10 Gennaio 2025
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10 Gennaio 2025

“L’albero delle noci mi suggerisce le canzoni”: Brunori Sas tra aneddoti e ispirazioni del nuovo disco annuncia una data al Circo Massimo

Il cantautore calabrese in un incontro denso di ironia ed emozioni.

Brunori SAS L'albero delle noci, il racconto del suo nuovo disco
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Brunori SAS L’albero delle noci incontro con la stampa

All’Après-coup Milano si respira aria di casa, ma anche di Sud, di storie e di radici profonde. In questa cornice, tra piatti dedicati alle noci e sapori che ricordano il su, Dario Brunori, in arte Brunori SAS, accoglie un gruppo di giornalisti per presentare il suo nuovo progetto: il disco “L’albero delle noci” e il brano che porterà al Festival di Sanremo. L’atmosfera è intima, quasi confidenziale, e Dario è uno splendido padrone di casa, capace di incantare con la sua narrazione ironica e autoironica.

Una chiacchierata tra rami e radici

Questo disco nasce da due anni di sottrazioni, ci racconta Dario. “Ho cercato di sfrondare i rami secchi, di lasciare spazio all’essenza. È un po’ come l’albero delle noci che sta di fronte a casa mia: ci parlo spesso, mi suggerisce le canzoni”. Non è solo una metafora, ma una dichiarazione d’amore per la sua terra e per il tempo passato a cercare l’autenticità.

Con il suo inconfondibile sorriso, Dario confessa che questo lavoro è stato un ritorno alle radici. Se Cip! era un disco sospeso tra cielo e terra, questo è più radicato. L’abbiamo scritto nella mia azienda agricola in Calabria, tra lunghe chiacchierate e sessioni di registrazione. Avevo bisogno di un luogo che mi facesse sentire a casa, ma anche libero di sperimentare.

L’albero delle noci è di fronte casa sua, lo vediamo in una foto, e come farebbe un vero cantastorie afferma: “È l’albero che mi suggerisce le canzoni, io mi fermo ad osservarlo

Brunori SAS L’albero delle noci – Un racconto tra luci e ombre

Dario non si sottrae ai temi personali. La nascita della sua figlia Fiammetta ha influenzato profondamente il disco. Non volevo fare la classica canzone – parla de L’Albero delle Noci – da padre che canta alla figlia. Ho cercato di esplorare anche le inquietudini, le ombre che accompagnano una rivoluzione personale così grande. Ma l’album non si limita a questo: parla di tempo, di cambiamento, di tutto ciò che ci rende umani.

Riccardo Sinigallia, il complice perfetto

Non si può parlare di questo disco senza menzionare Riccardo Sinigallia, che ha curato la produzione artistica.

Lavorare con Riccardo è stato come avere un terapeuta. Mi ha spinto a scavare sotto la superficie della felicità apparente, a trovare qualcosa di autentico. Il nostro rapporto è stato fondamentale per questo progetto: abbiamo condiviso tutto, dai silenzi ai dubbi più profondi.

Sanremo e il coraggio di esporsi

L’annuncio della partecipazione a Sanremo arriva con una nota di ironia, ma anche di consapevolezza.

È un atto di coraggio. Mi espone a nuove sfide e mi permette di portare la mia musica a un pubblico che magari non mi conosce. Mi piace questa idea di tornare debuttante, di mettermi alla prova.

Il brano in gara non è solo un pezzo sulla paternità, ma un viaggio tra stagioni della vita e inquietudini, scritto di getto in una notte.

Tra Tony Effe e la violenza nella musica

Non mancano riflessioni sul panorama musicale attuale. Parlando di artisti come Tony Effe, Dario osserva:

La musica è uno strumento per affrontare tematiche scomode. Anche io, con Colpo di pistola, ho cercato di esplorare certi aspetti della violenza. Meglio parlarne che reprimerlo. La musica può dare voce a ciò che non vogliamo vedere.

Le canzoni e il cuore del disco

Durante l’incontro abbiamo avuto il privilegio di ascoltare alcune canzoni del nuovo album: Per Non Perdere Noi e Pomeriggi Catastrofici sono davvero commoventi per ragioni diverse. e un altro brano che ha mostrato un lato più sperimentale del progetto. Dario ha sottolineato quanto Per Non Perdere Noi sia centrale nel disco:

È una canzone molto importante per me, questo pezzo, insieme a “Pomeriggi Catastrofici”, rappresenta la vena più cantautorale dell’album, mentre il terzo brano ha dato un assaggio di quelle imperfezioni ricercate che rendono il progetto vivo e autentico.

Sperimentazioni e imperfezioni

La sperimentazione è stata una chiave di questo disco. Alcune tracce sono state registrate al cellulare, per catturare la magia del momento, altre senza click per mantenere una dimensione più naturale.

Abbiamo cercato di non ripulire troppo. La perfezione non sempre è autentica. Volevamo che il disco fosse vivo, come una fotografia del momento.

Dario Brunori, con la sua capacità di raccontare, ha trasformato una semplice presentazione in un viaggio tra parole, musica e sapori. E quando ci parla di quell’albero di noci, viene voglia di credergli: che davvero da lì nascano canzoni.

Come ciliegina sulla torta ci annuncia il concerto al Circo Massimo il 16 giugno.

Delle tante canzoni venute fuori, ne abbiamo scelte dieci, quelle che ci sembravano più solide ed emozionanti e che messe insieme formano un racconto coerente. Tre di queste, sono registrazioni fatte da me col cellulare a pochi minuti dalla composizione, con tutti gli errori, gli inciampi, le esitazioni, i sorrisi, i sussulti e lo stupore del caso. Perché di questo volevo parlare, perché di questo volevo cantare. Buon ascolto

Qui la nostra videointervista di approfondimento.

Foto in copertina: Toni Thorimbert