12 Aprile 2015
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12 Aprile 2015

RECENSIONE – È arrivato Remo – ANDREA MAESTRELLI

La recensione di oggi è tutta di Andrea Maestrelli e del suo "È arrivato Remo"... 12 tracce che ci portano nel solare e intelligente mondo del cantautore

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È arrivato Remo è il disco d’esordio di un giovane cantautore chiamato Andrea Maestrelli (che via abbiamo già presentato tra le nostre Nuove Proposte QUI).

Un artista che a dispetto della giovane età ha già personalità e stile molto a fuoco, il tutto messo al servizio di un disco che racconta molto dell’autore e dell’indole con la quale affronta la realtà e gli spunti in essa contenuti.

Dodici brani che partono decisi dopo un’introduzione (dedicata al titolo) con Sarà per questo, pezzo dall’andatura sorridente ma non leggera, solare riflessione sulla sofferenza che non deve cancellare la voglia di farcela e di sperare.

Si prosegue con Holden scelto come singolo forse proprio perché carico della vitalità di Andrea (che si ritrova anche nel relativo video) che qui, partendo da uno spunto letterario confeziona questo impeccabile inno alla voglia di fuga.

Un lavoro caratterizzato anche da una forte componente autobiografica che arriva in Analitico, autoritratto di un artista e della sua dirompente voglia di crescere che si trasforma in esortazione a lottare per diventare ciò che si vuol essere.

Un filone dove Andrea rende al meglio, che prosegue in Sergio dove troviamo la celebrazione della grandezza di chi nella vita è un punto di riferimento: qui ha il volto del padre di Andrea, mentre nella mente di chi ascolta diventa il “Sergio” di ciascuno, il miglior esempio di umanità che sta accanto a noi e che siamo portati a riscoprire in questo pezzo che,  grazie ad un frammento di intimità, ben veicola l’intensità un messaggio che arriva limpido e forte, forse amplificato proprio dal coinvolgimento dell’autore nel cantare di una figura tanto bella e a lui vicina.

Si cambia registro con Agosto: ritmo “raggaeggiante” per un energica botta di cazzeggio che coinvolge il collega e amico Antonio Maggio in un featuring che resta piacevolmente stampato in testa, come una di quelle foto delle vacanze estive meglio riuscite, di quelle che non necessitano di filtri per essere calde e ben a fuoco.

Il ritmo rallenta e con Farei di tutto svela un lato romantico e intenso che però non rende al meglio il potenziale di Andrea, che esplode su altri lidi, come in Bacco Tabacco dove il nostro si riaccende con un uso divertito e ficcante di parole e modi di dire, in un pezzo che si scalda e ci scalda con del sano rock’n’roll, portando con sè anche un omaggio a Titanic di De Gregori.

Scorrendo la tracklist arriviamo a Come nel ’53, un pezzo per il quale il Maestrelli andrebbe premiato fosse anche solo per l’aver celebrato due piaceri che nella vita vincono sempre a mani basse: il vino rosso e Elvis Presley.

Tutto ciò musicato in un atto d’amore per una cultura lontana nel tempo ma viva e vitale più che mai, creando un’atmosfera che riporta la mente ad cercar di evadere dalla realtà, questa volta rifugiandosi nel ricordo fantasioso di tempi andati e miti indimenticati.

Nel disco c’è spazio anche per l’ironia, con Siddharta che da un lato sfotte mode e manie spiritual new age ma dall’altro riflette per bene sul tema del viaggio, che aldilà di mode e manie resta l’antidoto migliore ad un’esistenza avvelenata che fa vagar per strada persone “… col viso da cane..“.

Con Penny Black il ritmo torna lento e struggente, in un pezzo carico di sfumature che porta con sé un racconto intriso di malinconia e portatore di un gran bel senso.

La processione è la ballata che chiude degnamente l’album, ricostruzione di un microcosmo di paese dotata di storia che viaggia con sapiente furbizia sul confine tra sacro e profano, portando in musica l’amore incastrato in una cornice atipica, capace di dimostrare un talento di penna molto più saggio e coraggioso di quanto sembrerebbe ad un primo ascolto.

Un talento forte, solare e intelligente quello di Andrea Maestrelli, che con È arrivato Remo porta al pubblico una produzione ricca e capace di far arrivare tutto il proprio potenziale, trasportandoci in un esempio di giovane cantautorato che vive in campi assolati e pieni di vita, lontani dal grigio e fumoso nozionismo che spesso si collega alla musica d’autore.

Un debutto che ognuno di noi vorrebbe fare nella vita, in qualsiasi campo ci si trovi ad operare, centrando un risultato bello e capace di trasmettere un’intensità non comune senza né scendere a compromessi né risultare pesante.

Un esordio che mette di buon umore e lascia intravedere un futuro ricco di soddisfazioni per Andrea Maestrelli (e per la Rusty Records che qui dimostra gran fiuto), che a soli 24 anni ora ha come unico cruccio il dover dimostrare di saper coltivare e mantenere nel tempo un talento davvero convincente. E tra tutti i problemi che avrebbe potuto avere a 24 anni, dopo aver scelto di votare la propria vita alla musica, c’è da dire che non può di certo lamentarsi…

 CANZONI MIGLIORI: La processione, Bacco Tabacco, Come nel ’53