Oggi su All Music Italia vince l’intelligenza. L’intelligenza di una ragazza di talento che è stata capace di non dimenticare le amarezze della vita ma, al contrario, farne tesoro trasformandole in musica. Una musica raffinata e graffiante, pregna di testi consapevoli che sublimano se stessi e si prendono la libertà di raccontare belle storie senza intermediari o facili scorciatoie.
Ugualmente lontana dal voler piacere a tutti i costi e dall’essere contro per partito preso, Romina si presenta per quello che è: una persona e non un personaggio.
Mi sono divertito un mondo a intervistarla, per una volta qualcuno che non risponde le solite puttanate per impressionare. Per una volta un artista che pensa e non abusa della parola io manco ne detenesse i diritti esclusivi.
Ora fate una cosa e una volta tanto datemi retta. Leggete l’intervista. Se vi piace e ritenete Romina interessante andate sul tubo e ascoltate un paio di pezzi del suo nuovo disco. Se vi convincono correte a comprare il disco. Sosteniamo il talento, sosteniamo gli artisti che pensano, specie ormai in via d’estinzione. Lo ripeterò alla nausea. Fossi stato il direttore di All Music Italia non avrei lanciato la petizione inerente il passaggio di più artisti italiani in radio. Frega niente a me che siano nati qui o nel Bengala; avevo un bengalino tanti anni fa che cinguettava che era un piacere. Era il mio migliore amico poi un giorno è arrivato Salvini e l’ha spennato… no dai scherzo. Quello che volevo dire è che più che una petizione sulla musica italiana in radio io vorrei una petizione per più musica intelligente in radio. L’arte può smuovere le coscienze, quando è consapevole. E una come Romina nel mio palinsesto ci sarebbe di sicuro, che si chiamasse Falconi, Flakinski o Falcones.
Per che è una che ha talento. È una che ha visione.
Buona lettura, guagliò…
Ciao Romina, come ti è venuto un titolo come Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio? È nato veramente dall’odio verso qualcuno o qualcosa oppure è figlio dell’insofferenza verso un certo modo di far musica in Italia?
Ho scelto un titolo così lungo e particolare perchè volevo subito mettere le cose in chiaro. La parola “sogno” viene collegata a cose belle ma non è sempre così: i sogni e le scelte si pagano tutti. E’ l’odio verso una parte di me che non riesco a coccolare più di tanto e anche l’odio verso un sistema (in questo caso musicale) che ci vuole tutti più o meno allo stesso modo. Certi desideri, nel bene e nel male, sono legittimi ma il loro raggiungimento spesso sembra più una pena. Ho avuto, con questo album, il piacere di presentarmi senza tabù in questo momento incompleto che mi ha permesso di mostrarmi oscenamente umana.
Sai, i progetti musicali ormai sono come i pacchetti di caramelle: bisogna presentarsi come dei vincitori, ragazzi della porta accanto che non hanno bisogno di nulla, l’umiltà sottolineata arrogantemente. La verità è che se vuoi campare facendo musica e condividendo i tuoi pensieri sei un povero stronzo, non sei un vincente: sei uno con dei sogni stronzi e non importa se hai fatto i soldi o meno: sarai sempre affamato di consensi e allora la faccia vincente vagliela a fare a tua zia. Non è possibile, in questa società, mostrare solo i buoni propositi e le buone intenzioni. Quelli li abbiamo tutti. Un album, come un film, non è un primo appuntamento fatto di belle speranze, con le magagne omesse e la lista dei pregi in bella mostra; un album è una storia di viscere e di pensieri buoni e cattivi, una confessione vomitata; o almeno è così che mi piace pensare. Ecco perchè non mi sono risparmiata.
Il tuo disco mi è piaciuto tanto, questo già lo sai. È fresco, ricercato in diversi passaggi e infarcito di testi di gran lunga superiori alla media. Dove peschi i tuoi versi così affettati?
Mi sono guardata dentro e ho trovato un sacco di merda, ecco la verità.
