12 Marzo 2016
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12 Marzo 2016

RECENSIONE:
GUARDANDO IL CIELO – ARISA

Ecco la recensione del disco di una delle voci femminili più eleganti della musica italiana: Arisa e il suo "Guardando il cielo"

arisa
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Il decimo posto in classifica decretato in quel del Festival di Sanremo anno 2016 non rende affatto giustizia ad un brano discretamente bello come Guardando il cielo ne tanto meno alla sua brava interprete  Arisa, cittadina ormai onoraria della città dei fiori. Si perché tra partecipazioni come concorrente, co conduzione, varie ed eventuali la vediamo in riviera quasi ogni anno da 7 anni. Non che dispiaccia, anzi, ma forse sarebbe giunto il momento di tentare il salto e fare un album slegato dalla kermesse tanto per iniziare a muovere qualche passo da sola, avendo peraltro tutte le carte in regola per farlo.

Guardando il cielo, dicevamo, è una canzone interessante: superato il mashup dell’intro (provate a sovrapporre questo brano con Goodbye Philadelphia di Peter Cincotti e con L’amore è un’altra cosa della stessa Pippa e trovate le differenze) il brano in questione trova un suo sviluppo melodico sempre diverso ed emozionante dando il giusto risalto anche al testo d’ispirazione bucolica, che mette in relazione natura ed introspezione nel conflitto sempre attuale tra città e uomo; Guardando il cielo is the new Voglio andare a vivere in campagna potremmo dire, augurando ad Arisa la stessa fortuna capitata al buon Toto Cutugno nel 1995. Con questo disco Arisa tenta una sorta di riposizionamento nel mezzo, prendendo il meglio (o le intenzioni migliori) degli ultimi suoi due dischi in studio: la struttura melodica ed elegante della tracklist di Amami, qualche incursione indie alla Se vedo te, l’autore di sempre Giuseppe Anastasi che firma otto brani su undici ed il gioco è fatto; mica tanto per la verità visto che Guardando il cielo trattiene si, alcune belle canzoni ma nessuna lontanamente paragonabile al valore de La notte o Quante parole che non dici e a forza di aspettare il pezzone il disco finisce lasciandoci un po interdetti. Non mancano le belle cose anzi: in testa, oltre al brano sanremese, troviamo le ballate che in questa raccolta restituiscono tutta l’intensità della voce di Arisa nella sua pulizia e precisione, Lascerò e L’amore della mia vita in questo senso rappresentano gli episodi meglio riusciti e più emozionanti. Menzione d’onore per Re(gina) Mida Federica Abbate che firma  Come se fosse ieri (tra l’altro pare dovesse essere questo il titolo dell’album) un’elegante up tempo dai contorni vintage, fresco e radiofonico, spendibilissimo come singolo estivo. Superata la prima (buona) metà del disco c’è spazio anche per qualche variazione sul tema ma le divagazioni electro dance di Una notte ancora e l’atmosfera jazzata di Una donna come me pur essendo un tentativo di alleggerimento apprezzabile non entusiasmano fino in fondo e restano nel limbo dei pezzi da album che difficilmente ricorderemo. Carina la rilettura di Cuore, un classico della tradizione italiana sixties qui rivisto ed aggiornato mantenendone la struttura originale. Un disco rassicurante e piacevole ma che aggiunge poco a quanto sapevamo già sul talento di Arisa.

BRANO MIGLIORE: Guardando il cielo
VOTO: 6,5

TRACKLIST

  1. Voce
  2. Guardando il cielo
  3. L’Amore della mia vita
  4. Fidati di me
  5. Lascerò
  6. Io e te come fosse ieri
  7. Una Notte ancora
  8. Una Donna come me
  9. Gaia
  10. Cuore (Heart)
  11. Per Vivere ancora