17 Dicembre 2015
di Officina del talento
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17 Dicembre 2015

Streaming: i primi comunicati ufficiali di Spotify e FIMI

Dopo la pubblicazione dell'articolo-inchiesta su streaming e certificazioni, arrivano le prime risposte da Spotify e FIMI

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Dopo l’uscita dell’articolo di ieri, nato per chiarire il rapporto fra streaming, ascolti rilevati e certificazioni, a seguito di diverse segnalazioni giunte a noi su presunti ascolti gonfiati tramite Spotify, arrivano oggi le prime risposte ufficiali tramite comunicato da parte di Spotify Italia e FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana.

Ribadiamo che il nostro articolo ha come scopo principale quello di fare chiarezza, una volta per tutte, su come funzionino i meccanismi di rivelazione e se vengano effettuati tutti i controlli necessari e non per screditare gli artisti citati, Annalisa, Chiara, Deborah Iurato e Marco Carta, o il loro lavoro. Tutti i dati riportati fanno riferimento a loro e abbiamo ritenuto opportuno riportare tutte le prove oggettive da allegare all’intervista effettuata.

Da parte nostra non c’è mai stato dubbio sulla legalità di un ascolto multiplo da parte dei fan club, ma semplicemente ci siamo posti un interrogativo etico-morale su quanto questo possa influenzare le certificazioni che, fino a prova contraria, nascono per certificare il successo di un brano (o di un album).

All Music Italia si è resa disponibile con Spotify ItaliaFIMI – Federazione Industria Musicale Italiana già dal giorno precedente alla pubblicazione dell’articolo per ogni tipo di delucidazione contattando telefonicamente le due società.

Riportiamo qui di seguito le comunicazioni ufficiali inviateci dalle due società sopracitate e continuiamo a rimanere a disposizione per ogni chiarimento sulla faccenda:

COMUNICATO STAMPA FIMI – FEDERAZIONE INDUSTRIA MUSICALE ITALIANA

Ieri è stata diffusa un’analisi che ipotizza che i singoli dati di streaming su Spotify vengano distorti al fine di forzare il raggiungimento delle soglie di certificazione. Le regole di compilazione delle classifiche fornite alle società di ricerche di mercato che raccolgono i dati sono chiare e sono finalizzate a prevenire, ove possibile, eventuali abusi. GfK Italia, socio ASSIRM e sottoscrittore del codice di comportamento ESOMAR per le società di ricerche di mercato, ha applicato e applica una rigorosa metodologia statistica al fine di certificare le classifiche ed i premi in questione.

In passato sono stati rilevati abusi nel segmento del download che hanno portato a controlli ed accertamenti, con conseguenti interventi nei casi specifici. Si agisce con lo stesso rigore e la stessa attenzione verso tutti i segmenti monitorati. Attendiamo, inoltre, chiarimenti sull’applicazione di sistemi di controllo da parte della piattaforma di streaming coinvolta.

Ricordiamo a tutti, che le certificazioni Fimi sono tra i pochi sistemi in Europa e a livello globale ad essere oggetto di verifiche da una società terza e non basate su comunicazioni delle aziende, pertanto è interesse di Fimi disporre di sistemi di controllo il più possibile affidabili.

COMUNICATO STAMPA SPOTIFY ITALIA

“Spotify lavora sempre al meglio per garantire il massimo servizio per i propri utenti, gli artisti e tutta l’industria musicale. In particolare, per assicurare che gli artisti non abbiano ripercussioni derivanti da attività che violano i termini e le condizioni di utilizzo della piattaforma, abbiamo l’obbligo di riportare accuratamente ogni attività di streaming e utilizzo del servizio. Abbiamo implementato un algoritmo che analizza vari fattori che possono essere considerati come abitudini ‘artificiali’ di ascolto, compreso lo streaming eccessivo di contenuti da parte di un piccolo gruppo di utenti. Successivamente a questo primo controllo, viene fatta una seconda verifica dal nostro team interno e eliminato ogni contenuto relativo ad attività di streaming manipolate artificialmente. Il provider viene avvisato della rimozione e gli streaming considerati fraudolenti non vengono conteggiati nel calcolo delle royalty. Anche le classifiche interne di Spotify, che considerano dati diversi in base ai diversi obiettivi delle classifiche, non includono nel conteggio i falsi streaming”.