Oggi alle 21:10 circa inizierà l’ultima puntata di Braccialetti rossi 2 e sicuramente una delle domande che i numerosi fan della serie si fanno è quella sul destino di Leo, ovvero Carmine Buschini.
Noi di All Music Italia oggi concludiamo la nostra serie di interviste ai protagonisti della fiction di Rai 1 proprio con una lunga intervista a Carmine.
Un’intervista frutto di 58 minuti di telefonata che sono passati veloci come un lampo perché Carmine è uno a cui piace parlare, scherzare, ridere e, dote ancor più rara, ascoltare. Io l’ho premesso subito a Carmine, non amo fare interviste troppo impostate… mi piace costruire un dialogo che dia vita a spunti inediti. E così è stato.
Questa lunga intervista rende giustizia solo in parte alla sua sensibilità. C’è molto altro che, per ragioni di spazio, non abbiamo potuto inserire…
In questi 58 minuti ci siamo confrontati sulle nostre passioni cinematografiche (la sua per Carrey e la mia per Di Caprio), abbiamo parlato di musica, di talent show… e gli ho rivelato quanto il suo personaggio e la sua interpretazione così sentita mi abbiano ricordato mia zia che non c’è più e che, anche durante la malattia, era sempre sorridente come il personaggio a cui lui da vita.
Buona lettura
ATTENZIONE: Le interviste di All Music Italia sono pubblicate in due versioni, questa versione ridotta e di facile lettura e una versione integrale molto più ricca e approfondita.
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Ciao Carmine e benvenuto su All Music Italia.
Partiamo subito parlando di Braccialetti rossi che è stata la tua prima esperienza in veste di attore dopo alcuni spot girati per la Coca cola in cui interpretavi il giovane presidente. Fino ad oggi non hai mai studiato recitazione ed hai dichiarato nelle interviste che questa esperienza è nata per caso grazie ad un agente amico di tua madre che ti ha portato a questi provini… il tuo quindi è secondo me un talento innato. Come hai vissuto l’inizio di questa grande esperienza?
No, come dici non ho mai studiato recitazione ne ho fatto parte di accademie o altro. Riguardo al talento, ti ringrazio per il complimento, io non so giudicarmi, credo che questo stia al pubblico deciderlo, io in realtà sono abbastanza critico con me stesso.
Cosa ti ricordi dei casting per la serie?
Non avevo mai fatto un provino in vita mia fino a quel momento poi in un giorno solo ho fatto sia quello della Coca cola che quello di Braccialetti rossi. Devo ringraziare Giacomo Campiotti, il regista della serie. Vedi lui è una persona molto spontanea, ci sa fare con i ragazzi, cerca sempre di metterti alla prova, di lanciare battute per cercare di capire che tipo di ragazzo sei e qual’è il tuo tipo di carattere, io e diversi altri ragazzi ne abbiamo fatti più di uno perché lui avesse la possibilità di conoscerci bene.
Il tuo personaggio, Leo, ha una storia di vita molto difficile, sempre a contatto con questa tremenda malattia che sembra non volerlo lasciare mai libero di essere felice pienamente. Leo è sicuramente un personaggio il cui approccio richiede una grande sensibilità e tu sei bravissimo nel rendere veri i suoi sorrisi, le sue lacrime e i suoi attacchi di rabbia e sconforto, sopratutto visto che nella vita sei un ragazzo molto solare. Quanto è difficile togliersi di dosso i panni di Leo e le sue sensazioni, magari dopo una scena di quelle più forti emotivamente?
Un lato divertente della recitazione è che tramite essa puoi essere anche chi non sei.
Sinceramente ad essere schietto le emozioni che io porto, ed ho portato tutti i giorni sul set, erano tutte emozioni vere. Come ti ho detto non ho molta esperienza alle spalle e quindi ho attinto dal mio Io… dalle mie emozioni.
Quindi anche le parti drammatiche, i sorrisi, le lacrime,in un certo senso mi calavo nella parte a tal punto che le provavo realmente tutte. Giacomo ci ha sempre chiesto di essere puri nelle emozioni che cercavamo di trasmettere nelle scene che giravamo, di recitare il meno possibile. Resta il fatto che dopo scene intense magari ti rimane un po’ il magone ma dopo ore ed ore di lavoro intenso allo stop, finalmente ci svaghiamo facendo altro, così riusciamo a farci scivolare di dosso quello che sentivamo sino ad un attimo prima. Al massimo ti resta il mal di testa per aver pianto per mezza giornata… (ride)
In questi due anni avete ricevuto un sacco di premi, elogi e complimenti dagli addetti ai lavori e avete un numero impressionante di fan di tutte le età che vi seguono. C’è qualcosa in particolare che qualcuno ha scritto che ti ha fatto capire l’importanza che questa serie ha avuto ed ha tutt’ora nel cuore delle persone?
Io credo che uno degli aspetti più belli è che sia i ragazzi che stanno bene, che le persone che vivono realmente queste realtà, hanno riconosciuto i valori che i personaggi che interpretiamo hanno… si sono innamorati non di noi come Carmine, Aurora, Mirko, Brando etc etc ma dei personaggi della serie e del modo in cui loro affrontano le situazioni e la malattia.
Si sono innamorati di ragazzi che non sono belli, non sono forti ma normali… malati, pelati, senza una gamba… semplicemente normali.
