In una recente intervista al settimanale Vero TV Paolo Limiti non si è risparmiato dal criticare uno dei giovani artisti più apprezzati e seguiti della musica italiana al momento, Marco Mengoni. Il celebre personaggio televisivo e noto intenditore di musica e cinema ha criticato il repertorio dell’artista romano che a suo dire non renderebbe giustizia al suo talento.
In realtà la critica a Mengoni fa parte di un discorso più ampio che trova radici nella mancanza di qualità e vuoto culturale che secondo Limiti ha colpito le nuove generazioni sotto ogni aspetto artistico. Nello specifico il suo pensiero parte dal mondo dei talent con le seguenti parole…
“…In sé questi programmi sarebbero anche delle buone vetrine per i giovani artisti. Però mancano i buoni pezzi musicali da cantare. In ogni caso non rappresentano una vera novità: già negli anni Cinquanta Nunzio Filogamo presentava Il microfono è vostro, un programma che dava la possibilità a chiunque di salire sul palco e cantare…”
Per quanto riguarda Mengoni il conduttore lo definisce una eccezione anche se non risparmia certo le sue canzoni, dichiarando ciò…
“…Qualcuno molto bravo c’è. Parlo per esempio di Marco Mengoni, che però non dispone purtroppo di un repertorio all’altezza del suo talento. Ripeto, mancano bravi autori, produttori, case discografiche lungimiranti. Un artista può anche essere talentuoso ma, se poi non ha la possibilità di affidarsi a una macchina che funziona, non arriva da nessuna parte…”
Infine Limiti pone una riflessione personale sui motivi principali secondo i quali a suo avviso si è verificata un cambiamento in negativo nello scenario artistico italiano…
“…Credo che ci sia stata un’evoluzione in negativo. Quello che è appena iniziato è un secolo di decadenza artistica in tutti i settori, non solo nella musica. Negli ultimi decenni è cambiata la nostra società e abbiamo vissuto un vuoto culturale. Le nuove generazioni non hanno a disposizione punti di riferimento a cui ispirarsi. In più c’è una grande mancanza di scolarizzazione: se un artista non studia la storia della musica non potrà mai raggiungere dei traguardi…”