La scorsa settimana vi abbiamo presentato in anteprima il videoclip del suo nuovo singolo Lontanissimo (QUI); se vi ha incuriosito, oggi su All Music Italia scambiamo quattro chiacchiere con Frisino, per conoscerlo meglio, scoprire da dove arriva e farci raccontare da lui le belle canzoni che ha scritto per Tropico dei romantici, il suo primo album.
Buona lettura
Qual’è il Tropico dei romantici? Come l’hai scoperto?
Tropico dei romantici nasce fondamentalmente da un incontro: il mio con il mio produttore Antonio Filippelli a cui ho fatto ascoltare il primo ep che ho fatto due anni fa intitolato Si bagnano tutti che conteneva solo 5 brani. Lui ha apprezzato tantissimo il mio lavoro e dopo esserci conosciuti, gli ho portato qualcosa come 60 provini ed insieme abbiamo iniziato a scegliere quali potevano stare bene insieme in un disco per affinità musicale e di concetto. Di lì in poi abbiamo iniziato a coinvolgere tutta una serie di artisti che hanno accettato di prendere parte al progetto e che mi piace sempre ricordare (e ringraziare) come Jacopo Sinigaglia che ha suonato le tastiere, Giusto Correnti alla batteria, Rocco Nigro e la sua fisarmonica, Marco Piazzolla alla chitarra e Dario Faini con il suo progetto Dardust che ho avuto l’onore di ospitare in una delle tracce in coda al disco intitolata Atlante.
A pochi giorni dall’uscita del disco che tipo di risposta hai ricevuto dal pubblico?
Tantissimo calore, e sono sincero se dico che non me l’aspettavo per niente. Sto ricevendo tantissimi messaggi privati da parte di persone che hanno ascoltato il disco e mi fanno i complimenti, sia dall’Italia ma anche dall’estero.
Ho riscontrato tanta attenzione e la cosa non può che gratificarmi: c’è chi mi scrive per complimentarsi; chi per farmi delle domande sui pezzi; chi, durante i due concerti di Roma e Milano in cui ho presentato il disco, mi ha chiesto di autografare la propria copia… E’ tutto così strano e bellissimo.
In molti mi chiedono il formato fisico di Tropico dei romantici, ma purtroppo al momento è disponibile soltanto in download digitale anche se mi sto impegnando per trovare una soluzione, sia per quanto riguarda i cd sia per un’eventuale piccola tiratura di copie in vinile, che da ultimo dei romantici, resta un mio grande sogno.
Chi sono gli ultimi romantici rimasti in giro?
Sono le persone comuni; gli stessi protagonisti del disco che sembrano un po’ degli eroi a volte: si danno da fare dal mattino alla sera per vivere ma conservano la testa sulle nuvole; sono innamorati dei sogni e dei sentimenti e non hanno paura di viverli. Sono nostalgici, un po’ vintage …
Da dove arriva il gusto vintage che caratterizza questo progetto ed i suoi protagonisti?
Innanzitutto c’è una grande passione ed il massimo rispetto per quella che è stata la scuola cantautorale che tutto ha iniziato negli anni ’60. Mi ha sempre affascinato quella malinconia che trasudava dai pezzi dei grandi cantautori, nelle canzoni d’amore come in quelle più impegnate; parlo di melodie che ho da subito sentito in qualche modo anche mie, attuali oggi come quaranta anni fa. Mi sarebbe molto piaciuto vivere in quegli anni dove artisti pazzeschi come Gino Paoli, Lucio Dalla, Luigi Tenco, Umberto Bindi o lo stesso Lucio Battisti si trovavano a suonare insieme facendo delle cose bellissime ed allo stesso tempo portavano avanti la loro produzione che tutti oggi conosciamo ed amiamo.
Secondo te cosa ha perso negli anni la figura del cantautore? La grande eredità di cui parlavi prima si è del tutto annullata?
Secondo me non è affatto scomparsa. E’ l’attitudine che è cambiata: si è evoluta, ha assorbito diverse influenze ma la matrice resta la stessa. Ci sono un sacco di artisti contemporanei interessantissimi come i TheGiornalisti che ad esempio per la critica sono stati associati a Dalla pur scrivendo canzoni nel 2015; Massaroni Pianoforte per molti ricorda Claudio Baglioni piuttosto che Bugo che a suo tempo venne accostato per vari motivi a Battisti… Diventeremmo tutti più ricchi se le radio e le televisioni decidessero di dare più spazio a questi nuovi artisti che hanno tanto, tantissimo da dire.