Il fatto che ti sia piaciuto il mio disco mi ha dato una grande soddisfazione. So che ascolti tutt’altro e so che non se mai tenero quando recensisci. E’ come baciare Darth Vader e scoprirlo romantico e premuroso , non scherzo.
Riguardo ai testi non so cosa sia accaduto, non ho scritto queste canzoni pensando ad un pubblico (come succede con i primi album di più o meno tutti i cantautori), avevo l’urgenza dopo tanti anni di castrazione di dire la verità. Anni di frustrazioni passati a ripetermi:”ma perchè dicono che esagero con i testi se al bar con gli amici il linguaggio è esattamente quello? Cosa ho che non va?”. Quando mi hanno detto che avevo finalmente la mia chance non ho esitato un secondo: “e quando mi ricapita? Stavolta prima di prenderla in quel posto almeno provo a descrivermi per come sono“.
Quando ho letto buonissime recensioni sul mio progetto ero colpita. Probabilmente con la strada spianata da subito non avrei mai avuto questo coraggio. Ho imparato che molte persone hanno bisogno di perdere tutto, di non avere niente da perdere per osare.
Alcune atmosfere dell’album mi hanno fatto pensare a Lana Del Rey, un artista che amo molto. È una accostamento casuale che ho visto solo io, oppure la popstar americana ti ha influenzata?
Stimo molto Lana Del Rey, adoro le sue contraddizioni e il suo modo elegante di sbatterti in faccia temi tosti. Quando penso a chi mi ha influenzato però mi viene in mente Pasolini, forse perché amava tanto gli interrotti e quei luoghi loschi e crudi dove sono cresciuta e di lui amo la voglia di raccontare cose scomode come se fosse la cosa cosa più importante da dare al mondo. Rendere umano e tenero ogni pensiero inumano . Ho seguito tanto Troisi il modo tutto suo di dire la verità. Se devo pensare ad un cantautore di sicuro Stromae è un faro nel buio per me.
Già che parliamo di influenze, sputa tre nomi di artisti che ti hanno fatto venir voglia di diventare una cantante…
Da piccola quando mi chiedevano cosa farai da grande rispondevo: “voglio fare Freddy Mercury“, Whitney Houston e quindi non posso non menzionare Chaka Khan e poi impazzivo per la teatralità e la voce di Cocciante.
Ora sii bastarda come mi hanno detto puoi essere e dimmene altri tre che invece tutte le volte che li ascolti ti verrebbe voglia di smettere con la musica e trasferirti ad allevare capre in Nuova Zelanda
Alleverei capre in Nuova Zelanda un giorno si e uno no già di mio senza l’aiuto dei colleghi. Dunque, diciamo che rispetto tutti, anche i ragazzi usciti dai talent che vengono tanto criticati perchè ad oggi senza il talent un giovane che non è cantautore dove la va a sbattere la testa? Non me la piglio mai coi cantanti. Diciamo che non capisco i discografici che non sanno dire la verità ai cantanti i quali hanno fatto molto successo in passato credendo di avere la lucidità che in effetti non hanno… case discografiche che spendono tantissimi soldi per produrre canzoni orrende e album il cui concept non è chiaro, tipo il mistero della fede, solo perché il “cantante vuole così”, senza saper mettere dei paletti ai cantanti stessi tipo: “ok che hai fatto i milioni e che eri una Stella in passato ma st’Album che vuoi promuovere con i soldi della multinazionale fa cacare, ora ti diciamo noi cosa cantare“.
Non faccio nomi perchè sono bastardella ma mica masochista!
Domanda dai forti contenuti sociali. Ho letto in giro che sei una sorta di icona gay. Mi spieghi cosa vuol dire? Perché una cosa normale come scegliere di fare l’amore con qualcuno del tuo stesso sesso richiede archetipi e icone? Non è mica una corrente culturale.
Non è una cosa che si sceglie, non c’è un corso per essere icone gay .
