Era mio padre. Si chiamava Giulio. Uno dei più grandi giornalisti italiani di tutti i tempi. Uno scrittore. Il primo a creare per la Rai, e condurre, un programma sui libri. E il primo ad abbinare la letteratura alla musica. Invitando in trasmissione l’Equipe 84 a cantare Tutta mia la città. Suscitando un vespaio di polemiche.
Era mio padre. Amico e biografo di Eugenio Montale. Amico (e come lui fanatico di calcio) di Pier Paolo Pasolini.
Di come vedeva lui il suo giornalismo scriveva così, e penso che quello che leggerete può essere molto utile, soprattutto per chi vuole intraprendere SERIAMENTE la dura carriera del giornalista:
“Che cosa significa essere articolista (ndr. Giornalista che commenta una notizia) di un quotidiano? Si dice che una notizia per essere perfetta deve rispondere a quattro domande: chi? dove? quando? perché? Ma ci sono notizie nelle quali il “perché” è molto più complesso di quanto possa apparire dai dati immediati della cronaca. E’ su questo terreno che lavora l’articolista: egli cerca di vedere cosa c’è “dietro la notizia”. In sostanza è l’interprete dei fatti. Il commentatore di costume, qualche volta il moralista, ma nel senso – come scrisse un filosofo – di uno che “vede la morale sospetta, dubbiosa insomma come un problema.
L’articolista comunque non prescinde mai dai fatti, a differenza di qualche illustre progenitore che si compiaceva de suo ruolo di “forzato della bellezza” , oggi egli cerca di stare attento allo spessore umano degli uomini e degli avvenimenti, e resiste alle tentazioni della fantasia e dello “scrivere bello” in sé per sé. I problemi che tratta sono quelli di tutti. Soltanto così il suo lavoro resta giornalistico, specie in un tempo in cui le notizie allo stato puro tendono ad essere “bruciate” dalla rapidità dei “mass-media”, che arrivano prima della carta stampata.”
(Giulio Nascimbeni – “Potere, violenza e famiglia” – Sugarco Edizioni)
Enrico Nascimbeni
MIO PADRE ADESSO E´UN AQUILONE – ENRICO NASCIMBENI
“Pare che il nostro bisogno primario sia la fantasia” (Giulio Nascimbeni)
NOTE BIOGRAFICHE
Giulio Nascimbeni (Sanguinetto, 27 ottobre 1923 – Sanguinetto, 28 gennaio 2008) è stato un giornalista e scrittore italiano.
La carriera giornalistica di Nascimbeni iniziò molto presto, a 16 anni, con un elzeviro pubblicato sul quotidiano veronese L’Arena.
Laureato in Lettere Antiche all’Università Cattolica di Milano con la tesi “Correnti e individualità del teatro italiano dalla reazione al Verismo ai giorni nostri”, dopo un breve periodo d’insegnamento, nel 1958 fu assunto al giornale L’Arena di Verona, alla cui terza pagina collaborava da anni. Per qualche tempo fu anche direttore del Nuovo Adige.
Il direttore Gaetano Afeltra nel 1960 chiamò Nascimbeni al Corriere d’Informazione: lavorò al Corriere della sera per quasi 50 anni. Ha diretto Storia illustrata ed è stato vicedirettore e direttore della Domenica del Corriere.
Lavorò anche in televisione, dove tra il 1965 e il 1966 curò, in collaborazione con Luigi Silori, la trasmissione Segnalibro; tra il 1967 e il 1975 condusse Tuttilibri, altra trasmissione dedicata alla letteratura e diresse trasmissioni culturali anche per la televisione svizzera. Tra le sue interviste, quelle a Georges Simenon a Biagio Marin Erich Fromm, Marguerite Yourcenar, Günter Grass.
Dal 1974 ebbe la responsabilità, come redattore capo, della terza pagina e del supplemento Libri/Arte de Il Corriere della Sera.
È autore di una raccolta di poesie giovanili, Pianura (Vita veronese-1952), dei libri Montale, biografia di un poeta (Longanesi-1969, tre edizioni), Potere violenza famiglia (SugarCo-1977) e Il calcolo dei dadi (Bompiani-1984). Sua è la voce Montale nell’Enciclopedia Europea Garzanti.
Tra i premi e riconoscimenti: Premio Castello (Sanguinetto) con Pianura nel 1948, Premio Abazia della Vangadizza (Badia Polesine) con singole poesie nel 1949, Medaglia d’oro per la benemerenza civica del Comune di Milano nel 1984, Premio Bagutta e Premio Estense con Il calcolo dei dadi nello stesso anno. Per l’attività e la carriera: Premio Capri, Goethe di Malcesine, Gonella di Venezia e Masi-Civiltà veneta.
Partecipò e fu presidente di diverse giurie di premi letterari come Strega, Bagutta, Campiello, Nonino, 12 Apostoli e Masi.
Fino a pochi mesi prima della morte, continuò a curare una rubrica letteraria sul Corriere.