6 Dicembre 2024
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6 Dicembre 2024

Il futuro del Festival di Sanremo secondo l’Avvocato Falcone: cosa potrebbe succedere dopo la sentenza del TAR Liguria?

La sentenza del TAR ha scatenato il dibattito in rete, "Rai sì, Rai no".

Festival di Sanremo Rai Tar
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Dopo la sentenza del TAR Liguria, che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai per l’organizzazione del Festival di Sanremo e stabilito che il Comune dovrà ricorrere a una gara pubblica per le edizioni future, in rete è scoppiato il caos. Molti si chiedono cosa potrebbe accadere nel 2026.

Per fare chiarezza, abbiamo chiesto al nostro esperto di fiducia, l’avvocato Fabio Falcone, specializzato in Musica, Discografia e Diritto d’Autore. Fabio, che cura per noi la rubrica Dillo all’Avvocato (ed è anche un talentuoso cantautore con La Differenza e come Pianista Indie), ci aiuterà a capire, con un linguaggio semplice e chiaro, cosa sta succedendo.

Lasciamo quindi la parola a lui.

FESTIVAL DI SANREMO: RAI SI, RAI NO

Ciao, sono l’Avvocato Fabio Falcone e oggi voglio parlarvi di una recente decisione che riguarda uno degli eventi musicali più amati in Italia: il Festival di Sanremo. Forse hai letto
anche tu che il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai.

Ma cosa significa esattamente e quali saranno le conseguenze per le prossime edizioni ? Scopriamolo insieme in modo semplice e chiaro.

Perché il Festival è sempre stato trasmesso dalla Rai ?

Il Festival di Sanremo è nato nel 1951 e fin dalla sua prima edizione è stato trasmesso dalla Rai. Inizialmente l’evento veniva diffuso solo via radio ma dal 1955 è approdato anche in televisione, diventando un appuntamento fisso per milioni di italiani.

Questa lunga collaborazione ha reso il Festival e la Rai praticamente inseparabili nella percezione del pubblico.

Tuttavia è importante sapere che il marchio “Festival della Canzone Italiana” appartiene al Comune di Sanremo che ne detiene la piena proprietà. La Rai non è quindi “proprietaria”
del Festival, ma ha avuto il compito di organizzarlo e trasmetterlo grazie a convenzioni stipulate con il Comune.

Una convenzione è semplicemente un accordo ufficiale tra due parti, in questo caso tra il Comune e la Rai. In pratica, il Comune autorizzava la Rai a usare il marchio del Festival e ad occuparsi dell’organizzazione.

Recentemente, però, questo modello di gestione è stato messo in discussione dalla sentenza del TAR della Liguria, che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai senza una gara pubblica. Questo ha sollevato dubbi su come il Festival potrebbe essere gestito in futuro, aprendo potenzialmente la strada a nuovi scenari e a una maggiore concorrenza.

Cosa ha deciso il TAR e cos’è una gara pubblica ?

Il TAR della Liguria ha stabilito che il Comune di Sanremo non può più affidare direttamente l’organizzazione del Festival alla Rai senza una gara pubblica. In pratica, per le edizioni a partire dal 2026, sarà necessario indire una gara aperta a tutti gli operatori interessati, garantendo così trasparenza e concorrenza.

Una gara pubblica è come una competizione aperta, dove chi vuole partecipare deve presentare la propria proposta.

Provo a spiegarlo con un esempio. Immaginate una gara pubblica come a un casting per scegliere il protagonista di un film. Il regista (in questo caso il Comune) pubblica un annuncio e invita tutti gli attori interessati a partecipare. Ogni attore (le aziende) presenta la propria candidatura, mostrando il proprio talento e le idee.

Alla fine, il regista sceglie chi ha fatto l’audizione migliore e che rispetta meglio i requisiti richiesti.

