Fedez a Pulp Podcast: da Sanremo alle piattaforme streaming, passando per Marta Donà e gli Editor di Spotify.
Nell’ultima puntata di Pulp Podcast, il nuovo podcast di Fedez con Marra, è stato ospite Marco Masini e si è parlato ampiamente di musica e discografia, con un Fedez che, senza freni, ha toccato diversi argomenti: dal Festival di Sanremo a Marta Donà, passando per il potere degli Editor Spotify.
Il caso Giorgia e le parole di Elodie
Partendo da alcune dichiarazioni fatte da Elodie a Domenica In sul piazzamento in classifica di Giorgia, secondo lei ingiusto vista la sua carriera, Fedez spiega il suo punto di vista:
“Poco prima che mi esibissi a Domenica In c’è stata Elodie che ha fatto una dichiarazione su cui non ero molto d’accordo. Riguardo al piazzamento di Giorgia ha detto che trovava assurdo che fosse fuori dal podio, che bisogna avere rispetto per le carriere. Ecco, anche io trovo assurdo che Giorgia non fosse sul podio, ma non doveva esserci per rispetto della sua carriera. Non ha nessun senso, perché allora partecipa Vasco e lo facciamo arrivare primo? Al Festival tu valuti la canzone. Anche sul discorso delle donne sul podio, è un discorso che non ha più senso fare…”
E questo accenno alla questione donne spinge Marra a lanciare una battuta che scatenerà una reazione da parte del collega.
Marta Donà e l’ordine di esibizione a Sanremo
Marra interviene nel discorso di Fedez sottolineando che una donna, in realtà, ha vinto quest’anno l’ennesimo Festival: la manager di Olly, Marta Donà. Andando così a riaprire, per gioco, una polemica che ha tenuto banco per settimane. “Ha vinto con i suoi talenti”, afferma Marra.
A questo punto, Fedez non si fa sfuggire l’occasione per quella che, almeno ad ascoltare, sembra una frecciatina: “Per i suoi talenti e anche per il suo potere, da un certo punto di vista”.
Non è l’unica frase che è sembrata una stoccata alla manager. Nel corso della puntata, infatti, Fedez, parlando dell’importanza che ricopre per la carriera di un artista il Festival di Sanremo, incalza:
“Sanremo è veramente preziosissimo. Sono cinque giorni dove il Paese si ferma per ascoltare le canzoni. E allora lì diventa veramente importante, e forse è l’unico tema di cui bisogna preoccuparsi, l’ingerenza di persone di potere che possono influire sul posizionamento di dove cantano i cantanti. Perché questa cosa secondo me può inficiare. Anche perché magari il cantante stesso che è stato favorito da un certo tipo di orario, magari vincerebbe ugualmente, ma si viene a creare una polemica inutile. Teoricamente dovrebbe esserci una distribuzione equa di orari per ognuno, se tu hai suonato tardi la sera prima…”
Fedez e il potere delle piattaforme streaming
Durante la puntata, Fedez torna su una battaglia, giustissima, va detto, che porta avanti da tempo: quella sulle piattaforme di streaming, in particolare su Spotify (anche se il rapper non la cita mai) e il potere che hanno nel determinare il successo o meno di un brano.
“Il bello della musica alla fine è che se hai una bella canzone… la musica è un contesto sporco per tanti motivi, subdolo e brutto per tanti motivi. Però, alla fine, se hai una bella canzone, vale quello.
Io nasco, come Salmo e Gemitaiz, in un periodo particolare, quello della fine della ‘prima repubblica’ della discografia. Nasco su YouTube in un breve periodo che fu veramente democratico, prima delle piattaforme streaming.
Ora c’è uno scenario peggiore rispetto a quello che è stata la prima repubblica della discografia. Ad oggi è innegabile, ed io questa cosa la so per certo: le piattaforme di streaming possono modificare l’andamento di un brano in base alla promozione e alla visibilità che gli danno. La percentuale su cui loro possono influire è enorme, possono influire sull’andamento di un brano fino al 40-50%. Questa cosa è molto grave.
In Italia abbiamo translato un metodo che viene utilizzato in America, dove il potere di fare questa cosa è distribuito nelle mani di più persone, i famosi editor che ti possono mettere nelle playlist dandoti visibilità. Ecco, in America gli editor sono tanti e quindi non stai concentrando tutto il potere in mano a una persona.
In Italia, essendo noi una provincia dell’impero della discografia, questo potere è stato dato in mano a poche persone. Dare questo potere così enorme in mano a poche persone, e non lo dico per le persone in sé perché a chiunque tu dia quel potere in mano diventa pericolosissimo ed è inevitabile che succedano delle cose che non vanno bene.
Spero che questa sia una fase di transizione, perché effettivamente oggi è più difficile emergere.”
Un ragionamento che non fa una piega e che purtroppo appare anche decisamente realistico.
Marco Masini a fedez “quello che avviene nello streaming, avviene controllo”
L’ospite della puntata, Marco Masini, sottolinea come tutto ciò avvenga senza nessun organo di controllo:
“Non c’era prima, ma prima c’era una selezione della casa discografica, perché comunque prima per fare un disco dovevi spendere 500 milioni di lire. Quindi, per forza, le discografiche dovevano credere in quello che facevi, dovevano recuperare il budget.”
Insomma una puntata molto interessante che vi consigliamo di recuperare qui.