Torna a Sanremo dopo ben 22 anni dal terzo posto ottenuto in coppia con Rossana Casale con Gli amori diversi che si permise il lusso di relegare fuori dal podio gente come Renato Zero. Tanta carriera è passata da allora, tanta tv pur senza perdere mai il contatto con il grande amore della vita, la musica.
Stiamo parlando di Grazia Di Michele, che stavolta si fa accompagnare in riviera da Mauro Coruzzi, che ai più, detto così, non dirà nulla, ma se si usa l’alterego Platinette, di sicuro sono proprio tutti a sapere di chi parliamo. Il brano con cui l’originale coppia si presenta all’Ariston si intitola Io sono una finestra e con esso parte anche il nuovo discorso musicale della cantautrice romana. Cerchiamo di capire dove porti questa nuova strada, che Grazia decide di raccontare ad All Music Italia.
Grazia torni a Sanremo dopo 22 anni dall’ultima partecipazione; quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto nuovamente verso questo palco?
La motivazione è sempre la stessa: ho una nuova storia da raccontare. Questa volta portiamo un invito a riflettere sul pregiudizio che rischia di non far comprendere la bellezza dell’essere umano.
Le nuove generazioni conoscono più Grazia Di Michele in qualità di docente di Amici che di musicista ed artista in prima linea. Quanta fatica crea dopo tanta tv ricordare al pubblico che sei prima di tutto una signora cantautrice?
Sono prima di tutto una donna che vive nella musica. Tutto quello che faccio alla fine si può ricondurre alla musica: l’attività didattica, la musicoterapia, e quella di autrice e cantautrice. E non sono cose slegate tra di loro: non potrei fare l’insegnante se non avessi acquisito in tutti questi anni tanta esperienza come cantautrice e come musicoterapeuta, e il mio lavoro di cantautrice non è impermeabile al contatto che ogni giorno ho con i ragazzi…
Hai scritto in carriera anche per alcune colleghe come Rossana Casale, Ornella Vanoni tra le altre. Come decidi, quando componi, se un pezzo lo tieni per te o lo proponi ad un’altra cantante?
Alcune canzoni nascono da un percorso comune con chi poi le interpreterà, come negli esempi che hai citato, altre le scrivo sempre per me, ma poi scatta qualcosa che mi dice che starebbe bene con un’altra voce o un altro temperamento, altre volte ancora scrivo su richiesta specifica, ma mai di mia iniziativa: parliamo molto con l’interprete e cerco di capire quale storia vuole e può portare… se si sviluppa empatia è fatta!
Hai lasciato Sanremo con un duetto, che destò finanche qualche polemica, visto che eravate due donne, te e la Casale a cantare un brano dal titolo Gli amori diversi, che qualcuno amò fraintendere e torni con un altro duetto che quantomeno farà discutere assieme a Mauro Coruzzi, meglio conosciuto come Platinette. Hai dimenticato quanto possano essere pesanti le polemiche al Festival?
Non è una passeggiata, lo so, ma non mi spaventa nessuna polemica, perché ho ben chiaro quale sia il nostro messaggio e so che è supportato dalla più assoluta autenticità
Che con Mauro vi conosceste bene da Amici è chiaro a tutti, ma da qui a pensare che nasca una canzone da proporre a due voci ce ne passa. Quale è stata la scintilla che ha portato alla creazione di Io sono una finestra?
No, in realtà ci conosciamo da ben prima di Amici. Negli ultimi tempi le nostre frequentazioni si erano fatte più assidue anche perché Mauro aveva voluto inserire Io e mio padre in un suo album di cover. Le nostre confidenze si sono fatte più profonde e ho deciso di scrivere il brano, che è nato due anni fa. Quando Mauro lo ha sentito la prima volta si è commosso, e mi è sembrato naturale proporglielo come duetto.
E l’idea di proporla a Sanremo a chi è venuta; insomma chi ha dovuto convincere chi?
Beh è stato due anni in un file sul computer, finché un giorno, dopo l’ennesimo fatto di cronaca angoscioso, che derivava da un atteggiamento discriminatorio subito da un ragazzo, ci siamo guardati e abbiamo deciso che sì, era opportuno che lo ascoltasse anche qualcun altro, anzi il maggior numero di persone possibile. Sanremo offre questa possibilità.
Esci con un nuovissimo disco, “Il mio blu“, dove la musica sposa l’arte della pittura con una serie di creazioni realizzate da Fabio Salafia. Anche qui come minimo vogliamo qualche spiegazione, curiosità…
Tempo fa ho visto una mostra di quadri di questo pittore siciliano che non conoscevo prima di allora. Mi hanno colpito molto. Lui mi conosceva musicalmente e mi ha sottoposto delle sue opere ispirate a dei miei brani… Così è nata la collaborazione e nel disco ci sono le riproduzioni di 12 tele che Fabio ha realizzato ispirandosi ai brani del disco, o che aveva già realizzato e che mi hanno ispirato dei brani. È stato sempre lui che mi ha dipinto il volto della copertina, un’opera grafica di Antonella Pizzetti.
I vecchi Sanremo a cui hai preso parte ti vedevano confrontarti con quelle che erano le dive della manifestazione, ovvero la Oxa, la Bertè, Marcella, Mia Martini, Fiordaliso, la Casale stessa. Al di là di quelle che troverai in gara quest’anno, quali sono le giovani cantanti italiane che apprezzi particolarmente?
Ci sono molte voci e personalità interessanti, ad esempio Emma, Alessandra, Malika, poi purtroppo – soprattutto nelle generazioni più giovani – c’è molta più omologazione, e questo è un problema che cerco di affrontare anche nel mio ruolo di insegnante. Ovviamente ci sono delle eccezioni, ad esempio, Pilar, che si è ritagliata un repertorio interessante e viene a raccontare una storia originale, personale.
Ma i fans di Amici, possono star sicuri che dopo questa scorpacciata musicale torneranno a vederti dietro la cattedra del Talent più seguito della tv italiana?
Guarda che se non passiamo alla fase finale, sabato prossimo sono già in studio e la finale la guarderò dalla TV!
Tra i brani dei tuoi colleghi che hai ascoltato in prova, quale ti ha colpito?
Non ho ascoltato nulla, credimi: la scaletta è fitta di interviste, servizi fotografici, promozioni e non ci consente di riposarci neppure il tempo di ascoltare un collega.