Dopo aver pubblicato Casa mia l’album/tributo ai grandi signori del jazz, Simona Molinari è pronta a partire in tour con un nuovo spettacolo musicale dalle mille atmosfere nei migliori teatri italiani. Noi di All Music Italia l’abbiamo raggiunta telefonicamente per farci raccontare qualche indiscrezione sul concerto e fare il punto su questi primi dieci anni di musica…
Buona Lettura!
Il tour è alle porte. A partire dal 5 marzo illuminerai i teatri italiani con il tuo nuovo spettacolo musicale, ci sveli qualche anticipazione?
Sarà un concerto ricco e colorato: oltre ai brani contenuti nel mio ultimo disco intitolato Casa mia ho scelto un paio di canzoni per album del mio repertorio e le ho fatte riarrangiare per dare alla scaletta più o meno lo stesso vestito ed un filo conduttore. Presenterò delle nuove versioni di La felicità ed In cerca di te ad esempio, arricchite di nuovi suoni tutti da scoprire.
Sul palco ci saremo io, un Dj, un trio jazz ed un quartetto d’archi e tutti insieme cercheremo di ricreare un’atmosfera particolare, mettendo insieme tre anime diverse che compongono la mia musica: quella classica, il jazz e l’elettronica, un connubio che io amo ed ho tentato di incidere su disco. Sarà un concerto che volge al positivo, che vuole far divertire il pubblico; la mia speranza è che le persone che decideranno di venirmi a sentire possano tornarsene a casa con un sorriso stampato sulla faccia ed uno spirito più leggero, familiare, come se fossero venuti per una serata di divertimento proprio a casa Mia. Ho pensato di dividere lo spettacolo in momenti diversi rispettando anche la struttura del disco: inizierò con dei brani più emozionali e d’atmosfera per poi arrivare gradualmente ad un’esplosione di suoni che mi piacerebbe assomigliasse quasi ad una festa.
Da dove nasce l’idea di produrre un disco di cover swing/jazz ed una relativa tournée in un paese come l’Italia in cui questi generi non hanno mai ottenuto grande attenzione? Hai voluto rischiare?
Lo scorso anno ho portato in tour un concerto / tributo ad Ella Fitzgerald che mi ha regalato tantissime soddisfazioni: vedere le sale piene ad ogni tappa e la grande attenzione del pubblico rispetto a quel repertorio mi ha fatto scattare l’urgenza di incidere qualcosa che gli assomigliasse, per ricordarmelo. Così ho selezionato dieci canzoni, molte delle quali anche in scaletta nel tour dedicato ad Ella, ed ho composto il mio album da collezione, in cui canto tutto quello che ho sempre sognato di cantare. Un disco rischioso? Non lo so, forse ma di musica pop ce n’è tanta in giro, diciamo che ho tentato di offrire un’alternativa, e ne sono orgogliosa.
Che risposte hai avuto dai canali tradizionali di diffusione?
In realtà mi ritengo fortunata perché inaspettatamente sia la televisione che la stampa hanno accolto molto bene questo progetto e mi sono arrivate diverse proposte ed inviti che sto valutando proprio in questo periodo. Le radio fanno più fatica, si sa, a trasmettere cose diverse, di nicchia se vogliamo; un pezzo intimo come Smoke gets in your eyes che è stato il singolo di lancio di Casa mia, non fa comodo all’airplay radiofonico, impostato sulla leggerezza e la velocità quindi non viene trasmesso, punto. Non mi lamento, il disco sta andando bene ed il pubblico sta apprezzando, non ho di meglio da chiedere.
Come si fa allora a promuovere un progetto diverso senza l’aiuto del passaggio radiofonico?
Ovviamente con internet ma attenzione, la rete può essere la salvezza ed allo stesso tempo anche la morte della musica: da un lato niente più problemi di distribuzione, ogni canzone potenzialmente può arrivare dappertutto nel momento esatto in cui lo stai pensando; dall’altro la troppa facilità nel poter ascoltare questo brano o quell’altro dalle svariate piattaforme streaming rischia di deprezzare l’importanza dell’opera intera ed un disco diventa già vecchio dopo 7/8 mesi di vita. Il lavoro svolto bene e la pazienza pagano sempre, l’importante è essere convinti di quel che si fa.
Hai inserito sequenze elettroniche in brani classici della tradizione americana ma sulla copertina del tuo cd sei sommersa da decine di dischi in vinile. Vuoi confonderci?
C’è una grande differenza, questo è ovvio. E’ un discorso proprio di gusto personale nel fruire la musica da un determinato tipo di supporto o l’altro ma sono importanti entrambi, il cd semmai come la musicassetta sono supporti obsoleti. Al giorno d’oggi, mi ci metto in mezzo anch’io, siamo sempre di corsa per mille motivi e non sempre abbiamo un’ora o due per dedicarci ad un buon disco da ascoltare su vinile come vorremmo quindi per forza di cose ricorriamo al file digitale, che possiamo portare con noi dovunque ed ascoltare in qualsiasi momento: dalla cucina mentre lavo i piatti fino come in automobile immersa nel traffico. In questo senso il digitale è importantissimo, ci permette di non rinunciare alla musica.