L’icona è un riferimento, un simbolo. Non rilasciano attestati tipo:”Romina Falconi-icona gay“; sono stata invitata molto spesso a manifestazioni create dalla comunità LGBT e mi ha fatto molto piacere essere ritenuta un’icona gay.
Le icone gay del passato e del presente possono essere sia LGBT oppure etero; sono persone che hanno modi di fare e di esibirsi particolarmente teatrali, persone che hanno un carattere forte, un look particolare. Le icone gay sono anche coloro che sostengono, e ci mancherebbe pure, i diritti LGBT. Personalmente ho molto a cuore ogni singola battaglia perchè sono cresciuta con una trans per tutto il periodo dell’adolescenza e so bene cosa si prova a vivere in una società omofoba. Gli archetipi sono ovunque. E’ una cosa normale amare una persona dello stesso sesso, non è normale negare il diritto di unirsi in matrimonio a due persone dello stesso sesso e la comunità fa bene ad insistere e a tirare fuori la grinta.
Restando nel mondo paillettato: com’è stato collaborare con Casto?
Sicuramente una delle cose più interessanti che ho fatto in vita mia. Abbiamo iniziato cantando Crash, ci eravamo appena conosciuti. La canzone è stata amata da subito e con il tempo siamo diventati grandi amici. Amo la sua libertà e il suo particolare modo di affrontare tematiche molto forti. Ci confrontimo sempre ormai, ognuno con il proprio progetto. Siamo molto diversi ma una cosa in comune l’abbiamo: ci piace essere sopra le righe e preferiamo cantare la verità così come è.
Momento la storia siamo noi. Tu nel 2007 sei stata in quella sorta di carrozzone anabolizzato chiamato Sanremo. E, a quanto ne so, non ti sei nemmeno drogata. Come hai fatto? Scherzi a parte, cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto quell’esperienza?
ah ah ah… mi ha dato moltissimo. Se oggi sono qui è grazie a Baudo che mi ha permesso di far capire che esistevo come cantante. Tu scherzi ma Sanremo è l’unica vetrina musicale che abbiamo in Italia. Non giriamoci intorno, la tv conta fin troppo e ormai sembra che i progetti musicali abbiano modo di esistere solo con l’aiuto della tv. Non mi ha tolto niente, davvero 😉
Tornando al tuo nuovo disco, sei soddisfatta? C’è qualcosa che faresti diversamente ora che hai condiviso l’album col pubblico?
Ci penso sempre, cambierei molte cose: le scelte di certi suoni, certe frasi. Mi fanno paura quelli che si riascoltano e dicono: “è tutto meraviglioso,non cambierei nulla”. Sarà che mi metto in discussione continuamente e non mi vado mai bene ma se non avessi avuto delle scadenze da rispettare ora sarei ancora lì a fare cambiamenti.
La mia impressione è che tu renda al meglio quando la tua voce è libera di fluire e graffiare, con pochi orpelli e degli arrangiamenti curati ma minimali. Sei d’accordo oppure anche stasera ho fumato troppo?
Sono d’accordo anche se mi piace variare molto e ci tenevo mostrare tutti i colori possibili che avevo. Mi piace muovermi tra gli arrangiamenti semplici ma adoro anche le cose complicate. Forse certi arrangiamenti sono estremi ma sentivo l’esigenza di essere diversa, di far risaltare la diversità e il lato “strano” che ho.
Come sta andando l’album? Sei contenta di come è stato recepito?
Molto! Mi aspettavo di vendere poche copie non perchè voglia fare per forza la piccola fiammiferaia ma davvero non era mai uscito un mio album e ormai il disco fisico non se lo comprano tutti. Quando mi hanno comunicato che avevamo esaurito le copie e che avremmo dovuto ristampare ho stappato il lambrusco. Ho avuto il sorriso da ebete bionda per tre giorni. Niente TV, nessun Network e nessuna pubbicità, avevo dalla mia parte solo il canale web; onestamente ma chi cazzo se lo immaginava di ristampare? Ora la strada è ancora lunga , in salita e piena di massi pronti a venir giù ma almeno posso mettermi in gioco e per questo mi sento molto grata.
