Gli Street Clerks sono uno dei quei rari esempi di artisti che passano dalla televisione e ne escono vincenti, se non altro a livello artistico che non per forza va d’accordo con quello commerciale, ma questa è un’altra storia che solo il tempo chiarirà.
Cosimo Ravenni (contrabbasso e voce), Alexander Woodbury (chitarra e voce), Valerio Fanciano (chitarra e voce) e Francesco Giommi (batteria e voce) si incontrano a Firenze qualche anno fa e dopo un primo periodo di assestamento in cui alcuni tra loro portano avanti progetti paralleli, approdano in fretta alla formazione definitiva che li vede protagonisti di apprezzatissime esibizioni live nei club e busking in giro per l’Italia.
Nel 2013 arriva X Factor sotto la guida di Simona Ventura dove i quattro si esibiscono fino alla quarta puntata raccogliendo numerosi consensi dal pubblico e tra gli addetti i lavori, guadagnandosi pertanto un posto nel programma di Alessandro Cattelan che li ha voluti al suo fianco per due edizioni di E poi c’è Cattelan come ospiti musicali fissi.
Oggi il grande debutto con il loro primo album ufficiale che arriva dopo un EP prodotto un paio di anni fa dal titolo Il ritorno di Beethoven:
Fuori è un album diretto e godibile, lontano anni luce dalla patinatura e la plastica di certi dischi post talent, che se da una parte promettono e garantiscono numeri importanti, dall’altra non lasciano neanche l’ombra di un ricordo nella memoria. I Clerks hanno una marcia in più perché sanno dove vogliono andare e queste canzoni sono lo specchio della musica che ascoltavano e producevano prima.
Dodici i brani (9 inediti e 3 cover) in equilibrio tra pop, new folk e voglia di divertirsi senza prendersi troppo sul serio ma conservando nell’impeto musicale e nei contenuti lo stupore genuino di quattro ragazzi che realizzano un sogno; la matrice anglossasone d’ispirazione è viva e riconoscibile, ma il vero talento dei Clerks è quello di guardare sì a quel tipo di concetto, ma personalizzandolo ogni volta tenendo conto anche di elementi ed influenze più tradizionali che trovano il loro apice nei singoli già estratti Fuori e Infinite ore, i momenti più riusciti del progetto.
Le tracce si snodano con velocità, lanciando pillole di energia positiva ascolto dopo ascolto anche in brani dai testi più intimistici e personali come Storie e La grande guerra (brano già incluso in Il ritorno di Beethoven); Buone le cover (Liberi di Lucio Dalla, Here there and everywhere dei Beatles e Hide and seek di Himogen Heap) probabilmente già parte del repertorio live della band in cui l’affiatamento e la compattezza di suoni e arrangiamenti restituiscono al mondo un gruppo pronto a tutti gli effetti per calcare palchi importanti avendo qualcosa da dire.
Una piccola grande novità per il panorama italiano delle “boyband” che ci auguriamo accolga con attenzione gli Street Clerks e il loro primo disco, ricco in forma e (soprattutto) sostanza. Bravi.
CANZONE MIGLIORE: INFINITE ORE
VOTO: 7.5/10