11 Marzo 2016
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11 Marzo 2016

INTERVISTA a NOEMI: sudato e vivo, vi racconto il mio Cuore d’artista

A quasi un mese dal Festival torniamo ad incontrare Noemi che ci parla del suo disco, di Fossati, dei suoi fan e del prossimo singolo

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All Music Italia incontra Noemi, la leonessa della musica italiana. L’avevamo salutata a Sanremo nei giorni del Festival a cui ha partecipato con un brano sontuoso, La borsa di una donna, piazzandosi circa a metà della classifica finale; la ritroviamo oggi energica più che mai con tanta voglia di cantare e parlare del suo ultimo disco pieno di sorprese intitolato Cuore d’artista che sta promuovendo proprio in questi giorni con un fitto calendario instore. Nelle righe che seguono Noemi ci racconta delle collaborazioni con gli autori illustri che hanno preso parte al progetto, della voglia ritrovata di cantare guardando al futuro e di tante altre curiosità sul suo disco… “un album sudato”.

Buona lettura!

Ciao Noemi e bentrovata su All Music Italia; la prima domanda d’obbligo riguarda ovviamente il tuo nuovo disco:come mai hai scelto solo nove canzoni?

Ciao a tutti!!! Dunque, ho scelto nove canzoni perché mi è sembrato giusto portare solo il meglio, secondo me, del materiale che avevo raccolto fino al giorno in cui abbiamo chiuso i lavori del disco. E’ un album che mira all’essenza, alla qualità prima della quantità; nasce per un’esigenza mia di creare un disco sudato, lavorato alla vecchia maniera, suonato con strumenti veri con canzoni che nascono da rapporti e collaborazioni vere: da Gaetano (Curreri n.r.d) che è un mio amico e Celso Valli , il produttore del disco, passando per tutti gli altri autori che hanno collaborato con cui si sono creati dei rapporti belli, di amicizia e stima oltre che lavorativi. Poi da nostalgica quale sono mi piaceva l’idea di farlo assomigliare ad un vecchio vinile con 4/5 tracce per lato, e così…

Cosa aggiunge questo Cuore d’artista alla tua produzione finora nota?

Ho iniziato a pensare a Cuore d’artista dopo aver riflettuto e fatto un bilancio della mia carriera e della mia vita fino ad allora: con Made in London mi ero divertita tanto a contaminare le mie canzoni di quel mood elettronico che poi tanto è andato nelle produzioni italiane negli ultimi anni e ne vado orgogliosa, così mi sono messa a pensare a cosa potevo proporre di nuovo e per essere controcorrente come sempre ho deciso di tornare indietro e puntare tutto sulla musica. Volevo delle canzoni che si potessero riprodurre soltanto grazie ad una voce ed una chitarra, senza elettronica o iperproduzioni varie, per riscoprire il valore delle parole e della voce. In questo senso Fammi respirare dai tuoi occhi, il pezzo scritto per me da Giuliano Sangiorgi è l’anello di congiunzione perfetto tra quello che ho fatto, ciò che sto facendo e quello che farò. Ho pensato ad un disco che mi rappresentasse al 100% e gettasse le basi anche per il mio futuro di musicista ed interprete della musica italiana senza pensare alla richiesta del mercato ed alle tendenze del momento. Il valore aggiunto è la mia voglia di mettere a fuoco l’obiettivo, la musica che voglio fare, e spero di esserci riuscita.

Scorrendo l’elenco degli autori troviamo una sola volta il tuo. Hai fatto un passo indietro come autrice dei tuoi pezzi?

Non è un passo indietro: continuo a scrivere sempre ma collaborando con autori di un certo spessore spesso il confronto è arduo quindi semplicemente, come in questo caso, ho scelto nel mazzo le canzoni migliori per il disco. Mi ritengo molto fortunata ed onorata in ogni caso perché in questi pochi anni devo dire che autori grandissimi mi hanno scelta ed io non posso che ringraziare e continuare ad essere interprete delle grandi parole che mi vengono donate.

Ho scritto I love you insieme a Cheope, un altro grande autore che mi ha aiutato a comporre il testo; devo ammettere, senza falsa modestia, che sulle melodie me la cavo piuttosto bene mentre per quanto riguarda i testi è sempre un po’ una sfida per cui preferisco affiancarmi a chi sa farlo meglio di me.

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Nella tua carriera hai sempre prediletto collaboratori uomini mentre per Cuore d’artista hai arruolato anche due donzelle della nuova leva. Come è andata?

