Prima di parlare è il titolo del nuovo disco di Nek che arriva nei negozi con qualche settimana di ritardo dalla conclusione del Festival di Sanremo, dove è stato uno degli indiscutibili protagonisti. Un album che porta con se un’aspettativa diversa dal solito , rinnovata rispetto agli ultimi lavori del cantautore emiliano forse non troppo incisivi, con il supporto di una bella canzone come Fatti avanti amore, che al Festival, oltre a classificarsi seconda ha svelato tante (belle) novità che riguardano Nek, in gara dopo diciassette anni dal suo debutto, in un momento di rinascita, pieno di voce e grinta e con la voglia di esserci e dimostrare quanto ha ancora da dire.
Prima di parlare è un disco curato, ben scritto e prodotto, che guarda al futuro ma parla al presente e rappresenta la grande occasione di Nek per tentare un riposizionamento in un mercato sempre più affollato e confusionario, dove tutti vogliono essere originali e futuristici senza riuscirci quasi mai, tralasciando l’importanza di restare se stessi ed approfondire ciò che si sa far bene.
A comporre l’album dieci inediti ed una cover in cui Filippo ritrova l’efficacia dei testi e degli arrangiamenti che hanno fatto la storia ed il successo delle sue canzoni più conosciute, da Laura non c’è a Lascia che io sia, ritornando ad un approccio più diretto e pop nella costruzione dei brani che risultano efficaci ed orecchiabili fin dal primo ascolto, centrati quanto basta tra pop, melodia e spunti elettronici. Nessuna avanguardia intendiamoci, ma un album concreto, scritto con passione e largamente fruibile da diverse fasce di pubblico non necessariamente relegate ad un’appartenenza generazionale.
Tra i contenuti tanto amore e privato, nelle ballate come nei momenti più up tempo, trattato questa volta sotto un profilo diverso, più adulto che in passato, senza mai diventare troppo “facile” o melenso , ma in modo consapevole e sopratutto sincero (Nati insieme, Io ricomincerei) ; si passa con scioltezza dal mantello cantautoriale ed intimistico (Sono arrivato qui), ad uno slancio power su un testo sul sociale (Credere amare resistere) mantenendo di base una forte coerenza che è il legante del tutto, ed in generale di tutta la produzione di Nek.
La parte strettamente musicale gira tutta attorno all’essenzialità di una batteria sempre pulsante (Quello che non sai) e alle chitarre immancabili, talvolta tese (Prima di parlare) ma anche dolci (Il tuo vero nome).
Bella e vincente l’idea di Se telefonando versione 2.0, perché a rifare un pezzo di Mina ci vuole un gran coraggio a prescindere, e Nek oltre ad averlo dimostrato, ha impacchettato un’ottima prova sfoggiando una voce ed un controllo che in pochi, tra i suoi colleghi/coetanei festivalieri, hanno altrettanto ben conservato.
CANZONE MIGLIORE: Sono arrivato qui
VOTO:7.5/10