A cinque anni di distanza dalla sua partecipazione alla 69esima edizione del Festival di Sanremo con “Abbi cura di me” – brano che gli è valso il premio della critica Sergio Endrigo per la miglior interpretazione e il premio Giancarlo Bigazzi (assegnato dall’Orchestra) per la miglior composizione musicale -, Simone Cristicchi torna con undici tracce inedite, racchiuse all’interno di un nuovo album dal titolo “Dalle tenebre alla luce“.
Ad anticiparne l’uscita due singoli: “Il clandestino“, “legato” all’omonima serie TV RAI con protagonista Edoardo Leo, e “Sette miliardi di felicità” (da oggi, venerdì 14 giugno, in rotazione radiofonica).
“Che sia un improvviso risveglio, una piccola soddisfazione o uno stato di grazia, la ricerca di una felicità autentica sembra il motore pulsante dell’essere umano. In fondo, nonostante le contingenze della quotidianità, siamo tutti cercatori di quella chimera. E in quanto esseri unici e irripetibili, non possiamo che ambire a una felicità personale che rispecchi la nostra visione della vita. Ecco perché non può esistere ‘una’ sola felicità, ma sette miliardi. Una felicità diversa per ogni abitante consapevole di questo pianeta”.
SIMONE CRISTICCHI racconta “DALLE TENEBRE ALLA LUCE”
“L’ ‘occhio di Dio’ (Helix Nebula NGC7293) che appare nella cover dell’album, catturato da Andrea Arbizzi in una tanto attesa notte d’estate, è uno degli esempi più spettacolari di nebulosa planetaria creata da una stella morente. Un vero e proprio dipinto a colori sulla tela misteriosa dell’universo, dove anche una stella che ha cessato di brillare lascia nello spazio infinito la sua firma luminosa.
Le stelle ci attraggono da sempre, così come ciò che si nasconde dentro di noi. La stessa parola ‘desiderio‘ (dal latino de-sidera) significa ‘mancanza di stelle‘. Ogni volta che desideriamo qualcosa, è come se sentissimo una separazione da una primordiale totalità, una nostalgia delle stelle, di qualcosa di lontano e inaccessibile. Forse la nostra esistenza terrena è un tentativo di colmare l’abisso che ci separa da quel mondo invisibile.
‘Non nisi in obscura sidera nocte micant’ lasciò scritto San Benedetto da Norcia, nella grotta dove si ritirò da eremita. ‘Solo nella notte oscura brillano le stelle’. Forse il nostro compito è riuscire ad intercettare tutto ciò che brilla nell’oscurità, riconnettendoci alla parte più autentica in noi: quella scintilla divina che ci permetta di trasumanar, di andare oltre l’umano, oltre la materia e anche oltre questo mondo.
Ringrazio il de-siderio che mi ha portato fin qui, che ha mosso ogni mio pensiero e azione. Ringrazio l’energia invisibile che mi ha sostenuto, ogni volta, a un passo dal precipizio. Ringrazio per l’affetto immenso che ho ricevuto e la pazienza con cui mi avete aspettato, come un fotografo attende per anni prima di scattare un’immagine irripetibile. Ringrazio tutte le persone che mi hanno donato incondizionatamente un frammento di sé.
Le canzoni che ho qui raccolto raccontano la mia vita in questi anni, i miei cambiamenti, la mia personale evoluzione. Sono il mio sguardo ancora stupito. Il mio luminoso occhio sul mondo. La mia piccola firma di luce nell’oscurità“.
Foto di copertina di Giorgio Amendola