Il mercato musicale digitale in Italia sta subendo grossi cambiamenti.
L’avvento di piattaforme che permettono l’ascolto gratuito di tracce in streaming online ha modificato la fruizione della musica tramite il web in questi ultimi mesi e la FIMI, che assieme alla GfK Retail and Technology Italia si occupa di monitorare settimanalmente le vendite e la distribuzione delle pubblicazioni discografiche in Italia, si è già adeguata alle novità, prendendo in considerazione anche servizi come Spotify, Deezer e TIM Music per assegnare le famose certificazioni, croce e delizia dell’apparato di artisti nazionali e non, oltre alle copie vendute tramite applicazioni come iTunes e Google Play.
Nel gennaio 2014, di fronte alla crisi del disco digitale e non sempre più imponente, la FIMI aveva operato una riduzione sul numero di copie necessarie ai singoli per ottenere dischi d’oro e di platino, assentandole a 15.000 (oro) e 30.000 (platino). Stessa operazione per gli album, scesi a 25.000 (oro) e 50.000 (platino).
Da questa settimana (week 5/2015) le soglie per l’attribuzione delle certificazioni dei singoli si alzeranno, andando ad affiancarsi a quelle degli album. Ora per un disco d’oro digitale occorrerà aver raggiunto un numero di copie vendute/streaming accumulati pari a 25.000 unità, per il platino 50.000 unità.
Una decisione che fa discutere gli internauti, specie dopo che l’ultima settimana del 2014 aveva visto l’assegnazione a cascata di certificazioni per i singoli digitali (circa 200 brani premiati!) grazie al conteggio degli ascolti via streaming (100 streaming = 1 download) fatto partire da gennaio 2014 e non settembre come comunicato dalla FIMI durante l’annuncio dell’apertura alle nuove piattaforme.
Tramite i propri canali social, inoltre, la Federazione Industria Musicale Italiana dichiara che nei prossimi mesi anche YouTube potrebbe entrare nel gioco delle classifiche, come già accade negli Stati Uniti per la prestigiosa Billboard Hot 100.