Se ti chiedessi un artista e una canzone che ti hanno fatto innamorare del genere che proponi cosa risponderesti?
Ella Fitzgerald ovviamente, l’artista a cui ho dedicato un intero tour. Una cantante ed una donna eccezionale. Se dovessi scegliere un brano invece direi Mr Paganini, è stata la prima canzone che mi ha fatto battere forte il cuore.
Se avessi dovuto fare un disco di cover italiane cosa avresti scelto?
Sceglierei sicuramente qualcosa del repertorio immenso e prezioso di Domenico Modugno; mi piacerebbe cantare Quanto t’ho amato, un brano bellissimo di Roberto Benigni. Poi ovviamente qualche cosa di Mina, ma la scelta è difficilissima… dovrei pensarci! Tutto rivisto e rielaborato naturalmente, per mettere in quelle canzoni grandissime anche un po’ di me.
Qualche giorno fa si è conclusa la sessantaseiesima edizione del Festival della canzone italiana. Quest’anno hai rinunciato alla gara oppure ti eri proposta?
No, non quest’anno. E’ stato un anno particolare per me ed il Festival non rientrava tra le cose che volevo fare. L’idea di uscire con Casa Mia precludeva un percorso diverso a livello artistico e di promozione in genere quindi non avrebbe avuto senso partecipare alla gara con un inedito e portare in giro un album di cover che non c’entrava niente. Poi si sa, al Festival non si dice mai di no quindi più avanti chissà… Io scrivo e mi piace quello che faccio, non è tanto un discorso di coerenza ma di approccio naturale alla musica ed il canto. Mi è capitato di scrivere un pezzo più ruffiano o orecchiabile, ma non credo che sarei in grado di plasmare la mia scrittura fino a produrre qualcosa che non mi rappresenta per niente solo per rientrare in certi schemi. Ho avuto la fortuna di essere stata scelta con La felicità e partecipare ad un bellissimo Festival con un brano tutt’altro che sanremese che tutt’ora mi sta continuando a regalare grandi soddisfazioni: il 25 febbraio uscirà nelle sale cinematografiche Tiramisù, il nuovo film di Fabio De Luigi che avrà come tema della colonna sonora proprio questo brano.
Non solo cinema ma anche tanti concerti che ti hanno vista esibirti anche all’estero..
Questo è un genere che si presta molto alla riproduzione dal vivo, potremmo dire che quasi si basa sulla dimensione live, con l’improvvisazione, gli strumenti, il calore della gente. Mi ritengo una privilegiata, fare concerti è la parte migliore di questo lavoro e più ce n’è meglio è. A marzo inizieremo questo giro nei teatri italiani, poi tra qualche mese anche all’estero, ma di questo non posso ancora parlare.
Sei arrivata alla notorietà negli ultimi anni in cui ci si poteva ancora riuscire, o comunque prima dell’avvento dei vari talent show e concorsi che hanno ridotto considerevolmente le possibilità degli artisti emergenti in Italia. Ti senti di dare un consiglio ad un giovane musicista che prova ad affermarsi?
Ad un giovane musicista che vuole emergere farei la stessa domanda che faccio a me ogni giorno: perché vuoi fare musica? Se la risposta è: per la popolarità smetti subito, ecco la risposta. Noto con dispiacere che molti ragazzi mettono al centro della loro carriera l’esposizione mediatica, l’esser famosi a scapito della musica; io ritengo che la popolarità sia il mezzo per continuare a farlo questo lavoro, e non l’obiettivo da raggiungere.
Qual è il sogno nel cassetto di Simona?
Ringrazio il cielo ogni giorno per avermi dato la possibilità di fare quello che faccio. Mi sento una privilegiata, faccio il lavoro che ho sempre sognato di fare. Il mio sogno è continuare a farlo finché avrò forza.
Qualche appuntamento da segnare in agenda per venire a sentirti dal vivo?
Vi saluto con il calendario delle date in programma, ma per tutti gli aggiornamenti, vari ed eventuali vi consiglio di guardare il mio profilo su Facebook che viene aggiornato in tempo reale. Venite a trovarmi!
5 Marzo – Brindisi – Teatro Verdi
11 Marzo – Milano – Blue Note doppio concerto
12 Marzo – Milano – Blue Note doppio concerto
16 Marzo – Sant’Agata Bolognese – Teatro Bibiena
21 Marzo – Molfetta – chiesa Madonna della Pace
22 Marzo – Matera – Teatro Duni
23 Marzo – Taranto Teatro Orfeo
13 Maggio – Napoli – Teatro Bellini
16 Maggio – Roma – Teatro Sistina