All Music Italia vi propone oggi un’intervista a Nesli, un fiume di parole – dove nessuna è detta a caso – per raccontarvi un artista che proprio grazie alle parole ha costruito una credibilità e un seguito solido e numeroso, con i passaggi dei suoi brani arrivati ad essere incisi sulla pelle di migliaia di persone che hanno scelto di identificarsi totalmente con la sua visione del mondo, al punto di tatuarsi le parole di un giovane cantautore che dopo aver abbandonato anni fa l’ambiente del rap nel quale non si rivedeva più, al grido del mantra “il bene genera il bene” tra una settimana salirà sul palco del Festival di Sanremo con il brano Buona fortuna amore. Un brano scelto per rappresentare al meglio il nuovo disco di Nesli, intitolato Andrà tutto bene (dal 3 febbraio in preorder a prezzo speciale su Itunes), dove la profondità dei testi si muove in uno scenario musicale totalmente innovato, con un suono energico e deciso frutto di una rinnovata carica ottenuta grazie ad un nuovo team di lavoro, capitanato dal produttore Brando e dalla sua casa di produzione Go Wild Music, che ha realizzato il disco distribuito da Universal.
Una lunga chiacchierata nella quale Nesli si apre e ci lascia entrare per un attimo in un mondo tanto complesso quanto affascinante; il racconto di un’artista che vede il mondo “come un insieme di parole e melodie” e che sta per affacciarsi sull’immensa platea del Festival di Sanremo forte di un progetto discografico che lo entusiasma e dell’appoggio di un’enorme famiglia virtuale che ha costruito negli anni attraverso la propria pagina Facebook.
Mancano pochi giorni all’inizio del Festival di Sanremo, quando salirai sul palco con il brano Buona fortuna amore, una lettera d’addio dove l’augurio vince sul rancore. Si tratta di una di quelle lettere che si scrivono e si lasciano nel cassetto o di quelle che devono essere consegnate ad ogni costo?
Nel mio caso la fortuna è che nulla rimane nel cassetto; nel momento in cui pubblico una cosa la lettera è arrivata. Cantare mi regala questo privilegio ma in ogni caso sarebbe stata comunque consegnata, magari spedita, non lo so. Non è un messaggio irrisolto, non avessi potuto cantarla l’avrei sicuramente consegnata, è di quelle lettere che val la pena far leggere all’altra parte in causa.
Ho visto che hai registrato attraverso un video la tua reazione all’annuncio che ti ha nominato all’interno della lista dei big a Sanremo. Dimostrazione di quanto tu ci tenessi, vuoi spiegarci perchè?
Sanremo è un evento musicale e televisivo senza pari, il più importante se non l’unico rimasto in Italia con la possibilità di cantare inediti e presentare un progetto. Una platea che raggiunge a 360° il pubblico italiano e quindi non vedo cosa ci sia di strano ad ambirci apertamente…credo che le spiegazioni andrebbero chieste a chi non vuole farlo…quello è strano. Io sogno di partecipare a Sanremo da tempo, l’ho sempre espresso apertamente e sono felice che sia arrivato nel momento giusto, è un appuntamento al quale arrivare con la giusta maturità.
Un ambiente, quello di Sanremo, per te completamente nuovo, come ti stai preparando a questa esperienza?
Mi sto preparando cantando un sacco il pezzo, abbiamo fatto le prove all’Ariston ed è stato splendido, se ci penso mi viene un’ansia enorme ma sono carico e positivo, con buone sensazioni. Nessuna ansia strana.
In questi giorni dopo l’ascolto dei brani da parte della stampa sono partiti giudizi e pagelle. Il tuo pezzo è dato come sicuro tormentone radiofonico, lo vedi come un complimento o come un giudizio limitante?
Il limite nell’arte arriva quando ci si imbatte nel pregiudizio: a volte può essere sensato, in altri casi sfatato e distrutto. Io ho sempre mirato a restare fedele a me stesso, aldilà dei giudizi.
Dopo Sanremo uscirà il tuo disco “Andrà tutto bene”, nell’immagine che accompagna la tracklist sei viso a viso con un falco e cerchi di incontrare dritto il suo sguardo. Cosa significa quell’immagine?
