14 Ottobre 2024
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14 Ottobre 2024

Intervista a Folcast: “Mia figlia ha migliorato tutti i miei piani, senza sconvolgerli”

L'EP è un lavoro autobiografico sul conflitto interiore tra il desiderio di isolamento e il bisogno di connessione, tra la fatica e il conforto

Folcast Tutti I Miei Piani
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Disponibile in tutti i digital store da venerdì 4 ottobre, Tutti I Miei Piani è il nuovo EP di Folcast: un lavoro autobiografico sul conflitto interiore tra il desiderio di isolamento e il bisogno di connessione, tra la fatica e il conforto.

Ma non è tutto! Il disco – che verrà presentato con due live in full band curati da OTR Live, che si terranno il 5 dicembre al Biko di Milano e il 21 dicembre al Largo Venue di Roma – racconta infatti anche il coraggio di sbagliare, nonché la curiosità di meravigliarsi e la resilienza nell’affrontare le ferite. Folcast non si sofferma però sul dolore, ma mostra come in ogni esperienza ci sia un’opportunità per riflettere e crescere, arricchendo non solo il suo cammino, ma anche il nostro.

“Se mi dovessi fermare a pensare al percorso, a tutto quello che mi ha portato fino a qui, mi dico che in fondo la maggior parte delle volte sono stato meglio quando sono stato solo, da solo. Ma poi ci ripenso e rimetto tutto in discussione: credo di star insieme agli altri, ma non sempre di star bene con me stesso. Se penso a quello che c’è dentro, immediatamente mi ritrovo fuori, in mezzo a tutto, a tutti. E combatto con questa continua precarietà.

“Tutti i miei piani” è la mia resa. È il luogo dove mi prendo un po’ in giro e mi chiedo se valga la pena avere una connessione con l’esterno, perché in fin dei conti è un processo complicato e faticoso. Poi mando all’aria tutto, faccio pulizia e mi ricompongo, lasciandomi travolgere dall’ineluttabilità̀ della condivisione.

 Questo disco parte da quello che nasce dalla pancia ma che, per forza di cose, deve uscire e confrontarsi con l’esterno. Parla di rapporti, relazioni, giudizio, nascita e ricostruzione. Parla di me, degli amici, dell’amore che salva e non lascia pezzi. Parla soprattutto di mia figlia e di come la sua nascita abbia sconvolto tutto, per poi riposizionarlo nel migliore dei modi, riempiendo i vuoti, le crepe e le distanze. Mia figlia è la rivelazione che mi ha reso più forte, duro, tenace e sicuro di me. Lei mi ha restituito tutto intero e mi ha fatto conoscere un nuovo modo di stare insieme”.

“TUTTI I MIEI PIANI”, INTERVISTA A FOLCAST

Il 4 ottobre è uscito il tuo nuovo EP, Tutti I Miei Piani. Come stai vivendo questi primi giorni dopo l’uscita?

Devo dire che sono contento di come sta andando e di come sta girando il disco. Sono rilassato. E poi, con l’uscita dell’EP, posso finalmente tornare a suonare live, che è la cosa che più mi piace fare.

Tutti I Miei Piani: un titolo che mi fa venire in mente tutte quelle volte in cui facciamo tanti progetti e poi arriva qualcosa che sconvolge tutti i nostri piani. Nel tuo caso è la nascita di una bambina e, a questo proposito, tu hai recentemente dichiarato: “Lei mi ha restituito tutto intero“.

Non è che prima stavo a pezzi. Però, da quando sono diventato papà, mi sento molto più deciso in alcune cose. Rispetto al passato, mi sento più intero, più integro. Non che prima fossi in uno stato catastrofico, ma la nascita di mia figlia mi fatto sicuramente molto bene.

Quindi, è stato un cambiamento del tutto positivo…

Sì, non ha assolutamente sconvolto tutti i miei piani. Piuttosto, mi ha dato altri punti di vista su quello che faccio e su come vivo determinate situazioni, rimettendo in ordine di importanza determinate cose. Grazie a lei mi sono reso conto che ci sono delle cose alle quali va attribuito il giusto peso.

Folcast che papà è?

