la musica come unica ragione di vita, la ricerca di un riconoscimento artistico di livello, al pari dei fornitori delle citazioni colte alle quali ci ha abituato, rinchiuso in una gabbia dorata dove si trova inghiottito con la sua arte del suo personaggio televisivo, con la consacrazione artistica che sembra non arrivare mai, lasciando la Tv come ripiego in grado di sfamare parzialmente il suo ego.