24 Febbraio 2025
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24 Febbraio 2025

AMI LEGACY: Syria e il coraggio di “Un’altra me”. Un disco indie prima dell’indie

Nel 2008 Syria realizzà questo disco unico. Al suo interno anche un inedito di Sergio Endrigo.

Syria: la storia dell’album Un'altra me. Ami Legacy Indie italiano
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AMI Legacy S01 e02: Un’altra me, Syria. Un album che celebra l’indie prima che l’indie stesso inizi a celebrarsi.

Secondo appuntamento con AMI Legacy, la rubrica di All Music Italia, ideata da Massimiliano Longo e curata da Alvise Salerno, nata per raccontare la storia di album italiani che hanno lasciato il segno… o che avrebbero meritato di farlo. Il claim di questa rubrica è “Ogni album ha una storia e noi ve la raccontiamo“.

Come da spoiler nel precedente articolo su un iconico album di Ornella Vanoni, oggi si parla di un disco uscito nel 2008 per Sony Music.

LA MUSICA INDIE in italia

Nella musica italiana esiste un errore di fondo, da qualche anno a questa parte, di cui nessuno parla ed è relativo alla definizione di ‘musica indie’.

Esisteva un tempo, ormai lontano, in cui essere indie voleva dire non avere niente a che fare con i grandi numeri, con le classifiche, con le major. Indie era davvero l’abbreviativo di indipendenti.

Era il tempo dei Marta Sui Tubi, Perturbazione, Tre Allegri Ragazzi Morti, Deasonika e l’elenco potrebbe continuare all’infinito. La linfa vitale di un territorio che non regalava hit clamorose da classifica, probabile motivo per cui le etichette più importanti non ci si avvicinavano nemmeno, ma i cui testi erano di una profondità tale da annichilire qualsiasi tipo di concorrenza autorale.

Scavando ancora più indietro potremmo solleticare la memoria con Afterhours, Verdena, Marlene Kuntz e tutto quel circuito indie che si avvicinava all’alternative rock. Diciamo che loro sono stati i padri fondatori di un genere che si è evoluto fino ai giorni nostri con i vari Gazzelle, Calcutta, Coez e compagnia cantante.

Nel 2016, quando l’indie sembrava solo un lontano ricordo, furono questi nomi (oggi diventati enormi) a far rinascere una forma di indie che poi diventò itpop. Erroneamente, però, si pensa che dai primi anni 2000 fino, appunto, al 2016 non successe nulla in questo settore.

Non è così.

Nel 2008, infatti, ci fu un’artista che decise di prendere alcune canzoni del repertorio dei primi nomi citati in questo secondo appuntamento di AMI LEGACY e di riproporle in una veste inedita. Indie, ma inedita.

Si tratta di Syria e del suo progetto quasi raro e di sicuro di rara bellezza… Un’Altra me.

un’altra me, un’altra syria

Questo progetto andò contro qualsiasi ragionamento e ipotesi discografica per lei, considerando che arrivava da album prevalentemente pop tra i cui autori c’erano anche Biagio Antonacci, Gianna Nannini, Jovanotti, Tiziano Ferro, Le Vibrazioni e altri ancora.

La voglia, però, di raccontare una sua parte diversa, quella probabilmente più vera, attraverso la musica più vicina alla propria formazione e alla propria crescita era enorme e fu da questa esigenza che nacquero queste 11 cover.

All’interno della tracklist c’è anche un inedito che, sembra assurdo ma vero, porta la firma di Sergio Endrigo: Momenti. Un testo che è arrivato nelle mani di Syria grazie al dono fatto dalla figlia di Endrigo, Claudia.

E questo brano merita una parentesi a sé stante.

SYRIA e il gioiellino inedito di Endrigo, mOMENTI

La cantante è cresciuta in una famiglia “musicale”, infatti il padre era un noto discografico dell’epoca e, come tutti i discografici, aveva un rapporto diretto con svariati artisti. E’ proprio Syria che ha raccontato di ricordare che da bambina spesso lo vedeva giocare a carte con una signora irruente e un uomo che fumava il sigaro.

I due soggetti in questione erano Mara Maionchi e Sergio Endrigo.

A distanza di svariati decenni, Syria si ritrovò a sfogliare un quaderno di testi inediti di Endrigo e scelse proprio quello di Momenti, arricchendo poi tutto con la produzione affidata a un altro musicista della scena indie e cioè Cesare Malfatti (La Crus).