So che appena finirai la maturità quest’anno vorresti trasferirti a Roma per continuare a studiare recitazione. Sogni il passaggio dalla tv al grande schermo?
Sì infatti è nei miei progetti. appena finisco la maturità andrò a Roma per frequentare il centro sperimentale di recitazione.
Ovviamente poter recitare in un film per il cinema è uno dei mie grandi sogni. Vorrei anche aver la possibilità di recitare in lingua.
C’è un film che hai visto, recente o meno, che avresti voluto fare tu?
Ce ne sono diversi sinceramente, ora te ne dico uno in particolare perché amo l’attore che lo ha fatto che è Jim Carrey. Un attore che secondo me è davvero “innaturale” per quanto talento ha. La gente lo ricorda principalmente per alcuni suoi film come un attore comico ma in realtà ha una capacità straordinaria di passare dal divertente al drammatico… sono innamorato della sua doppia personalità che in parte mi ricorda il personaggio di Leo.
Riguardo a Jim Carrey, non posso che darti ragione in Truman show per esempio, ha dato secondo me una prova interpretativa magistrale…
Bravo! Mi hai letto nel pensiero era proprio quello il film che ti volevo citare. Quello è un film che mi piacerebbe girare. Questo tipo di ruoli mi piacciono molto.
Bene, ed ora essendo su All Music Italia arriviamo a parlare di musica…
La musica è un elemento molto importante della serie Braccialetti rossi. Credo che sia il primo caso in Italia dove in una fiction è così presente e in un modo così curato. Uno dei meriti è sicuramente della scrittura mai banale di Niccolò Agliardi che ha saputo cucire insieme ad altri amici musicisti delle ottime canzoni accessibili a tutti, senza rinunciare allo spessore nei testi. Non a caso entrambe le due compilation uscite su etichetta Carosello Records sono state vendutissime. Quali pensi siano gli ingredienti di questo successo anche musicale?
In questo caso la musica è nata in contemporanea con la serie e le immagini che stiamo vedendo, penso che questo sia il segreto del successo di questo connubio. Niccolò poi è bravissimo e infatti viene considerato da tutti il sesto braccialetto rosso perché e con noi sin dall’inizio.
Le tue passioni sono la pallanuoto e la musica. Hai iniziato a suonare la chitarra qualche anno fa e hai continuato… recentemente per esempio hai intonato in una puntata Ogni volta di Vasco Rossi e spesso hai accompagnato Agliardi sul palco lo scorso anno. Tra le tue ambizioni c’é quella di provare la strada della musica? Ti piacerebbe?
E’ vero ho iniziato a suonare la chitarra a dodici anni. quella per musica è una passione che è cresciuta negli anni e ultimamente si è aggiunta anche quella per il canto. è un mondo personale che uso per raccontarmi. La musica a volta riesce a dire più delle parole, quindi quando sono giù di morale la prima cosa che faccio è prendere la chitarra e suonare… altre volte mi capita anche di suonare per gli altri… per stare in compagnia. Per ora ti dico che non si sa mai, magari insieme alla recitazione potrei un giorno cimentarmi anche con la musica… di sicuro è qualcosa che non abbandono in quanto la sento parte di me.
Hai mai provato a scrivere qualcosa di tuo?
Ho scritto solamente un testo in prima media e da allora l’ho revisionato svariate volte negli anni fino ad oggi. Mi spiego meglio la canzone è sempre quella ma crescendo ho fatto degli aggiustamenti, cambiato qualche parola ed ora credo sia arrivata alla sua forma definitiva. L’ho fatta sentire solamente a Niccolò e a qualcuno del cast. E’ una canzone che mi rappresenta molto, si chiama Vivendo e la cosa incredibile è che ogni anno che la suono la sento sempre in modo diverso.
Ma Carmine che musica ascolta?
Riguardo ai generi mi piace muovermi in campi completamente opposti l’uno dall’altro. Per esempio… Sum 41, i Passengers, Bailando di Enrique Iglesias… tra gli italiani Ligabue e Vasco Rossi in primis e poi, come ti ho detto, da poco mi sono avvicinato grazie a Niccolò ai grandi della musica italiana come Vecchioni.
Siamo quasi in chiusura e ti chiedo se hai qualche nuovo progetto in cantiere…
Per il momenti posso dirti che si sta pensando alla terza stagione di Braccialetti rossi che si dovrebbe girare quest’estate… altro per ora non posso dire, ma qualcosa ci potrebbe essere.
A volte chiudo le interviste con una domanda un po’ “Marzulliana”: c’è una domanda che non ti hanno mai fatto nelle molte interviste e ti è capitato di pensare “nemmeno questa volta me l’hanno chiesto…” (nel porgli la domanda gli faccio l’esempio della risposta che mi diede Amara qualche settimana fa parlando dell’in bocca al lupo e della sua risposta “che Dio lo benedica”. Per chi se la fosse persa potete leggerla qui .Nda)?
Onestamente no, o almeno al momento non mi viene in mente però questa domanda/risposta di Amara è davvero bellissima!! (inizia a ridere di gusto .Ndr)
Grazie per la chiacchierata nell’attesa di vederti condurre un programma di musica (All Music Italia il sassolino lo ha lanciato)…
Grazie a te!
All Music Italia ringrazia Carmine Buschini per la disponibilità e Viviana Ronzitti che ha reso possibile l’intervista.
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