Voleva pensarci per bene, lavorare con calma e senza pressione, avere il tempo per decidere se dare forza alle composizioni in inglese o cedere all’incalzare della logica che lo voleva, dopo Sanremo, dare seguito a quelle in lingua madre. Tutto questo e non solo nella testa di Lorenzo Fragola, che approda nei negozi, ( finalmente diranno le tante fans frattempo ribattezzate “fragoline“) , col suo primo disco di inediti, che porta telegraficamente come titolo il suo anno di nascita, ovvero 1995.
La cosa che emerge a primo ascolto da questo lavoro è che, effettivamente, il giovanotto ha una capacità di scrittura molto internazionale, con dei mentori d’oltremanica abbastanza evidenti, quali James Blunt, da cui eredita la tonalità similare oppure James Morrison di cui non ha il graffio ma parecchie sfumature e inflessioni; e sono proprio quest’ultime che rendono interessante l’altrimenti abbastanza modesta varietà d’azione vocale messa in campo nelle 13 canzoni che compongono 1995.
Questo non è un difetto, s’intenda; ci sono grandissimi artisti che hanno voci piccole e quella del neanche ventenne Lorenzo può solo migliorare, acquisire spessore. Per il momento c’è di certo una bella capacità autorale, una sapienza pop, vestita con accenti folk in alcuni casi e di questi tempi, data soprattutto la giovane età, non è certo poca cosa. Laddove poi non arrivano le sue composizioni ci si avvale di collaborazioni nemmeno troppo scontate, come Tom Odell, anche lui giovanissimo, “scoperto” ed iniziato alla musica professionistica da un’altra artista importante: se per Fragola la nave scuola è stato il suo mentore di X-Factor, Fedez, per Odell, ci ha pensato la “regina degli air ballons” Lily Allen. E’ lui che firma l’iniziale The rest, che difatti puzza di british già dalle prime note. Per continuare sul repertorio inglese è Best of me che dona una sferzata d’energia, con la sua batteria sostenuta negli incisi, che potrebbe avere ragione anche in mercati esteri, dove invece la pur bella The reason why, già lanciata ad X-Factor e doppio disco di platino, non è stata lanciata.
Lorenzo Fragola ci mette anche il faccino pulito, con occhioni grandi e furbi e questo meglio supporta invece le canzoni in italiano, come un giusto soprabito. Ne è esempio la sanremese Siamo uguali, pop di maniera con rafforzi corali nell’inciso; quante ragazzine si saranno sciolte a quegli occhi che dicono : “potrei darti il mondo, tranne me” ? La versione acustica di Dangerous di David Guetta è un bel colpo assestato a centro tracklist, spot di come ama lavorare Fragola, con una chitarra e poco altro, cosa che emerge anche nella sentita chiosa di Who i am ? dove “Ho incontrato Dio, guardato nei suoi occhi e chiesto:” chi sono io“? Sarà arrivata risposta?
Non manca qualche passo semplicistico come #fuori c’è il sole dove si gioca con il linguaggio giovanilistico che vede nel condividere uno dei verbi più usati e nel cancelletto, che per chi ha appena 10 anni di più era solo un tasto inutile del telefono, un simbolo di presenza, il tutto su un arrangiamento vagamente country che pare essere l’ultimo amore dei nostri assi del pop, con risultati a dire il vero alquanto discutibili. Tra gli autori anche Rebecca Ferguson per Homeland ed il nostro Nek per Da sempre, che sembra strappata dalla tracklist del suo ultimo e buono Prima di parlare ma comunque surclassata da La nostra vita è oggi, dove è Ermal Meta ad aiutare Lorenzo ad esprimere al meglio il concetto del: “adesso siamo qui, viviamo adesso e non in funzione di tempi migliori“.
1995 è un disco che ha le sue carte da giocare per affermarsi tra i successi e concedere a Lorenzo in questo modo altro tempo ancora per maturare, per attendere magari quella risposta da Dio, e una volta avuta, spiegare anche a noi, magari chi è per davvero.
CANZONI MIGLIORI: La nostra vita è oggi / Who i am?
VOTO: 6 e mezzo/10