Manca poco ormai al debutto del Festival di Sanremo 2015 in onda a partire da stasera su Rai 1 e che vedrà alla conduzione per la prima volta Carlo Conti, mentre tutti i cantanti in gara si preparano tra il fermento generale a salire sul Palco dell’Ariston sperando in un riscontro positivo tra pubblico e critica. In particolare c’è molta attesa per le Nuove proposte, tra cui spicca la voce emergente del rapper romano Kaligola che sarà in gara con il brano Oltre il giardino.
A proposito del brano ricordiamo che dallo scorso 30 gennaio è ufficialmente on line il suo video ufficiale, girato nel quartiere d’origine dell’artista. La trama della clip ci racconta di Giovanni, che nella realtà è un artigiano abitante del vicinato scelto dal rapper in quanto secondo lui il suo volto “scavato” rappresenta al meglio il protagonista della sua storia che come l’attore in questione ha 64 anni.
L’artista tra l’altro ne ha firmato anche la regia e il montaggio come è già accaduto con i suoi progetti precedenti, perché ritiene che la narrazione di una storia debba essere a tutto tondo e coinvolgere non solo nella musica e i testi ma anche nel significato delle immagini.
A proposito della musica e dei testi di Oltre il giardino anche questi sono stati curati da Kaligola mentre come è stato reso noto qualche settimana fa a dirigerlo sul palco di Sanremo con ci sarà suo nonno, Giorgio Rosciglione.
La canzone farà parte del suo omonimo album di inediti che sarà pubblicato questa settimana su etichetta RWM Records / Believe, che conterrà undici tracce inedite scritte dallo stesso rapper con arrangiamenti e la produzione di Enrico Solazzo e Dario Rosciglione.
OLTRE IL GIARDINO – OFFICIAL VIDEOCLIP
OLTRE IL GIARDINO – TESTO – KALIGOLA
Questa è la storia di un uomo senza più catene
Da dove sia venuto nessuno lo sa bene
Lui conosce il dolore ma lo tiene lontano
Stringe solo ciò che regge il palmo di una mano
Ha affermato la sua mente all’altezza del suo cuore
E dipinge ogni gesto coi colori dell’amore
Ogni grigio mattone è caduto tempo fa
Ora è un uomo diverso senza più necessità
Il suo nome è Giovani ha 64 anni, sorride ogni giorno sin dal primo mattino
Passa il tempo rovistando in un cestino
Qui nel parco lo conosce ogni bambino
Ma nessun vuol sapere o guardare oltre il giardino
La distanza e proiezione di quello che in realtà
Ci è più vicino
Così ciascuno passa avanti e riprende il suo cammino
E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare
Lo si può trovare sempre al parco comunale
Un angelo barbone che fa guardia contro il male
Per i grandi è solamente un matto da evitare
Ma lui veglia sui bambini perché l’orco può tornare
Come un santo protettore
Scappato dall’inferno
Cammina a piedi nudi
Sia d’estate che di inverno
Ogni falsa speranza è caduta tempo fa
Ora è un uomo diverso senza più necessità
Come un santo mendicante ora non possiede niente
S’è spogliato del passato
Ha lasciato alle sue spalle
La sua forma più arrogante
Si trascina per la strada fischiettando dolcemente
Il dolore pesa meno se disciolto in ogni istante
E la sola melodia che adesso sente
E’ l’eternità illusoria del pensiero
E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare
Per la gente del quartiere è un povero demente
Che cammina senza meta
con uno sguardo assente, non ricordano che un tempo
Controllava la sua vita ma
che quella di suo figlio dalle dita gli è sfuggita
Il tempo è denaro e non si può sempre giocare
Ti ho portato anche ai giardini, fammi lavorare
Questo sempre diceva, ma è stato tempo fa
Ora il figlio non chiama, non cerca il suo papà
Il suo nome è Giovanni, ha 64 anni
Ha inventato un calendario senza affanni
Solo il 10 di novembre
nella nebbia del mattino
puoi sentirlo urlare il nome di un bambino
E’ il passato che ritorna e lascia senza fiato
Una crepa che si apre nel suo viso ormai strappato
E guardando oltre quel muro puoi vedere il suo destino
Stilla il sangue delle rose sulla neve del giardino
E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare
Una voce nel vuoto
E un nome che ormai
Non sa più pronunciare