Ne vado molto fiera! Conoscevo già Alessandra Flora che aveva scritto per me In un giorno qualunque (brano inserito nel repack di RossoNoemi nel 2012) mentre Federica Abbate  è stata una scoperta più recente: ci conosciamo da dicembre 2014, periodo in cui abbiamo iniziato a collaborare, e tra l’altro credo di essere stata una tra i primi ad accorgermi del suo grande talento nella scrittura e a coccolarla. Siamo diventate subito molto amiche tanto che quando mi ha fatto sentire Amen per la prima volta le ho detto senza fronzoli:”a Federì fermate, che sta canzone è mia!” ed ho fatto bene, è già uno dei brani preferiti dai miei fans.

Hai partecipato al Festival di Sanremo con un brano importante ed impegnativo, La borsa di una donna. Che significato ha per te questa nuova partecipazione?

La borsa di una donna è il mio piccolo gioiello, un pezzo fondamentale per la mia carriera; Marco Masini insieme a Marco Adami e Antonio Iammarino ha scritto senza saperlo un evergreen, un manifesto che rappresenta le donne nella loro femminilità moderna che spero e mi auguro resterà negli anni a dispetto di tutte le classifiche possibili. In questo momento della mia vita non mi interessa cantare canzoni che rimangano in vetta all’airplay per 2/3 mesi e poi finiscono nel dimenticatoio ma improntare il mio stile e continuare a costruire pezzo per pezzo il mio repertorio cantando sempre canzoni belle ed importanti come questa.

… Anni spesi per ritrovare le cose che qualcuno ha saputo smarrire…” recita una parte del testo: c’è qualcosa che in questi anni di musica Noemi/Veronica ha perso lungo la strada e qualcos’altro che getterebbe via dalla sua borsa?

Sono molto concentrata sul lavoro adesso: mi sento come se stessi costruendo una casa da abitare… al momento sto ultimando le fondamenta e guardo al futuro. Qualcosa che ho perso è la possibilità di percepire le persone per quello che sono realmente. Non è sempre facile capire; con me sono tutti carini e simpatici che qualche vaffanculo ogni tanto penso anche di meritarmelo, e me lo prenderei anche volentieri!! (ride n.r.d.) Qualcosa che butterei via dalla borsa? La paura di non riuscire, di non essere capita; fa parte del gioco anche quella, non te ne accorgi fin quando fai, sei in movimento, ma può e deve essere aggirata.

Ad un mese dalla fine del Festival di Sanremo che considerazioni hai tratto? Ti aspettavi qualcosa in più da questa canzone?

Se devo essere sincera sì: mi aspettavo che il pezzo riuscisse ad ottenere qualche posizione in più nella classifica finale, ma poi ho pensato di interpretare la cosa e considerarla come un segno; anche Quello che le donne non dicono in fondo si è classificata all’ottavo posto al Festival quindi possiamo dire che a livello di Cabala ci siamo, la cosa promette bene (ride n.r.d.). Tornando seri posso dire di essere comunque molto contenta di come stanno procedendo le cose: lo sento girare molto in radio nonostante non sia un brano particolarmente immediato ma che ha bisogno di qualche ascolto in più per essere apprezzato a pieno ed il pubblico oltre ogni cosa, risponde bene; questo è il fatto più importante.

Il brano che da il titolo all’album è il frutto di una collaborazione importante con Ivano Fossati di cui hai interpretato in passato un brano, La costruzione di un amore. Come nasce il vostro incontro?

I primi contatti sono arrivati mentre ero ad X Factor: Ivano mi fece sapere che gli era piaciuta molto la mia versione del suo pezzo ed io rimasi sconvolta, letteralmente; poi sono stata io a cercarlo: sono riuscita a contattarlo tramite un’amica comune e ci siamo incontrati, in Liguria, per pranzo; gli ho raccontato che disco avevo intenzione di fare e che per riuscirci mi serviva una sua canzone. E’ stato un contatto vero quello che ha fatto nascere questa collaborazione, non uno scambio di mail come spesso accade. Un paio di mesi dopo mi ha mandato Idealista, un pezzo fantastico, l’ho amato subito. E’ il mio ritratto, la voglia di vivere controcorrente senza dimenticare la realtà che mi circonda, idealista-realista mi ha definita Ivano ed io mi ci riconosco in pieno. E’ sicuramente in fila per essere uno dei singoli che accompagneranno la vita di quest’album ed non vedo l’ora di cantarla dal vivo.

Un brano manifesto che è anche una presa di posizione netta: ti è mai capitato che qualcuno abbia scelto qualcosa per te o ti abbia guidato nel percorso?