Quanto è dura essere un artista indipendente che cerca di trovare una visione fuori dal coro in questo periodo in Italia?
Nessun pene è duro come questa carriera da indipendente. La vergogna che provo nei confronti della bambina che è dentro di me che voleva solo cantare, pensando a tutte le volte che mi ripetevo “non sono abbastanza ” e quando cercavo di seguire le regole da brava, provando a mostrare la parte migliore di me. Non è facile piano piano cercare consensi, come una formichina. Uno canta di fronte al pubblico perchè spera di essere capito. Dopo tutte le difficoltà accorgermi di essere capita mi ripaga di tutto. Tutti i “no” e i “le faremo sapere“. Poco importa se ci ho messo tanto, è l’unica cosa che non mi fa avere pentimenti. Quindi si, è dura essere fuori dal coro, è un rischio meraviglioso però.
Torniamo alla scottante attualità. In questi giorni il mondo della musica è in lutto. Se ne sono andati nell’ordine, prima Scott Weiland degli STP, poi Lemmy dei Motorhead, quindi Primo dei Cor Veleno e adesso persino il Duca Bianco. C’è qualcuno di questi artisti che hai ascoltato particolarmente o è stato per te fonte di ispirazione? Se mi dici Lemmy sappi che nel prossimo disco sarai costretta a coverizzare Ace Of Spades. Magari la intitoli Quenn of Spades…
Mi piace molto Age of spades e non mi dispiacerebbe cantare un brano di un mondo tanto lontano dal mio 😉 Di sicuro abbiamo cominciato l’anno con delle brutte perdite, David Bowie è quello che ho ascoltato di più tra questi artisti. Il problema è che non c’è un ricambio generazionale degno, è questa la cosa che ci fa sentire soli in questo periodo. Certi percorsi artistici non si possono neanche provare ad emulare perchè parliamo di pezzi unici ma la libertà di espressione che si sono presi questi esemplari riusciremo mai ad averla?
Ora parliamo di voci femminili italiane. Qual è la cantante che ti piace di più e quale proprio non reggi. Occhio a quello che dici sennò il direttore di All Music Italia si tagliuzza le vene con la boccetta rotta dell’eyeliner…
Te pareva… Non ti dico chi non sopporto non per “il Longo” ma perchè trovo che sia veramente brutto parlare male dei colleghi in pubblico, credo sia proprio fuori luogo come un rutto durante un’esibizione.
Progetti veramente a fuoco ce ne sono pochi, ti dico la verità, ma di voci belle ce ne sono parecchie. Vorrei vedere le donne cazzute degli anni 80, o forse no e continuo a provare io a fare la strana. boh, non so 😉
Una domanda classica: progetti per il futuro? Come pensi evolverà il tuo suono e la tua musica? Cosa dovremo aspettarci se i sogni fatti attraverso un filo d’odio dovessero realizzarsi?
Aspettatevi altri salassi e masturbazioni mentali, voli pindarici e accanimenti. Sto scrivendo come una matta proprio perchè non ho doveri e scadenze, sto diventando sempre più leggera per certi versi e ancora più agguerrita per altri. Mi piacerà sperimentare con i suoni stando attenta a non ripetere quello che ho già fatto. Ma insomma la vita è tutta qui? Scrivere, mostrare il proprio lavoro, cantare e cercare di campre dignitosamente tra mille sacrifici e non vergognarsi di essere quello che si è? Si, porcaccia la miseria, si! La vita è questa ed è bella così.
Grazie mille per le bellissime domande, Darth! E’ sempre un piacere!
Ora che avete letto l’intervista andate ad ascoltarvi Romina, un patto è un patto. O volete che lo zombie tatuato del mio bengalino venga a beccarvi il culo? Ma non l’avete ancora imparato che certi incubi raggiungono solo gli indifferenti?