Oggi vi parliamo di Enrico Nascimbeni, nome di spicco della cultura italiana, musicale e non. Una carriera divisa tra la professione di giornalista e quella di cantautore, avviata quando sui banchi di scuola nasce la grande amicizia con Roberto Vecchioni che presto si trasforma in sodalizio artistico. Una serie di esperienze importanti e spesso non facili, come nel caso della sua ultima fatica letteraria, un libro di poesie intitolato Sognando di vivere a trecento all’ora su una macchinina a pedali.
Un titolo che è una frase scelta per descrivere l’esistenza dell’autore, nata dal pugno di Roberto Vecchioni, per un’opera che diventa però subito il condensato di Nascimbeni e della sua natura. Una raccolta autobiografica dove l’autore porta se stesso, perennemente in bilico tra l’attitudine ribelle e l’innocenza che ben contrasta il suo esser duro e spesso non facile. Un libro di poesie che ha raccolto molti consensi, guadagnandosi prestigiose recensioni come quella dedicata al progetto dal Corriere della Sera, dove già la sua precedente fatica letteraria era stata presentata proprio con una recensione di Roberto Vecchioni.
Sognando di vivere a trecento all’ora su una macchinina a pedali è un lavoro che porta con sé il dna dell’autore anche nelle attività promozionali, avviate con l’esordio alla Fiera Internazionale del libro di Francoforte e proseguite con un Nascimbeni impegnato a presentarlo tanto nei “salotti buoni” quanto in contesti molto lontani dai circoli letterari che contano, come nelle carceri e nei campi Rom.
ENRICO NASCIMBENI – Sognando di vivere a trecento all’ora su una macchinina a pedali
Un nuovo importante tassello nella lunga carriera di un nome riconosciuto dalla critica come uno dei più grandi poeti contemporanei del nostro paese. Una carriera sviluppata negli anni dal controverso talento di Nascimbeni, nato a Verona il 20 novembre 1956, laureato in Lettere Moderne e Filosofia, che si afferma come giornalista professionista, cantautore, autore e scrittore.
Una produzione artistica enorme la sua, con 12 album all’attivo e 8 libri scritti, in un’attività caratterizzata anche dagli eventi live che per oltre 700 date lo hanno visto salire su un palco. La sua attività giornalistica lo ha visto inviato di guerra (a Sarajevo, durante il conflitto dei Balcani) e protagonista di storiche esclusive, come l’intervista ad un Bettino Craxi esiliato ad Hammamet, dopo aver seguito in prima persona l’esplosione dell’inchiesta Mani pulite.
Un personaggio eclettico, capace di dare un forte contributo alla musica italiana, grazie alla sua indole predisposta alla collaborazione, a partire da quella con Vecchioni con il quale collabora alla realizzazione dei brani Vincent e L’ultima notte di un vecchio sporcaccione, che li ha visti protagonisti insieme in una memorabile esibizione nel corso del Premio Tenco 2003. Una lunga serie di collaborazioni che lo vedono scrivere brani che verranno poi interpretati da moltissimi nomi della nostra scena musicale, andando a coprire diverse generazioni di cantanti da Mango a Syria e Paola Turci, passando per Marco Carta e Francesco Baccini.
Una produzione musicale che ha ottenuto grandi riscontri anche quando lo stesso Nascimbeni è protagonista assoluto, raggiungendo la vetta delle chart Itunes per gli album più venduti, come nel 2009 quando con l’album Uomini sbagliati diventa l’artista italiano più scaricato dell’anno, dimostrando la non scontata affinità tra la sua proposta artistica di un certo peso e il mondo del web.
Un’attività che ora è indirizzata all’editoria, dove si occupa di curare la collana di prosa e poesia Le due anime per la casa editrice Rupe Mutevole, ma che ci auspichiamo possa portarlo presto alla produzione di un nuovo progetto musicale al quale sembra stia lavorando e che dovrebbe ripartire dal lancio della sua versione di Vincent (versione italiana del pezzo di Don McLean), capace di riportare in scena gli affascinanti contrasti della sua anima tradotti in musica.
ENRICO NASCIMBENI – OVUNQUE