All Music Italia incontra Annalisa, artista partita dal vivaio di Amici e che è ora reduce da un clamoroso successo all’ultimo Festival di Sanremo, dove ha raggiunto un prestigioso 4° posto, sfiorando il podio e dimostrandosi una solida realtà della scena musicale italiana, grazie al brano Una finestra tra le stelle, firmato da Kekko Silvestre dei Modà, che le ha permesso di condividere con pubblico e critica una svolta che arriva alla soglia dei 30 anni e che la vede convinta e convincente in Splende, un disco che porta al centro di una ricca produzione il ritorno della giovane artista alla sua natura di cantautrice. Una svolta che riparte dall’affermazione delle sue origini, dal ritorno nella sua Savona da dove parte una nuova fase della sua vita, caratterizzata da un rinnovato entusiasmo arricchito anche da varie collaborazioni che Annalisa racconta ai lettori di All Music Italia in questa lunga e sincera chiacchierata che abbiamo avuto il piacere di fare con lei.
Eccoci Annalisa, ti incontriamo appena smaltita la “sbornia” Sanremo per parlare dell’uscita del tuo nuovo disco Splende. La grande sorpresa è un’Annalisa cantautrice che scrive in modo convincente e traina un lavoro molto ricco. Si tratta sicuramente di una svolta, come è nata questa scelta?
E’ stata cosa fortemente voluta, un lavoro lungo che rispecchia i ritmi del mio far musica. Un ritorno alle mie origini, dato che sin da piccola ho sempre scritto ed ho continuato a farlo anche durante fasi diverse della mia carriera, quando ho focalizzato l’attenzione su progetti che mi vedevano concentrata sull’interpretazione di pezzi scritti da altri. Ora mi sento molto più completa, mi trovo in una realtà che mi rispecchia decisamente meglio. Questo disco è un lavoro del quale non cambierei una virgola, e non è una cosa facile da poter dire.
In futuro ti vedi proiettata come cantautrice o lascerai sempre spazio all’interpretazione?
Credo che resterà sempre la voglia di interpretare, ma io mi sento cantautrice e questo tratto è quello che voglio portare alla gente, anche perché è inutile esserlo solo per pochi e confinarlo alle quattro mura di casa (ride ndr). Sicuramente tornerò a interpretare brani di altri autori, purché siano scritti per me, con una certa onestà.
Obbiettivo centrato da Kekko Silvestre…
Esattamente, lui ha scritto Una finestra tra le stelle e Sento solo il presente raccontandomi, portando in queste canzoni quello che stava vivendo di me in un periodo dove lavoravamo molto insieme (Splende è il primo album interamente prodotto dal frontman dei Modà per un’altra artista, ndr) ed è stato bravissimo, ha lavorato molto facendo anche ricerca sul mio mondo e su quello che scrivo io.
A oltre due settimane dalla conclusione dell’avventura a Sanremo, qual’è il ricordo più bello che ti sei portata a casa?
Io ho un bel ricordo generico, è stata una settimana importante fatta di tante emozioni e agitazioni ma che è riuscita ad essere anche bella, si respirava un’aria molto serena; non so di chi sia il merito di questa cosa, se di Carlo Conti, della RAI o dei miei colleghi che hanno partecipato tutti con lo stesso spirito, ma ti assicuro che è stata una settimana capace di essere divertente, mi è sembrata una vera avventura caratterizzata da una sincera gioia di essere lì a cantare.
Quali brani ti sono rimasti addosso tra quelli presentati dai tuoi colleghi al Festival?
Durante le giornate sanremesi non si riusciva ad ascoltare granché, sia per il caos che per la scelta di restare concentrata sulla mia (ride ndr) ma ho recuperato con la radio in questi giorni che sto girando molto in auto. Ce ne sono molte carine, tra tutte quella di Nek e quella dei Dear Jack che mi piace moltissimo. Inoltre mi ha stupito Un vento senza nome di Irene Grandi che sul subito non ero riuscita a cogliere ma ho scoperto essere veramente bella.
