Il nostro viaggio attraverso i talenti emergenti che hanno dato vita alla compilation ufficiale di Area Sanremo ci porta oggi a conoscere Andrea Bolognesi, cantautore che ha conquistato il nono posto tra i finalisti dell’ultima edizione del concorso e che porta nel progetto discografico la sua Una piccola ape, riflessione sulle pieghe che spesso la vita prende nostro malgrado. In quest’intervista scopriamo il mondo musicale di un giovane artista che esprime il proprio talento attraverso una produzione cantautorale molto introspettiva alla quale alterna la rivisitazione di celebri brani in versione acustica.
Benvenuto su All Music Italia, ti incontriamo in occasione del lancio della compilation di Area Sanremo, dove è contenuta la tua Una piccola ape, di cosa tratta la tua canzone? Chi l’ha scritta?
Una piccola ape è un brano che nasce, come molti altri, dalla sintesi di esperienze personali e vibrazioni emotive. È la presa di coscienza che la vita non sempre va come vorremmo e che ogni amore finito merita di essere comunque ricordato nella serena consapevolezza d’averlo potuto vivere, per quanto questo sentimento possa annientarci, cambiarci e a volte renderci incapaci di ritentare. In quanto cantautore, si tratta di una canzone scritta e composta interamente da me e alla quale sono particolarmente legato per via della sua dolcezza espressiva.
È prevista la realizzazione e il lancio di un video per questo brano?
Purtroppo, nell’immediato, non ci sono progetti concreti in merito, ma sarebbe per me significativo poter accompagnare a questo brano un video che fosse in grado di coglierne a pieno le sfumature, aumentandone visibilità e fruibilità per il pubblico del web e non solo.
È il pezzo che hai presentato quest’anno ad Area Sanremo classificandoti al 9° posto, dopo qualche tempo è stata maggiore l’amarezza di non aver guadagnato il palco di Sanremo o la soddisfazione di veder riconosciuto il merito del tuo lavoro?
Devo essere sincero, anche se sfiorare la possibilità di presentarsi tra i migliori 8 davanti alla commissione Rai e giocarsi direttamente la possibilità di salire sul palco dell’Ariston può portare qualche sconforto iniziale, prevale sempre la soddisfazione di aver raggiunto un traguardo notevole e che testimonia a me stesso il valore del sacrificio e l’importanza di continuare a perseguire la strada che in assoluto più amo e sento appartenermi: la musica.
Già l’anno scorso sei arrivato tra i finalisti con il brano Indefinito, seguendo la legge del non c’è il due senza il tre, stai già facendo un pensiero alla prossima edizione di Area Sanremo?
In effetti, a seguito del 20° posto conseguito ad Area Sanremo 2013 con Indefinito e migliorato quest’anno col 9°, non mi resta che riprovare sperando che la terza sia la volta più fortunata! Scherzi a parte, siccome so che è in atto un cambiamento strutturale, mi auguro solamente che l’accademia di Area Sanremo rimanga la bellissima esperienza che ho potuto vivere negli ultimi 2 anni, non solo grazie ai miei colleghi, ma anche e soprattutto a tutti coloro che hanno lavorato assiduamente per poterla rendere possibile e credibile. L’importante è dunque che venga mantenuto un focus sui giovani e sul loro progetto artistico e che anzi possa essere concesso sempre più spazio al sottobosco di cantanti e cantautori talentuosi che hanno qualcosa da raccontare e meriterebbero di emergere nel panorama musicale italiano.
Durante l’ultima edizione del concorso hai stretto un particolare rapporto con qualcuno tra i tuoi colleghi?
Area Sanremo, così come molti altri concorsi, offre la possibilità di conoscere tanti artisti, ma soprattutto tante personalità. In questa esperienza ho ritrovato volti noti che già conoscevo dall’anno precedente e colleghi incontrati in altre occasioni, ma soprattutto ho stretto nuove sincere amicizie, alcune fraterne, come quella con i simpaticissimi Turkish Cafè.
Restando in casa Area, al Festival hai tifato per Amara o per Chanty?