Secondo me sono un bravo padre, nel senso che sono molto presente e cerco di dedicarmi a lei nel migliore dei modi. Poi, ovviamente, ci sono dei periodi in cui sono un po’ più assente perché devo fare determinate cose. Però, cerco sempre di mantenere un contatto. D’altronde, una bimba vuole attenzioni. Non è un tamagotchi, che puoi spegnere quando non non hai più voglia. Bisogna essere presenti ed io per lei cerco di esserci sempre.

Insomma, tua figlia ha migliorato i tuoi piani, senza stravolgerli. Ma non è la sola. Ci sono infatti le persone di cui canti in Nuovo Anno, quelle che ti fanno innamorare di loro e ti curano come fossero delle pillole, che ti fanno pensare di poterti fidare e lasciare andare.

Sì, io non penso di essere una di queste persone, però ne ho davvero tante intorno. Ci sono infatti delle persone in grado di calmarmi o che, comunque, riescono a farmi stare meglio, aiutando a fare delle considerazioni che da solo non potrei mai fare. In questo senso, sono molto fortunato.

C’è una persona nello specifico alla quale hai voluto dedicare questa canzone?

In realtà no. Onestamente, l’ho scritta pensando che potesse cantarla un’altra persona. Mentre la scrivevo, avevo sì in mente una persona, ma ragionavo più su una cosa che potesse veramente essere compresa dalla persona per la quale stavo scrivendo. È un po’ un gioco della mente. Poi, chiaramente, posso ricondurre questo brano a dei soggetti ben precisi, ma l’idea iniziale non era questa.

Tutti I Miei Piani è un lavoro autobiografico che parla di un conflitto interiore, che sembra piuttosto un percorso dalla solitudine all’incontro. E fino ad ora abbiamo sempre e solo parlato di incontri, ma c’è anche la solitudine…

Sì, evidentemente è un percorso. Io parlo di lotta perché comunque il conflitto c’è. Ci sono giorni in cui vorrei solo farmi i cavoli miei e non avere a che fare neanche con mia figlia, cosa che non è possibile, mentre altri (la maggior parte) ho voglia di stare insieme ad altra gente. È una lotta, sempre presente dentro di me.

Nel disco c’è dunque il racconto di un percorso, ma c’è anche tanta contraddizione. È un disco che fotografa alcuni momenti del passato, che continuano però a riproporsi anche nel presente.

Tornando agli incontri, ci racconti com’è nata la collaborazione con Carlo Amleto?

Ci siamo conosciuti tanti anni fa ad una presentazione dei Calibro 35, che avevano lavorato alla colonna sonora di Blanca. Ero andato lì perché il produttore di questo mio ultimo EP, così come di alcuni miei vecchi progetti, è Tommaso Colliva, ovvero il fondatore dei Calibro 35.

A distanza di tempo, ho proposto a Carlo un cameo in Manifesto Egoista e lui ha messo la sua parte, il TG 0, che è uno dei suoi cavalli di battaglia. È stato molto figo lavorare insieme. Quando ci siamo visti è stato come se ci conoscessimo da sempre. Condividere questa cosa e collaborare con lui è stato molto molto divertente. Lo ringrazio molto per questo.

Continuando l’ascolto del disco arriviamo a 8 di mattina, brano in cui ci ricordi il potere delle parole, spesso in grado di infliggere ferite tanto profonde quanto è grande l’affetto che nutriamo per chi le pronuncia.

Sì, esatto. Questo è un appello che faccio anche a me stesso. Bisogna pesare minuziosamente tutto quello che si desidera dire e che esce poi dalla bocca, perché talvolta sarebbe davvero meglio restare in silenzio.

Il 5 e il 21 dicembre potremmo finalmente ascoltare live Tutti I Miei Piani dapprima a Milano e successivamente a Roma. Al di là di questi due concerti, quali sono i tuoi piani? Queste date rappresentano delle anteprime di un tour ben più lungo?

Al momento il focus è su queste due date. Chiaramente, è una cosa che si andrà ad allargare. Per ora queste sono le uniche date che mi vedranno accompagnato da una band. Ma ci saranno anche delle date in solo, che annunceremo prossimamente. Tra queste, quella del 9 novembre sul Trasimeno, al Centro Panta Rei.

Questo disco contiene sette tracce. Se lo dovessi riassumere in sette parole, quali sceglieresti?

TENEREZZA, RABBIA, ANIMA, CALEIDO, VULCANO, CONDIVISIONE e PIANI.


Foto di copertina di Fabrizio Iozzo