Nel caso del Festival di Sanremo, il Comune esaminerà le proposte di diverse aziende, valutando chi offre il progetto più vantaggioso in termini di qualità e costi, seguendo regole chiare e trasparenti.

Perché questa decisione ?

La sentenza è arrivata dopo un ricorso presentato da Just Entertainment (JE), una società che si occupa di produzione e realizzazione di eventi e opere musicali. JE aveva manifestato interesse a organizzare il Festival ma il Comune aveva rinnovato l’accordo con la Rai senza una gara pubblica.

Questo ha portato JE a presentare il ricorso, sostenendo che l’affidamento diretto fosse ingiusto e contrario alle regole di trasparenza richieste per questo tipo di incarichi.

Marchio vs. Format: qual è la differenza ?

Un punto chiave della questione riguarda la distinzione tra “marchio” e “format”.

Il marchio è il nome “Festival della Canzone Italiana“, che appartiene al Comune di San Remo. È come il nome di un ristorante famoso, ad esempio “La Tavola Italiana“. Il nome identifica il ristorante e lo rende riconoscibile a tutti.

Il format è il modo in cui il Festival viene organizzato e presentato in TV. Nel nostro esempio del ristorante, il format sarebbe il menù e il modo in cui i piatti vengono serviti, è qualcosa che chi gestisce il ristorante (in questo caso, la Rai) decide.

La Rai sostiene che il marchio e il format siano inseparabili, cioè che non si possa avere il nome “Festival della Canzone Italiana” senza fare il Festival esattamente come lo fa la
Rai. Il TAR, però, ha deciso che non è così.

È un po’ come dire: “Anche se il ristorante si chiama sempre ‘La Tavola Italiana’, un nuovo chef potrebbe cambiare il menù e lo stile di servizio, mantenendo lo stesso nome ma proponendo un’esperienza diversa”.

Cosa succede per le prossime edizioni del Festival di sanremo?

  • Edizione 2025: Nonostante la sentenza, l’edizione del 2025 si svolgerà regolarmente sotto la gestione della Rai. Il TAR ha ritenuto che cambiare organizzatore con così poco preavviso sarebbe complicato e irragionevole.
  • Edizioni dal 2026 in poi: A partire dal 2026, il Comune di San Remo dovrà indire una gara pubblica per l’organizzazione del Festival. Questo significa che non solo la Rai, ma anche altre emittenti o organizzatori potranno partecipare e presentare le loro proposte.

Il futuro del Festival: potrebbe davvero non essere più affidato alla Rai ?

La sentenza del TAR Liguria ha sicuramente aperto uno scenario nuovo, ma non è così semplice dire che il Festival non sarà più affidato alla Rai.

Dal 2026 in poi, il Comune di San Remo sarà obbligato a indire una gara pubblica per scegliere chi organizzerà l’evento. Questo significa che anche altri soggetti, come Mediaset, Sky, Amazon, Netflix o Discovery, potrebbero proporre le loro idee e progetti.

Tuttavia, bisogna ricordare che questa sentenza è ancora di primo grado e potrebbe essere oggetto di ricorsi da parte delle parti coinvolte. La Rai ha già espresso l’intenzione di impugnarla, il che potrebbe allungare i tempi e introdurre ulteriori variabili su come sarà organizzato il Festival in futuro.

La Rai parte comunque da una posizione molto forte. Negli anni ha consolidato il suo format del Festival, costruendo una tradizione che è diventata familiare per il pubblico. Inoltre, la Rai ha risorse e una struttura già pronte per gestire un evento di questa portata, cosa che potrebbe rappresentare un vantaggio in una gara pubblica.

Quindi, anche se esiste la possibilità che in futuro il Festival non venga più affidato alla Rai, è più probabile che l’azienda continui a gestirlo, magari adattandosi a nuove regole e competendo con altri per aggiudicarsi l’organizzazione.

La certezza arriverà solo con la conclusione dei ricorsi e, successivamente, con la prima gara pubblica.

Avvocato Fabio Falcone