7 Novembre 2024
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7 Novembre 2024

Tananai abbandona la leggerezza e abbraccia il cantautorato. La recensione di “Calmocobra”

Tananai è veramente diventato pop? Approfondiamo meglio il suo nuovo album

Tananai Calmacobra Copertina Recensione
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Tananai, la recensione del nuovo album, “Calmocobra“, a cura di Alvise Salerno.

Immaginate di stare guidando, in moto, in un’autostrada a due corsie. Mantenete la destra e viaggiate spediti ma, ad un certo punto, iniziate a trovare delle code sia nella vostra corsia sia in quella di sorpasso.

Difficile superare chi vi precede ma sfruttate uno spazio e riuscite, tornando subito a destra. Iniziate ad accumulare un po’ di ritardo sulla tabella di marcia, non eccessivo, che vi costringe a rivedere un po’ i piani.

Arrivati, quasi, a destinazione ecco l’ingorgo. Cercate in tutti i modi di immettervi sulla corsia di sorpasso ma c’è sempre qualcun altro che sopraggiunge e che vi tiene lì, bloccati.

Siete sempre più in ritardo e allora decidete di tentare il tutto per tutto, l’all in: manovra azzardata e non necessaria, superate ma rischiate l’incidente. Arrivate finalmente a destinazione ma siete sudati, ancora presi dalla botta e per nulla contenti.

Ecco, adesso traslate questa immagine ai punti di partenza e di arrivo di Tananai. Si parte da “Rave, Eclissi” e si arriva a “Calmocobra“. Partenza col botto, entusiasmante e senza sbavature. Si ingrana la marcia e si va dritti.

A un certo punto uno stop “per vivere la vita”, ma fin lì tutto ok. Poi arriva “Veleno” ed ecco il primo ingorgo che rallenta tutto, però si riesce a sorpassare e si va avanti. “Ragni” è il secondo blocco, con anche degli errori sulla consecutio temporum da penna rossa (“mi fermerei, gli avrei spaccato il naso“).

Calmocobra” è il completamento del tragitto. Tortuoso, pieno di spine e non del tutto soddisfacente.

Nel tragitto c’è anche “Storie Brevi” ma che, per l’appunto, è una storia molto breve che si chiude nello spazio di un’estate dove il vantaggio più grande è stato raccattare lungo il tragitto un passeggero che conosce bene la strada e che, a conti fatti, è ciò che ha mantenuto alto il livello d’attenzione di tutto il lavoro.

TANANAI CALMOCOBRA LA RECENSIONE

Se parliamo di Tananai  e di questo suo nuovo album non possiamo non considerare tutta la strada fatta fino a questo momento ma esiste anche un’altra chiave di lettura, che è quella della singola esperienza d’ascolto.

Proviamo a metterci nei panni di qualcuno che non abbia mai ascoltato “Rave, Eclissi“, scevro da qualsivoglia condizionamento passato, ed è lì che troviamo la chiave di volta.

Estrapolato dal percorso totale, “Calmocobra” è un album pop cantautorale con una sua grande dignità, con testi leggeri ma efficaci. Storie d’amore raccontate in modo semplice, con immagini chiare nella mente e negli occhi (“c’era Italia-Inghilterra nel bar“, cit. “Guarda Cosa Hai Fatto“) che restituiscono un Alberto adulto e maturo.

C’è voglia di migliorarsi nel canto e cambiare nella scrittura, è palese, oltre al desiderio di far capire a tutti che “Not For Us” è definitivamente alle spalle, così come brani in stile “Baby Goddamn” o “Pasta“.

Adesso c’è “Vaniglia“, c’è “Punk Love Storia“, c’è la tristezza quasi d’altri tempi di “Nessun Confine“, ci sono dei riferimenti chiari alla scrittura dei padri dell’itpop del 2016, c’è la maturità di un quasi-trentenne che sembra non volere più voltarsi indietro.

Sapete qual è il problema di “Calmocobra“? Forse che non siamo abituati a vedere e sentire Tananai in questa veste un po’ più patinata e abbiamo bisogno di tempo per capirla del tutto. Una partenza mentalmente diesel, esattamente come quella dei primi due singoli estratti dal progetto.

E allora tra la prima strada, dove si analizza il percorso e la differenza tra un album oggettivamente completo e generazionale e un altro fatto bene ma molto statico e senza particolari guizzi, e la seconda, dove invece si riparte da zero, esiste una via di mezzo?

Probabilmente sì ed è quella più scontata: Tananai è diventato pop, vuole fare quello e sta cercando di farlo al meglio delle proprie possibilità. Augurargli il meglio è l’unica cosa da fare. Senza pretese, esattamente come “Calmocobra“.

Brani migliori: Veleno, Punk Love Story
Brani peggiori: Ragni, Androne


TRACKLIST

  1. FANGO
  2. BOOSTER
  3. RAGNI
  4. PUNK LOVE STORIA
  5. ANDRONE
  6. VANIGLIA
  7. GUARDA COSA HAI FATTO
  8. VELENO
  9. NESSUN CONFINE
  10. STORIE BREVI con ANNALISA
  11. MARGHERITA