Di seguito le dichiarazioni di qualche tempo fa che Syria ha rilasciato in esclusiva proprio a noi:

“Un diamante per me, di rara bellezza che mi arrivò quasi dal cielo: Claudia Endrigo, figlia dell’indimenticabile Sergio, un giorno mi propose di leggere dei testi di suo padre rimasti ancora inediti e scegliere qualcosa che sentissi nelle mie corde, così mi innamorai di uno di questi bellissimi scritti.

Lo proposi al mio produttore che lo musicò e così nacque uno dei pezzi più belli che abbia mai interpretato, e che continuerò a proporre finché canterò.”

Fun fact: questo brano venne presentato nel 2007 a Sanremo con, all’epoca, Pippo Baudo direttore artistico che decise di scartarlo.

UN’ALTRA ME, L’ALBUM di syria

Al di là di questo inedito, parliamo di un disco che oggi definiamo indie ma che ai tempi sfuggiva a qualsivoglia definizione logica, perché la parola ‘indie’ per identificare questo genere neanche esisteva.

Non solo. Questo è un album la cui tracklist non è stata composta in base a chissà quale tipo di presupposto discografico. I brani piacevano personalmente a Syria, non c’era nessun sovrappensiero.

Pensiamo a un brano come Le Paure della band Non Voglio che Clara. Sfido chiunque, esclusi i fan puristi del genere, ad avere anche solo sentito nominare sia la band che il brano. Poco importa, però, perché questa canzone, come tutte le altre del resto, nasconde un’intensità e un messaggio di fondo davvero profondo e che, magari, ha anche ispirato la stessa cantante.

“Per quest’anno vorrei essere una persona nuova” è una delle frasi di questa canzone ed è questo che fece Syria quell’anno. Arrivava da progetti diversi, completamente diversi sotto ogni profilo, e questo cover album le fece vivere quell’anno come una persona/artista nuova.

La sua fu una vera e propria opera di divulgazione musicale. Pensate a The North Pole (La distanza) o ancora Atleticodefina (Il Modo Migliore). Artisti che fecero, a testa, due album tra il 2005 e il 2007 e poi basta, fine dei giochi.

Credo che questo attestato di stima da parte di una protagonista così importante della musica italiana per artisti così tanto di nicchia sia sempre stato un elemento di gioia che ancora oggi resta vivido nella loro memoria.

Le canzoni e gli album di questi artisti meritano un ascolto, meritano una rivalutazione. Syria era avanti anni luce già all’epoca e ne capii il potenziale, oltre che la bellezza, prima di tanti altri.

Syria è un talento raro della musica italiana, una perla che brillerebbe anche nelle grotte più buie e che in questi anni ha raccolto molto meno di ciò che avrebbe realmente meritato.

Se sei capace di spaziare dall’indie al pop fino al pop rock, più rock che pop, vuol dire che sai cantare di tutto e un’artista del genere non può e non deve essere messa in un angolo.

Non lo merita lei, la sua storia e il pubblico sempre affamato di bellezze artistiche.

Titoli di coda

Hanno suonato in Un’altra me: Cesare Malfatti (chitarre e pogrammazione), Leziero Rescigno (Batterie e tastiere), Luca Saporiti (Basso) e Davide Rossi (Archi e Orchestrazione).

Episodi:

  1. La distanza (Northpole)
  2. Prenditi cura di me (Blume)
  3. Le paure (Non voglio che Clara)
  4. Canzone d’odio (Mambassa)
  5. Non dimentico più (Deasonika)
  6. Cenere (Marta sui tubi)
  7. L’antidoto (Mambassa)
  8. 4 gocce di blu (Perturbazione)
  9. Momenti (INEDITO. Sergio Endrigo – Cesare Malfatti)
  10. 1968 (Filippo Gatti)
  11. Terra (Marcilo Agro)
  12. Il modo migliore (Atleticodefina)
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Nel prossimo episodio:
Una delle caratteristiche di Syria è sicuramente quella di essere un’autentica scheggia impazzita per la musica italiana capace di anticipare le “mode”, spesso pagandone il prezzo sulla propria pelle. Istinto e musica hanno un legame fondamentale che, molte volte, non si sposa bene con il mondo discografico. Lo sa bene anche un altro artista che esattamente 10 anni prima di Un’altra me, era il 1998, pubblicava un album che rompeva gli schemi per la terza volta consecutiva su tre dischi pubblicati dando vita ad un disco psichedelico e folle… preparate i pop corn.