10 Agosto 2015
di Direttore Editoriale
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10 Agosto 2015

MIKA lancia l’hashtag #rompiamoilsilenzio perché FRXCIO is the new FIGLIO DI PUXXANA

Sui manifesti di MIKA appare la scritta "FROCIO".Arriva la replica del cantante e i msg di appoggio dei colleghi ma ora non bisogna tornare a tacere

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La rete si risveglia oggi al “suono” del hashtag #rompiamoilsilenzio lanciato da Mika e l’eco mediatico è tale che questa frase entra subito nei trend topic di Twitter.
Perché ci vogliono convincere che il nostro sia un paese che ha altre priorità, che non necessita di leggi contro la violenza di carattere discriminatorio (che sia discriminazione per il colore della pelle, per la religione o per l’orientamento sessuale poco importa)…
Perché vogliono convincerci che al popolo italiano non interessa se due persone dello stesso sesso che si amano non hanno nessun diritto… se vengono insultate e derise per la strada… se vengono picchiate a sangue…
E nel frattempo giovani ragazzi si tolgono la vita, vengono insultati e picchiati per il loro orientamento sessuale (vero o presunto) mentre persone meno giovani vivono una vita segreta incapaci di sfuggire al pregiudizio, alla paura e alla vergogna che la nostra società ci ha impiantato dentro come un microchip.

E allora Rompere il silenzio è necessario perché viviamo in un paese in cui se vedi un manifesto di un cantante, in questo caso Mika, non ci disegni i baffi, non gli fai le corna in testa… no, ci scrivi sopra FROCIO.

Ma se qualcuno si fosse perso l’accaduto in questa domenica d’agosto veniamo ai fatti…

Mika terrà un concerto al Nelson Mandela Forum il prossimo 30 settembre e, ovviamente, per le strade della città sono stati appesi i manifesti che pubblicizzano l’evento.
Succede che qualcuno con molto tempo libero, al punto da essere inconsapevole che forse sarebbe meglio se impiegasse quel tempo prezioso a cercare di farsi prima un esame di coscienza, quindi a studiare un po’ di storia partendo magari dalle parole Hitler e Genocidio, deturpi il manifesto con un enorme scritta: “FROCIO“.

Giornali e siti web prima a questa parola hanno aggiunto i più svariati aggettivi… vergognosa, squallida, idiota… io non lo farò per un semplice motivo. Non starò qui a fingere che quella parola la usino solo pochi deficenti come chi ha “decorato” quel manifesto.
Non starò qui a fingere che l’offesa più usata tra i giovani al giorno d’oggi non sia FROCIO DI MERDA… no ragazzi mi spiace dirvelo ma come direbbe qualcuno “FROCIO DI MERDA is the new FIGLIO DI PUTTANA“. Non ci credete?
Fatevi un giro in un qualsiasi posto frequentato da adolescenti (e non solo)… un oratorio, un cinema, un centro commerciale, un luna park… vanno bene anche le strade del centro di Milano, fatevi un giro osservate i giovani in gruppo e ascoltateli… capirete che purtroppo quella parola viene usata come il peggior insulto da rivolgere al ragazzo di sesso maschile di turno. Non esiste per gran parte di loro insulto peggiore.
Provare per credere…. io la scorsa settimana stavo tornando da Arezzo in treno, nel mio vagone c’era un intera scolaresca di adolescenti di ritorno da una gita con le suore… due ore di viaggio con cinque adolescenti imbizzarriti che, tra un pugno e uno spintone, quando dovevano davvero farsi male tiravano fuori la parolina magica “Sei uno schifoso frocio di merda… ricchione“.

Alcune volte questa parola la sentirete sbandierata, altre volte sarà un semplice sussurro accompagnato da qualche risatina stupida.
Rammento ancora oggi dove mi trovavo quando Tiziano Ferro fece outing attraverso le pagine di Vanity Fair. Un gesto molto coraggioso.
Era un mercoledì di novembre quando l’intervista uscì se non ricordo male e, ovviamente, le edicole era tappezzate con la copertina della rivista con il titolo ben in evidenza “TIZIANO FERRO: Mi voglio innamorare di un uomo“.
Ricordo che quella mattina entrai in un tabacchi e quando uscii c’erano quattro o cinque ragazze diciottenni (o poco meno) all’uscita dal negozio. Come delle comari di paese ciacolavano: “Ma hai sentito? Ferro è frocio. mamma mia che delusione” e un’altra gli faceva eco: “davvero, ma chissà come mai…“.
Il resto della conversazione ve lo risparmio perché ci sarebbe davvero da mandarle in esilio sull’isola d’Elba.
Per fortuna i giovani non sono tutti così (e questo va sottolineato!)… per fortuna in alcuni casi la musica riesce ad andare oltre l’ignoranza delle persone e posso dire che è stato bello qualche settimana fa vedere lo stadio San Siro di Milano pieno di gente che cantava le canzoni di Tiziano; persone di tutte le età, di tutte le provenienze geografiche e sociali… anche persone che magari se vedono un omosessuale pensano ancora che serva mettersi spalle al muro… però erano lì a cantare… e questo è un piccolo segno che possiamo ancora sperare.