In queste occasioni, essendo entrambe rappresentanti e portavoce del sogno di tutti noi di Area Sanremo, è inevitabile che augurassimo a entrambe il meglio. Per mio personalissimo gusto, trovo Amara più affine alla mia sensibilità musicale e cantautoriale e sicuramente il testo della sua canzone aveva una marcia in più rispetto agli altri giovani in gara al Festival, come ampiamente testimoniato anche da critici e colleghi illustri sul web.
Quale membro della giuria di Area Sanremo ti ha impressionato maggiormente e perché?
È una domanda complessa, se non altro perché ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa. Ho notato competenza e curiosità, queste sono forse le componenti che, come l’anno precedente, mi hanno piacevolmente colpito e rassicurato. Tutti i membri della giuria hanno dimostrato la loro voglia di ascoltare le canzoni di noi giovani, di volerci offrire un canale per poterci esprimere e hanno messo a disposizione la loro esperienza per poterci aiutare a crescere con eventuali consigli e considerazioni.
Lo scorso anno ti sei aggiudicato il Premio Valentina Giovagnini, dedicato alla giovane artista scomparsa prematuramente, durante il quale Vincenzo Incenzo ti ha elogiato per la tua padronanza di musica, parole e voce. Tra questi tre aspetti cruciali per un cantautore, qual è secondo te il tuo punto di forza e quale il lato da rafforzare?
Sì, è stata senza dubbio una delle esperienze più belle ed emozionanti di tutta la mia vita. Ho respirato per tutto il tempo armonia e grande spiritualità, come se il ricordo costante di Valentina ne rendesse concreta anche la presenza. È stato un weekend magico che si è concluso nel migliore dei modi, grazie anche alle belle parole che Vincenzo Incenzo ha voluto spendere su di me. Credo che in campo artistico sia doveroso perfezionarsi sempre, con lo studio e l’esperienza sul campo, e che entrambi questi fattori aiutino a crescere e rafforzarsi. Dunque, quello che è certo è che continuerò a lavorare su tutte le mie caratteristiche, anche perché, come si suol dire, chi si ferma è perduto!
Ultimamente ti stai dedicando alla presentazione in rete di alcune cover di capolavori internazionali, spaziando dai Nirvana ai Linkin Park, passando per i Muse, se dovessi scegliere ora di reinterpretare un pezzo italiano quale sceglieresti e perché?
È vero, quella delle cover è un’altra mia grande passione. Mi piace prendere brani particolarmente distanti dai terreni che frequento abitualmente e stravolgerli in una visione acustica, accompagnandomi unicamente al pianoforte. Nella fattispecie, oltre a brani in lingua inglese, ho già avuto modo di proporre su Soundcloud Fantasma dei Linea 77 e Tutti i miei sbagli dei Subsonica, perché maggiormente in linea col mondo alternative rock/metal delle altre cover. Se dovessi scegliere qualcosa di più classico, sicuramente la mia preferenza ricadrebbe su Il cielo in una stanza, non solo per il testo efficace e meraviglioso, ma anche perché da quando ne scoprii una travolgente versione pianoforte e voce di Cocciante, non è stata più la stessa cosa!
CRAWLING (COVER LINKIN PARK) – ANDREA BOLOGNESI – VIDEO
In questo momento stai lavorando ad un progetto? Ti va di parlarcene?
È per me un momento decisivo, sicuramente di grande crescita artistica da un paio d’anni a questa parte. Ho scritto già diversi brani, su alcuni dei quali ho deciso di puntare fortemente, all’interno di un progetto che è sì ancora in fase embrionale, ma per me molto chiaro e ben delineato. La speranza è quella di poter pubblicare un album nel quale rispecchiarmi, che racconti le mie diverse sfaccettature, attraverso testi ragionati emotivamente e sonorità calzanti, a metà tra ricerca stilistica, creatività originale e semplicità di fruizione.
Ringraziamo Andrea Bolognesi e vi ricordiamo che per ascoltare la sua Una piccola ape e supportare la buona musica italiana acquistando la Compilation Area Sanremo 2014, disponibile dal 12 febbraio su Itunes e in tutti gli store digitali, oltre che in rotazione in 800 punti vendita tra centri commerciali e supermercati di tutta Italia, una produzione ApM Progetto Musica che All Music Italia supporta come web partner.