Hai accennato prima ai tuoi trent’anni, che compirai ad agosto, un traguardo anagrafico di peso, che spesso porta a tracciare un primo bilancio con conseguenti riflessioni e azioni spesso consistenti. Aldilà dei progetti musicali, prevedi qualche scossone nella tua vita?
A questo riguardo delle cose forti sono già successe nell’anno passato, credi che possiamo farle passare nella rivoluzione dei trent’anni?
Beh direi di si, te lo concedo…
(Ride ndr), bene…ad esempio ho scelto che la mia base sia Savona, la città dove sono cresciuta. Una scelta non scontata che mi fa star bene anche quando sono lontana, ho girato tanto tra Roma, Torino e così via…pur essendomi trovata benissimo ovunque ho capito che per recuperare la dimensione reale fatta di affetti e intimità casalinga ho bisogno di tornare a Savona. E’stato un grande passo quello di prendere armi e bagagli e dire io voglio tornare qui, nella casa dove abitavo da sola prima che iniziasse la mia carriera musicale.
Il tuo percorso è stato lanciato da Amici, dove torni spesso come ospite. Se ti venisse proposto da Maria De Filippi di ricoprire il ruolo di direttore artistico della fase serale del programma pensi che accetteresti?
Assolutamente si, è una cosa che andrebbe fatta con la testa, mi dovrei preparare molto e con attenzione. Un ruolo che ti mette in gioco sotto molti punti di vista, sabato scorso ero lì, nella puntata che ha visto la presentazione di Emma ed Elisa, prima di entrare sono stata un pò con loro e le ho viste entrambe super preparate con appunti e molta concentrazione, a dimostrazione che questo è il modo giusto di affrontare sfide di questo tipo.
Cosa ne pensi di Emma ed Elisa, che seguiranno i ragazzi di Amici quest’anno?
Penso che mi piace molto questo duo, da un lato l’istinto e la passione di Emma, dall’altro l’intimità e la scrittura pazzesca di Elisa. Credo proprio che sarà una bellissima edizione.
Volevo avere la tua opinione su una critica che ti è stata mossa da qualcuno che ha dichiarato che in questa tua nuova fase avresti perso una certa aurea di raffinatezza per avvicinarti al pop mainstream, rischiando di perdere la tua originalità. Cosa ne pensi?
Io non la voglio vivere come una critica. Anzi per me è un obbiettivo centrato, son convinta che fare i sofisticati rivolgendosi ad un pubblico non dico ristretto ma comunque ridotto non significhi essere bravi, al massimo significa essere bravi a incontrare il gusto di pochi. L’obbiettivo vero è quello di essere sofisticati arrivando al grande pubblico, il successo vero è ampliare e riuscire a comunicare con sempre più persone. Questo è quello che voglio provare a fare e quello che cercherò di fare grazie a questo nuovo progetto.
Un’ultima domanda Annalisa, quale canzone del disco ti rappresenta di più in questo preciso istante?
Senza dubbio Una finestra tra le stelle, sono continuamente travolta dal senso di quella canzone che per me rappresenta la condivisione con il pubblico, con la gente e in questo momento grazie agli instore ne sto incontrando davvero tanta, con i loro volti e le loro storie che mi portano una grande carica che sento vivere anche all’interno di questa canzone e che io cerco di restituire loro ringraziandoli dell’appoggio che mi hanno sempre dato.
La lunga chiacchierata con Annalisa (per la quale dobbiamo un doveroso ringraziamento a Elena Tosi di Warner Music) continua parlando del contenuto di Splende, dei futuri live e di Moreno e Raige, che con lei hanno condiviso importanti esperienze. La giovane artista ci svela inoltre come è nata l’avventura che la vedrà debuttare come attrice al cinema, e ci rivela un ambizioso “sogno di Annalisa” chiuso nel cassetto…
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