Sperare si, ma senza dimenticarci che per quel che riguarda la discriminazione sessuale il nostro paese ha ancora un sacco di problemi.
Mancano le leggi, quelle che tutelino dalla violenza e dalle discriminazioni, e quelle che concedano diritti al punto che siamo stati anche redarguiti recentemente dall’Unione Europea.
Delle leggi sarebbero un primo grande passo in un paese come il nostro in cui questa benedetta famiglia del “Mulino bianco” (sempre che la famiglia del Mulino bianco rappresenti quella tradizionale, ma è un modo di dire) non si sa di cosa abbia paura, forse che gli omosessuali gli interrompano la produzione di Tegolini?
Ma purtroppo il problema più grande del nostro paese è culturale.
Le nostre scuole non sono attrezzate ad insegnare fin dalle elementari il rispetto per le diversità, quali esse siano, e questo è un processo che dovrebbe partire immediatamente.
Va detto che insieme alle scuole sarebbe il caso che questa cultura e questo rispetto venga insegnato in primis anche ai nostri politici che, in più di un occasione, si sono lasciati scappare frasi infelici o concetti retrogradi, ignoranti e lesivi della dignità degli omosessuali. Mi viene in mente il nome di un politico della Lega a cui spesso viene data parole nei talk show della televisione italiana. Ecco toglietegliela subito. Perché va bene la libertà di pensiero, ma c’è un confine che non andrebbe mai superato, soprattutto da parte di chi ci governa.

Avevo visto la foto della scritta sui miei manifesti e il mio istinto era di lasciar stare… che l’odio di alcune persone, una cosa che conosco bene, era meglio ignorata. Ma voi avete ragione #rompiamoilsilenzio non ho paura di chi mi discrimina. Nessuno deve averne. L’amore fa quel che vuole“.

Queste sono state le parole di Mika in risposta a quella scritta sul suo manifesto ed ora se ne sta parlando tanto e questo è un bene.
Ma è anche vero che questo eco mediatico arriva dal fatto che un personaggio noto ha deciso di non stare zitto e rispondere per le rime agli insulti. Quello che non deve assolutamente accadere e che questa indignazione duri qualche giorno o settimana al massimo per poi svanire nel nulla.

La notizia di un ragazzo picchiato da sei coetanei (4 uomini e 2 donne) con pugni, calci e catene a Genova è di pochi giorni fa. Lo hanno aggredito solo perché una delle ragazze era convinta che stesse guardando il suo fidanzato e gli ha urlato contro “brutto gay, non guardare il mio ragazzo“, lui ha cercato di far capire che era solo soprappensiero, ma non c’è stato verso; sceso dal pullman è stato massacrato in una maniera talmente brutale da causargli un ematoma cerebrale che lo ha mandato in coma, salvato in extremis da un intervento di neurochirurgia.
Stiamo parlando di qualcosa accaduto una manciata di giorni fa, eppure quel giorno non c’è stato nessun trend topic su Twitter, qualche tweet qua e là ma perlopiù silenzio…

Ecco a cosa deve servire l’hashtag #rompiamoilsilenzio, a non rassegnarsi, a smetterla di creare divisioni, e a non farsi sentire solo quando ad “alzare la voce” è qualcuno di famoso.
Per Mika in queste ore si sta alzando un coro di tweet e messaggi di solidarietà da parte dei suoi colleghi: Simona Ventura, Eros Ramazzotti, Elisa, Paola Turci, Lorenzo Fragola, Fedez sono solo alcuni dei nomi che si sono espressi al riguardo con parole di solidarietà bellissime perché Mika, prima che un cantante e un’artista, è un uomo, un essere umano. Molti di questi nomi non è la prima volta che si fanno sentire in difesa delle persone discriminate per il loro orientamento sessuale.

Ecco ora però trascorso qualche giorno non tornate in silenzio perché la gente ha bisogno di voi per farsi sentire… voi potete fare di più, non so dirvi cosa, se una petizione, una raccolta firme o una manifestazione, ma avete il “potere” di farvi ascoltare, di chiedere un cambiamento perché sappiamo tutti che, se parte da un personaggio noto che a sua volta coinvolge altri personaggi conosciuti, un messaggio ha un altro eco mediatico rispetto alla gente.
Forse voi avete veramente la possibilità di rompere il silenzio definitivamente con l’aiuto delle persone che vi seguono. Perché la brutta verità di questo paese è che troppo spesso “le persone comuni” non vengono ascoltate da chi le governa.

#rompiamoilsilenzio

 N.B. Ovviamente l’immagine di questo articolo è una provocazione sul fatto che ci sono tanti modi per esprimere che qualcuno non ci piace… fisicamente, caratterialmente… la parola Frocio in una società civile non dovrebbe rientrare tra queste però.