Ci sono album che dividono la redazione di All Music Italia, è già capitato in passato con i dischi di Annalisa e Anna Tatangelo. Quando succede vi proponiamo una doppia recensione così da potervi dare due punti di vista diversi sullo stesso album.
Oggi è la volta del nuovo album di Dolcenera, Le Stelle non tremano, recensito da Simone Caprioli e Fabio Fiume.
E voi con quale delle due recensioni siete più d’accordo?
LE STELLE NON TREMANO – RECENSIONE DI FABIO FIUME
Svolta elettrodance per Dolcenera, al secolo Emanuela Trane, che torna sul mercato col nuovo album Le stelle non tremano , con cui forse per la prima volta riesce a far quadrare il cerchio ed a proporsi con un disco che appare completo, figlio di una direzione precisa, di intuizioni portate a termine e non semplicemente abbozzate. E già, perché come sempre segnalato nelle mie disamine dei precedenti lavori, il problema di Dolcenera non è mai stato azzeccare la canzone, cosa questa riuscita più e più volte, ma non far sembrare che le idee si esaurissero dopo un paio di buoni singoli, finendo poi con l’utilizzare riempitivi e trascurabili vari per completare la missione album.
Le stelle non tremano è un viaggio che la cantautrice pugliese si concede in quel cosmo dell’elettronica e come tale può piacere o meno, ma di sicuro non può lasciare indifferenti, anche perché Emanuela le cose le ha fatte per bene, concedendosi un tempo lavoro, 3 anni, che nella discografia odierna, fatta di talent e di carriere che prima del decollo stanno già implodendo, è davvero un azzardo; il tutto la nostra lo ha poi fatto con lungimirante intelligenza, ovvero abituando il proprio pubblico, e magari anche qualcuno in più, a questa nuova veste, buttando sul mercato, quasi come iniziazione, singoli dal grandissimo piglio radiofonico, nell’ordine Niente al mondo, Accendi lo spirito e Fantastica, che difatti l’airplay l’hanno conquistato. La meticolosa cura degli arrangiamenti, il ritorno sugli stessi a più riprese, con strumenti passati al setaccio da programmatori che conferissero loro un sapore stellare e le sovrapposizioni vocali, tutte curate dalla stessa Dolcenera, che ricordano anche quale brava corista fosse, quando ancor sconosciuta faceva i cori a citofoni anni 80 ed alle Tracy Spencer di turno, nel programma La notte vola, lascia forse poco spazio ai testi, che qui diventano per lo più pensieri raccolti, a volte nemmeno legati tra loro, tale da far chiedere in quale trip sia finita la cantautrice. In realtà ciò che però emerge è il messaggio globale ed anche esso è una rivelazione, visti i trascorsi: Dolcenera vuole positività, speranza, concessioni all’amore, impegno, vittoria su paure, angosce ed incubi personali, vitalità che sovrasta le abitudini.
Notevoli le percussioni vive che vanno a contrastare i suoni più freddi delle programmazioni e che ricorrono in diversi brani del disco, dalla rivelatrice Niente al mondo alla altrettanto riuscita Figli del caos, così come le linee di basso alla base del sound di Il viaggio o del potenziale singolo Immenso, dotato di fascino melodico che difatti ci rende la miglior Dolcenera possibile, ovvero quella capace di inserire riuscite melodie, nate magari al piano, con l’innovazione e crescita personale. Esempio tangibile di questa capacità è L’anima in una lacrima, brano posto quasi alla fine della track list, come a dire di non credere che il bello sia già stato sentito.
Le stelle non tremano” forse, ma per la prima volta Dolcenera è riuscita a far tremare me, che difatti qui la premio con un Nove. Bello ricredersi.
BRANO MIGLIORE: L’anima in una lacrima/ Immenso/ Niente al mondo
VOTO: 9/10
LE STELLE NON TREMANO – RECENSIONE DI SIMONE CAPRIOLI
Se c’è qualcosa che non manca a Dolcenera quella è l’ecletticità: l’abbiamo conosciuta tredici anni fa, debuttante in quel di Sanremo con un look metà dark metà punk ed una canzone, Siamo tutti la fuori, dal vestito pop ma con l’aggiunta di sfumature folk provenienti dalla tradizione salentina della taranta che le valse un meritato primo posto tra le “Nuove proposte” ed un occhio di riguardo per il coraggio e l’originalità della sua proposta. Sono seguiti anni e dischi ben scritti e prodotti: dalla svolta rock cantautorale di Un mondo perfetto e Il popolo dei sogni al power pop d’autore di Dolcenera nel paese delle meraviglie fino ad arrivare alle contaminazioni elettroniche di Evoluzione della specie, dato alle stampe giusto un paio di anni fa.
Quest’anno Dolcenera torna e si reinventa di nuovo con Le stelle non tremano, disco in studio numero sei della sua produzione, contenente undici brani inediti scritti e prodotti dalla stessa ed orientati verso un sound elettropop ma con numerose concessioni ed aperture a generi e suoni diversi ben amalgamati alla struttura melodica di fondo, che resta di base la vera matrice del disco. Una sorta di concept tiene insieme musica e parole: la protensione al futuro e gli echi ispirati alle grandi produzioni internazionali accanto a testi che ruotano quasi tutti attorno al concetto di paura del futuro che la cantautrice pugliese ci invita a combattere facendo.
Le buone premesse, supportate dai tre singoli già pubblicati negli scorsi mesi Niente al mondo, Accendi lo spirito e Fantastica (che hanno ottenuto un’ottimo riscontro radiofonico) non bastano però a convincere del tutto: Dolcenera ci consegna un lavoro musicalmente valido e moderno, molto concentrato sulla forma ma che nasconde qualche piccola carenza sulla sostanza, in particolare sulla scelta dei testi. Si parla molto di stelle, universo ed immensità con poca corrispondenza alla realtà del vivere quotidiano, senza approfondire il particolare; Manca innanzitutto un pezzo forte a trainare il tutto, una Mai più noi due o Il mio amore unico tanto per intenderci; manca l’emozione che certe parole messe in fila sanno scaturire: Immenso e L’anima in una lacrima sono forse gli episodi che più si avvicinano a quello schema perfetto a cui Dolcenera ci ha abituato, ma tuttavia fanno fatica a compiersi, non centrando a pieno il bersaglio. Un altro brano interessante è Il viaggio, sul senso della condivisione del percorso e l’armonia dello stare insieme, che getta l’amo e qualche domanda: “…cos’è che vedi in me tra miliardi di vite? qual è il senso del viaggio?…“; vocoder e sintetizzatore ricreano un’atmosfera cosmica, sospesa che dona linfa vitale ad un pezzo pronto per essere suonato dal vivo. Tutto il resto rimane accennato o poco sviluppato, non rendendo giustizia alle intenzioni iniziali e al valore degli arrangiamenti che confermano il grande talento di Dolcenera musicista ed arrangiatrice. Un peccato, per citare l’autrice, un vero peccato.
BRANO MIGLIORE: L’anima in una lacrima
VOTO: 6.5/10