Credo che dipenda tutto dal carattere e la personalità di ognuno; personalmente ho sempre voluto dire la mia sulle scelte da fare sulla musica ma ho anche ascoltato chi ha saputo consigliarmi in questi anni e per fortuna anche in quei casi è andata abbastanza bene; dall’inizio della mia carriera ho sempre cercato di impormi, per Briciole ad esempio mi impuntai di forza, volevo che il mio primo singolo mi rappresentasse in pieno, e così è stato! Poi succede di tutto… c’è persino anche chi si lascia trasportare dalle scelte degli altri per non dover sentir sua la responsabilità di un insuccesso o di una cosa andata male!

In virtù del tuo cuore idealista credi che sia importante l’impegno da parte degli artisti rispetto anche a questioni sociali che esulano dal contesto puramente musicale?

Secondo me è molto importante, ma non mi piacciono i politicanti! Non mi interessa parlare di politica per vendere i dischi, ad ognuno il suo talento, il mio è cantare ma la musica può e deve essere uno spunto per fare delle riflessioni: a Sanremo ad esempio ho deciso di portare con me un simbolo arcobaleno perché mi andava di portare sul palco quello che era il mio pensiero in un momento così delicato per il nostro paese; prima ancora di essere una cantante sono una cittadina italiana e non avrei potuto sopportare l’idea che la questione delle unioni civili rimanesse fuori dalla porta del Festival.

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Nel pezzo che chiude la tracklist Veronica guarda il mare canti di un momento particolare: “… Veronica non sa dove andare, se ancora vuole rischiare…”; quanto è autobiografica questa canzone? Ti è capitato di perderti per un momento?

Si chiaramente mi è capitato… Devo premettere, come avrete intuito ascoltando il pezzo, che Gaetano Curreri mi conosce molto molto bene e sa interpretare alla perfezione tutto quello che sento infatti dopo Dopo Made in London, che per me è stato una grande sfida, mi sono ritrovata un po’ giù ed a corto di energie; grazie a lui ed alle nostre chiacchiere poi ho ritrovato nuovi spunti, nuova linfa per andare avanti e soprattutto nuove canzoni.

Il brano si chiude con un finale super aperto… Dacci un’esclusiva! “…Perché lei adesso…”?

Lei adesso… partirà… scriverà altre canzoni e farà un nuovo fighissimo tour in autunno che sta già organizzando.

In queste settimane e per buona parte delle prossime sei impegnata con un fitto calendario instore. Come sta andando?

Mi diverto molto! Quest’anno sto girando tanto ed ho scoperto la possibilità di conoscere il mio pubblico sotto un punto di vista differente rispetto ai concerti, che restano comunque i miei preferiti; c’è un grosso scambio di energia tra noi anche se non posso nascondere che viaggiare così tanto è molto stancante ma appagante nello stesso momento anche perché tra le altre cose ho scoperto che molti miei fans hanno a loro volta il cuore d’artista come me e sto imparando a conoscerli: stiamo già lavorando per arricchire la mia applicazione NoemiOfficial di una sezione artwork che possa contenere tutti i disegni e le opere che mi arrivano, così come stiamo già facendo con i video. Mi rende felice poter essere la scintilla che accende un talento magari non ancora sbocciato…

Hai già in mente quale sarà il prossimo singolo?

Lo sto chiedendo molto in giro ed ai miei fans durante gli instore. A battersela al momento sono due pezzi: Fammi respirare dai tuoi occhi e Idealista quindi credo proprio che se la giocheranno… staremo a vedere!

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Da un paio di settimane è partita la nuova edizione di The Voice. A prendere la tua sedia è arrivata Dolcenera, in questi giorni nell’occhio del ciclone mosso dal web; a te è capitato di ricevere delle critiche per il tuo operato da giudice? 

La televisione è un mondo a parte e per forza di cose non puoi essere la stessa di quando canti su un palco la tua canzone, la percezione di te, da parte di chi ti guarda cambia. Va detto che se decidi di calarti nel ruolo del coach e scegliere chi vive o chi muore in uno spettacolo televisivo sarai sempre nel mirino di chi non è d’accordo con te, è impossibile pensare di poter accontentare tutti! Dolcenera la vedo bene e sono sicura che ne verrà fuori ancora meglio perché lei è davvero se stessa anche seduta su quella poltrona, oltre che essere una donna forte e che sa divertirsi. L’importante, lo dico sempre, è l’educazione da parte di chi commenta e ha la necessità di criticare perché spesso si creano delle situazioni brutte ed ingiuste; perlomeno si abbia il coraggio di firmare, perché io come Dolcenera e tutti gli altri giudici in quello che facciamo ci mettiamo la faccia, il nome ed il cognome. Tra l’altro colgo l’occasione per fare un in bocca al lupo a tutti! A The Voice mi sono tanto divertita ma ora è il momento di cantare e basta.