Il servizio fotografico prevedeva la presenza di qualche animale come il falco e le farfalle. Questa scelta è legata ad una dimensione molto personale….volevo fossero immagini ad effetto e son felice tu l’abbia notata, la spiegazione è abbastanza lunga e concettuale, legata anche ai tatuaggi. Una di quelle motivazioni che per scelta condividerò via via con i miei fan sui social, specialmente su Facebook. E’ una scelta ben definita quella di avere loro come primo interlocutore su questo.
A proposito di social, sei l’artista sanremese con maggior seguito su Facebook (QUI la sua Pagina Ufficiale), “luogo virtuale” che hai dichiaratamente scelto come unico canale per la tua verità, mi spieghi questa scelta?
Si tratta della mia linea editoriale, ben prima che fossi mediaticamente esposto ho iniziato ad usare in questo modo Facebook, quando per tutti era solo un modo per broccolare le ragazze…ho iniziato ad utilizzarlo in prima persona come fosse il mio ufficio stampa, la mia etichetta. Tutto è concentrato in quella pagina dove porto la totale veridicità di quello che faccio. Sono io a gestirla, è il mio canale principale e vedere che sono il più seguito di questo Festival è stata una grande soddisfazione e anche la miglior risposta alla mia scelta.
Un seguito che in numeri supera quello di altri artisti che hanno avuto un’esposizione decisamente superiore alla tua, parliamo di ex-concorrenti o giudici di talent e così via….un esercito di seguaci costruiti e consolidato nel tempo a piccoli step quindi?
Si, dal 2009 a oggi mattone su mattone quello che è in quella pagina rappresenta il mio percorso, un “Mi piace” che diventa una sorta di iscrizione ad una famiglia.
Sembri molto soddisfatto e fiero dell’aria che si respira sulla tua pagina, che sembrerebbe rappresentare molto di te e del tuo pubblico…
Assolutamente, il motivo è che non c’è filtr, nessuno “Staff” di mezzo, sono io direttamente. Un vero reality che diventa la finestra sulla mia vita quotidiana, interessante o meno ma sicuramente vera.
Sempre sui social sottolinei spesso le immagini dei ragazzi che scelgono di tatuarsi le frasi delle tue canzoni sulla loro pelle. Che effetto ti fanno queste testimonianze così forti?
Agli inizi potevo pensare fossero episodi sporadici, ora me ne arrivano tantissimi, costantemente e la cosa mi colpisce davvero, alla sorpresa è subentrata la presa di coscienza di un fenomeno che in Italia non mi pare di ricordare abbia precedenti. Ho aperto anche l’account “le mie parole sulla vostra pelle” su Instagram (QUI) proprio per documentare le numerose testimonianze. Un riscontro che non mi sarei mai aspettato, lì vedo la mia fortuna e quanto paghi la scelta di aver costruito un percorso basato tutto sulle parole e sui testi. Non sono mai stato uno da collaborazioni o da super produzioni americane. Ho sempre concentrato tutto su quel che so fare cercando di renderlo semplice e accessibile.
Quanto ti rendi conto di riuscire a trasmettere con un’empatia rara il tuo mondo, portando i tuoi brani a diventare dei simboli musicali di uno stato d’animo, che da tuo si estende a tutto il tuo pubblico. Potrei citarti, ultimo in ordine di tempo, l’effetto motivazionale di Andrà tutto bene, che per molti è quasi una sorta di Xanax musicale…
(Ride ndr) Apprezzo molto quel che mi dici, mi fa davvero piacere….in realtà ne sono diventato consapevole nel tempo. Sarei ipocrita a negarlo in quanto leggo tutto quello che si scrive sulla mia pagina Facebook. All’inizio non avevo assolutamente questa consapevolezza né ho cercato di costruirla, so che nel tempo la scrittura e la melodia mi sono uscite sempre con maggior naturalezza e semplicità. E’ la cosa che davvero mi viene più facile, divento come un bambino un po’ rincoglionito che guarda un punto fisso, pensa e scrive. Io sto tanto tempo a pensare, “scrivo” tantissimo nella mia testa e in un secondo tempo trasferisco il pensiero su carta. Mi viene ormai naturale grazie a questo distacco che ho costruito tra il mondo circostante e me in versione pensatore. La scrittura per me è ossigeno, se guardo il mondo ormai lo vedo come un insieme di parole e melodie.
