Confesso che non era previsto che scrivessi un editoriale… soprattutto alle 5 del mattino (quindi eventuali refusi a sto giro me li abbuono sappiatelo)… ma alcune cose non possono essere previste… ci sorprendono, per fortuna.
Come Tiziano Ferro in concerto allo Stadio San Siro di Milano ieri sera; anche se, a dirla tutta, Tiziano mi ha spesso sorpreso, ma vederlo su quel palco non rientra tra questi casi…
Già ai tempi del suo secondo disco, 111… io andavo ripetendo con sguardo un po’ folle “questo ragazzo diventerà – il Vasco Rossi del pop italiano -“.
E per fortuna non mi sbagliavo.
In questi giorni molti di voi avranno già assistito a questo monumentale show che è il primo tour di Ferro negli stadi.
Tutti i siti e i quotidiani ne hanno parlato, quindi non vi dirò nulla di nuovo se vi racconto che Tiziano con il suo team ha messo in piedi il concerto più internazionale che un artista italiano ha mai allestito.
Dall’inizio, che vede il cantautore lanciato da un pacco sorpresa a 20 mt di altezza dal palco, alle luci, i led luminosi che ricreano la forma e i passi di danza dell’artista sulle curve dello stadio, e poi i mega schermi capaci di prendere letteralmente vita e mutare colori e forme riuscendo sempre a dare agli occhi quello che il cuore sta recependo in quell’esatto momento; Palazzi antichi ne La differenza tra me e te, tramonti per Sere nere, una gabbia luminosa in Senza scappare mai più fino alla città futuristica in continuo movimento di Stop dimentica solo per farvi qualche esempio… no, lo so non vi sto dicendo nulla di nuovo, e non lo faccio nemmeno quando vi dico che Tiziano appeso ad un elastico salta e balla sospeso sul palco… tutto già detto, scritto e letto.
Ma vederlo vi assicuro che è tutta un’altra cosa, perché raramente un concerto dal così forte impatto scenografico riesce a non distrarre dal punto focale: le canzoni.
Eppure Tiziano ci è riuscito, nessuna canzone ha perso un briciolo della sua potenza (per i pezzi up tempo) o della sua visceralità (per le ballate in cui Ferro è maestro).
Posso però spiegarvi perché nel lontano 2001 iniziai a fondere la testa di tutti i miei amici con la sua musica trascinandoli in uno dei suoi primi concerti all’Idroscalo di Milano dove eravamo 60 persone, zanzare comprese.
E posso provare a spiegarvi perché dal 2003 ripetevo fino allo sfinimento che lui sarebbe diventato il “Vasco Rossi” della musica pop italiana davanti agli occhi straniti dei miei amici che mi guardavano come se avessi bestemmiato durante la messa.
Che vi posso dire ragazzi, io dentro di me sapevo che un giorno avrei assistito allo che ho visto ieri sera… perché ascoltando Tiziano, cantando e ricantando i suoi testi avevo intuito che aveva un segreto, e no, il segreto non era il suo orientamento sessuale. Il segreto era che Tiziano non stava semplicemente cantando e componendo musica, Tiziano stava facendo qualcosa di molto più importante e complesso: stava affidando alla musica il compito di provare ad essere l’unica cura possibile per un malessere interiore ben più grande di quello che lasciava trasparire… il segreto era che Tiziano era “la Laura Palmer” della musica italiana (e per chi non conosce Laura Palmer si metta subito dietro alla lavagna con cappello da asino ma con davanti un televisore per guardare tutta la serie tv di David Lynch, I Segreti di Twin Peaks, continuando a fare mea culpa nel durante).
Non lo so perché, ma io sentivo che Ferro stava cercando un motivo per vivere, e lo ha trovato proprio nella musica.
Per questo le sue canzoni sono diventate così importanti per tante persone. Perché quello che scrive e canta Tiziano se lo strappa letteralmente dalle budella… è tutta verità.
Lo so si pensa che sia così scontato che un cantautore canti la verità ma non è così… proprio per niente, a volte è più facile che i cantautori dipingano nelle canzoni quello che vorrebbero essere, piuttosto che quello che sono.
Tiziano nella sua musica non ha mai mentito!
Ed è grazie a questa sincerità disarmante, grazie a tutta la sofferenza che ha inciso sulla sua pelle in questi quattordici anni, cantandola senza raccontarla, che è diventato l’artista capace di riunire in uno stadio persone di ogni età, sesso ed orientamento sessuale facendole emozionare con le sue parole.
Tiziano ha sempre scritto d’amore, e l’amore che ha cantato è semplicemente il sentimento che muove ognuno di noi. Non ha altre definizioni o forme, come dice lui L’Amore è una cosa semplice, meno semplice è quello che è riuscito a fare lui… ha infranto le barriere che nel nostro paese purtroppo sono ancora ben radicate… ma che al suo concerto spariscono… e così, che tu sia omosessuale o eterosessuale, sei lì semplicemente al fianco di un altro essere umano cantando con lui dello stesso amore che in quell’esatto momento come per magia non divide più, ma unisce.
Tiziano come un novello Vasco capace di unire persone diversissime tra loro solo con la potenza della musica e delle parole.
Ed è lui stesso ad affermare che non desidera niente di più di quello che ha in questo momento, per un semplice motivo… sta bene… oggi è felice.
Ecco, la musica ce l’ha fatta, lo ha salvato… ma forse quando pronuncia queste parole sincere non ha l’esatta cognizione che non è il solo ad essere tornato alla luce grazie alle sue canzoni… probabilmente nemmeno immagina quanto persone ha salvato salvandosi…
e se questo non è un chiaro segno che la musica è un miracolo, allora non io so cos’altro lo sia.
Ps. di seguito trovate alcune foto e qualche frammento video del concerto… mi permetto di pubblicarli per un solo motivo… la speranza che gli indecisi si decidano a non perdere uno spettacolo di tale bellezza.
Il Direttore