In diversi episodi dell’album ti trovi a raccontare dell’incomunicabilità nella coppia; come mai ti sei concentrato tanto su questo argomento?
Ho voluto quasi indagare scrivendo queste canzoni. L’ho vissuto sulla mia pelle e negli occhi dei miei amici o conoscenti: sempre più spesso mi trovo a parlare con coppie di innamorati che ad un certo punto smettono di comunicare tra loro. E’ come se, all’improvviso, si installasse nel rapporto il germe della non comunicazione che li soffoca e li lascia letteralmente senza parole, dando inizio all’inevitabile fase dell’allontanamento in cui poi alla fine ci si perde del tutto.
Il videoclip di Lontanissimo, in anteprima su All Music Italia, parla proprio di questo non è vero?
Verissimo. Posso dire che Lontanissimo è proprio il manifesto di questa brutta abitudine che sta colpendo sempre più persone. I due amanti, che passeggiano l’uno di fianco all’altro senza mai incontrarsi sono la raffigurazione di due strade che si sono divise nonostante fossero state un tempo unite da un sentimento forte, devastante. Abbiamo girato il videoclip in un giorno, a Roma sul Lungotevere, scegliendo di mantenere una struttura molto semplice per dare maggiore risalto al significato del testo infatti in realtà nel clip non succede apparentemente nulla se non il cambiamento delle espressioni dei due protagonisti, che siamo io e l’attrice Federica Brenda Marcaccini. Sul finale sembra che stia per succedere qualcosa tra i due ma… Non lo dico perché va visto ed interpretato.
Porta Napoli oltre che essere uno dei brani più orecchiabili di tutto il disco è un preciso riferimento alle tue origini. Che importanza hanno i luoghi in cui sei cresciuto per la tua musica?
Sono nato e cresciuto in Puglia, e la Puglia è in ogni nota di queste canzoni. Porta Napoli in particolare è stata la prima canzone che ho scritto quando ho ricominciato a scrivere e a pensare seriamente a questo progetto. In quel periodo ero a Lecce, in zona Porta Napoli appunto, e spesso mi capitava di incontrare lungo la strada questa signora che vende fiori con cui mi trovavo a scambiare delle chiacchiere su qualsiasi argomento o storia. Questo per dire che ogni luogo è importante anche ai fini delle persone che lo vivono, i colori che vedi, i suoni che senti; chi può dire se da un’altra parte avrei potuto incontrare un’altra fioraia che mi ispirasse come ha fatto lei? Dentro Tropico dei romantici però c’è anche tanto di Roma; è qui che ho finalizzato il disco e scritto tanto, soprattutto nella cucina della casa in cui abitavo.
In cucina?
Si, condividevo la casa con altri ragazzi e spesso per isolarmi e stare da solo con me mi rifugiavo in cucina, davanti ai fornelli a suonare e scrivere cose in libertà, mi sembrava che li le melodie venissero fuori da sole. Così… chitarra e fornelli.
Dici di essere tornato a scrivere… Quando e perché avevi smesso di farlo?
Dopo la laurea ho realizzato che di sola musica non si poteva vivere, perlomeno agli inizi e con le risposte che avevo allora, così ho dovuto cercare un lavoro che poi ha totalmente distratto dal resto e mi ha fatto stare fermo per due o tre anni. Mi sembrava di non trovare la strada giusta per esprimermi, la chiave per far funzionare tutto così, senza pensare, mi sono fermato e sono rimasto ad ascoltare. Poi un bel giorno ho ripreso e non mi sono più bloccato: ho talmente tanto materiale pronto, anche già registrato, che potrei far uscire un nuovo disco anche nei prossimi mesi…
C’è il Festival di Sanremo tra le tue prossime avventure romantiche?
Chissà… posso dire solo che stando al nuovo regolamento questo sarebbe l’ultimo anno buono per partecipare tra i giovani per un discorso di anagrafe e oggi (l’intervista è stata realizzata il 6 ottobre n.d.r) mancano quattro giorni per presentare il brano… Vi lascio immaginare.
Le firme dei giovani cantautori pullulano nei dischi delle donne italiane da classifica degli ultimi anni; ti piacerebbe scrivere per qualche artista in particolare o magari l’hai già fatto?
Beh si, ne sarei onorato. Scrivendo tanto può capitare di scoprire una melodia, o un certo tipo di testo che possa far venire in mente un interprete famoso. Non è ancora successo per la verità, ma sarei felice di poter scrivere anche per altri… un nome? Gianna Nannini!