Poesia è una parola che ricorre spesso nel descrivere le tue opere e che forse spiega la magia capace di trasformare una produzione riflessiva in pezzi che rispecchiano stati d’animo ed emozioni di molti, da dove credi nasca questa “magia”?
E’ una magia che hanno alimentato tantissimo i ragazzi che hanno riportato un riscontro all’ascolto della mia musica, uno può ascoltare una canzone e basta, il mio pubblico nel tempo mi ha dimostrato la volontà di condividere con me il loro stato d’animo in più momenti. Questo mi ha dato la tranquillità di imparare a scrivere, lasciandomi andare e dando vita a questa magia. In me si smuove solo la necessità di scrivere senza grandi pretese, cercando di fare in modo che ogni parola abbia un peso ed un significato.
Sicuramente una parte di questa “magia” è innata in te. Ti faccio un esempio: ieri sera per preparare quest’intervista ho riascoltato Fragile (pezzo del 2008 ndr), erano anni che non ascoltavo quel pezzo e nel riascoltarlo mi è tornato subito in mente cosa ero io e cosa sentivo io a 24 anni, quando la scoprii. Spesso una canzone riesce a evocare ricordi di episodi e situazioni, come i “tormentoni” che ti riportano alla mente una ragazza, una vacanza e così via. I tuoi brani rievocano invece ricordi più profondi e legati agli stati d’animo. E’ una considerazione che ricorre spesso anche tra il tuo pubblico, non trovi?
Guarda questa è una cosa bellissima, è la cosa che io con la massima modestia ed umiltà cerco di fare. Mi piace raccontare la mia vita e far si che sia vicina anche a quella degli altri perché trovo ci siano tanti comuni denominatori e che esista qualcosa che unisce tutte le esistenze, cose che caratterizzano il tuo essere in un dato momento. Il risultato è che nell’ascolto non ricordi una vacanza in Grecia ma ricordi un tuo momento, che può essere un ricordo adolescenziale, le esperienze di 25enne, quelle comunque di uomo che cambia…quello è l’obbiettivo.
Nel tuo nuovo disco c’è un brano, Il mondo è come, che mette in musica proprio questo concetto, il ritrovare se stessi attraverso l’ascolto di una canzone. E’ un brano che nasce da quanto ti ha trasmesso il tuo pubblico o da una tua esperienza di ascolto?
Dalla prima che hai detto, da come mi viene descritta questa sensazione. Un concetto che è nato con La Fine, che è una canzone di tantissimi e non più solo la mia, al punto che è diventata anche la canzone di un altro artista (Tiziano Ferro ndr). Lo spunto per Il mondo è come arriva proprio dalla voglia di raccontare come una canzone pur non essendo tua, arrivi ad appartenerti.
Che effetto ti ha fatto vedere La Fine diventare anche un pezzo di Tiziano Ferro?
E’ stata una cosa piacevole e naturale, nessun trauma anche perché avvenuta a tre anni dalla nascita del pezzo. Mi ha dato una grande forza, soddisfazione, è stato un grande incoraggiamento a supporto della convinzione di poter essere sulla strada giusta.
Esiste una canzone che provoca in te la stessa immedesimazione che vedi nel tuo all’ascolto dei tuoi brani?
Guarda, in campo musicale sono un po’ anomalo: ascolto moltissima musica straniera, spesso di gruppi dei quali non conosco nemmeno il nome….ascolto musica tutto il giorno, è una colonna sonora, un sottofondo costante… quindi non saprei che dirti, non ascolto molta musica italiana e non mi identifico in nessun brano in particolare. Tutto il mondo musicale nel quale mi immergo a me serve solo per ispirare la scrittura.
Pescando tra le 11 tracce del nuovo disco, ce n’è una alla quale sei particolarmente legato?
Buona fortuna amore non la porto a Sanremo a caso, sicuramente è quella in cui credo maggiormente, un pezzo che metto in cima alla lista. A seguire gli altri pezzi, ci siamo dedicati moltissimo alla loro costruzione e con ognuno di essi il legame è fortissimo.
Questo disco è il risultato di una nuova collaborazione con Brando, eccellenza della produzione musicale italiana, in una nuova realtà che ha il volto della casa di produzione Go Wild. Volevo chiederti di descrivermi in due parole che aria si respira con questo gruppo di lavoro.
