Oggi vi parliamo dei Laurex Pallas, un gruppo che con il loro ultimo lavoro discografico intitolato La Prestigiosa Milano-Montreux, chiude un ciclo portando a compimento la Trilogia della Fatica, progetto che si ultima con un disco lanciato dal singolo Magari Fosse Vero.
Un lavoro ambizioso nato nel 2007 e composto da tre album, tre tappe di quello che viene presentato dal gruppo attraverso una serie di metafore che uniscono il mondo musicale a quello ciclistico: tre dischi fatti “con la pazienza di un velocista in salita”, senza il “doping dell’autotune e dell’editing estremo”.
Il tutto inizia con La Classicissima Coppi-Mèrcuri nel 2007 e prosegue poi con L’Ultima Liegi-Bastogne-Wembley nel 2011, mentre il 25 settembre 2015 è uscito l’ultimo capitolo, La Prestigiosa Milano-Montreux, anticipato negli scorsi mesi dall’estratto Magari Fosse Vero.
Un primo singolo che ben si presta a rappresentare lo spirito di questo progetto discografico, un brano che prende spunto dalle più note leggende metropolitane per portare in scena il personale e originale stile divenuto ormai marchio di fabbrica della brigata Laurex Pallax.
Un mondo fatto di musica, ironia ed evocazioni rese al meglio dalle immagini del video realizzato per accompagnare Magari fosse vero.
LAUREX PALLAS – MAGARI FOSSE VERO – VIDEO
Un pezzo che lancia la volata del disco, registrato tra Mantova e Milano e prodotto da Antonio “Cooper” Cupertino, portatore di novità nella produzione dei Laurex Pallas, decisi più che mai ad alzare l’asticella rispetto ai lavori precedenti, provandoci con innovazioni tanto nella composizione quanto negli arrangiamenti e nella scelta degli strumenti chiamati a dare vita a La Prestigiosa Milano- Montreux.
Un progetto interamente autoprodotto, La Prestigiosa Milano- Montreux prende il nome da una gara immaginaria (come nel caso dei due precedenti capitoli), una prestigiosa corsa a tappe che inizia in Lombardia e termina a Montreaux, in Svizzera, luogo non scelto a caso in quanto conosciuto per il jazz e dove ha avuto sede uno dei più importanti studi di registrazione della storia della musica rock.
Una sorta di colonna sonora che accompagna il pellegrinaggio dei Laurex Pallas verso questo “santuario” del rock, dove si possono trovare moltissimi elementi a sorpresa – come note e incursioni fuori tema – chiamati a spezzare l’equilibrio di una serie di canzoni piacevoli e apparentemente facili.
Un album nato seguendo un concetto ben preciso, che sceglie di smarcarsi dalle logiche più scontate come racconta lo stesso gruppo nel presentarlo: “Perché non ci piace la strada più breve. Perché senza cambiare percorso, nello stesso scenario di suoni piatti, parole ovvie e tappe in pianura ci annoiamo a morte. Perché Laurex Pallas non sarà mai un’abitudinaria casalinga che fa la cyclette. Perché i bimbi crescono, le mode cambiano ma la voglia di faticare è rimasta la stessa. E soprattutto perché Laurex Pallas è la nostra casa e non smetteremo di pedalare, cantare e suonare nemmeno dopo aver tagliato il traguardo!”
Un nuovo convincente passaggio nella storia di questo gruppo, che dopo esser passato per un evoluzione artistica, umana e tecnologica, presenta al pubblico la loro personalità musicale, descritta dagli stessi in maniera efficacemente ironica come se fosse un cocktail sospeso tra il serio e il faceto, composto da: 20% di Enzo Jannacci, 20% di Gino Paoli, 25% di Ciclismo anni sessanta, 5% di Beatles del 1966, 10% di Glam-rock inglese, 20% di birra artigianale.
Una ricetta apparentemente goliardica ma che abbinata all’ascolto della loro musica, racconta molto di quanto Laurex Pallas sappiano comunicare in musica, in costante equilibrio tra eleganza, leggerezza e buon gusto.