Beh, una realtà fantastica! C’è qualcosa che mi fa sentire come negli anni ’70 dove nella musica tutto era un po’ rivoluzionario. Il motore di questo team è proprio la passione smodata per la musica. Brando è un artista e un produttore dalla creatività inarrivabile, non riesci a stargli dietro: conosce tutta la musica di ogni epoca, è un archivio vivente. Un ambiente pieno di stimoli che abita nel mio album. Con loro ho veramente ritrovato me stesso, perché venivo da un periodo di scelte un po’ buie e dure, loro mi hanno aiutato molto a credere in me, oltre che a formare un modus operandi lavorativo da professionista; io ero abituato ad autogestirmi restando spesso fuori dalle righe. Mi hanno aiutato tanto e mi hanno regalato una prospettiva, per cui l’aria che si respira è decisamente frizzante e rock’n’roll. Brando poi ha il dono di riuscire a vedere oltre, cose che magari tu non vedi o non capisci subito, ma che poi si dimostrano vincenti.
Un team che ha portato energia a te e alla tua musica, in quanto nel disco troviamo un suono rinnovato e molto carico ad accompagnare i tuoi testi…
Si, quando la gente lo ascolterà si renderà conto delle differenze rispetto a quello che ho fatto precedentemente: questo è un disco power, con un suono che riempie le orecchie…ci abbiamo lavorato e ci siamo sacrificati tanto, sono proprio felice che ci percepisca.
Sempre Brando ti ha definito pazzo, sensibile, altruista, tormentato, buono. In quale di questi aggettivi ti ritrovi maggiormente?
Prendili tutti, shakera ed eccomi…..quella è la formula. Non si sceglie il modo di essere, io sono semplicemente complesso, faccio fatica a gestirmi e Brando ha fatto un gran lavoro in quel senso. Gli aggettivi che ha scelto sono proprio il mix e l’equazione giusta per descrivermi. La mia complessità è un tratto innato come possono essere gli occhi blu, i capelli castani o l’altezza: non si sceglie di essere complicati, lo sei e devi capire come conviverci e gestire la cosa. La missione diventa quella di riuscire a trasformare un tratto buio in qualcosa di più luminoso.
“Bene genera bene”, è un motto che ripeti spesso. E’ questa la filosofia che ti ha spinto ad allontanarti da un certo genere musicale considerato vicino al rap puro?
Hai centrato in pieno quello che è stato il motore di un mio momento, uno slogan che si è appiccicato su di me e che da allora cerco di appiccicare agli altri. Quando un determinato movimento non mi rappresentava più, con le sue tematiche e un modus operandi per costruire una carriera fatto di regole stabilite, quasi si fosse su un ring. Non mi rivedevo più in quel mondo, né nel prodotto musicale, né nella risposta del pubblico. Bene genera bene nasce proprio da lì, da quando ho smesso di ritrovarmi in quel mondo e da lì non mi ha più lasciato. In realtà rappresenta quello che già ero ma che non avevo ancora messo a fuoco.
Nel ringraziare Nesli per la disponibilità dimostrata nel donarci un frammento della sua realtà artistica mai come oggi messa a fuoco, vi ricordiamo che il 12 febbraio uscirà il disco Andrà tutto bene, dal 3 febbraio disponibile in pre-order su Itunes a prezzo speciale: 11 tracce che comprendono la hit Andrà tutto bene e il pezzo Buona fortuna amore che vedrà la luce dal palco del Teatro Ariston, oltre ad una gamma di brani che raccontano a 360° il nuovo mondo di Nesli attraverso la fusione di testi molto convincenti con un suono completamente nuovo, infuso di nuova energia, molto power e capace di muoversi elegante tra ballate rock a incurisioni nell’elettronica, regalandoci richiami al miglior mondo brit-pop in un convincente progetto discografico che segna l’inizio di un 2015 che, dopo Sanremo, vedrà Nesli impegnato in una serie di incontri-presentazione del disco (QUI il calendario dell’instore Tour), in attesa di vederlo nuovamente impegnato negli eventi live che verranno organizzati nei prossimi mesi.
All Music Italia ringrazia l’ufficio stampa di Nesli, Parole & Dintorni, per la disponibilità.
La foto di copertina e le foto 1,2,4 e 5 dell’articolo sono di Chiara Mirelli.