E’ il nuovo volto di Rock Tv per cui conduce un programma sul rock italiano alternativo; nel suo passato xFactor, un album con brani in inglese ed italiano intitolato 3anni2mesi7giorni, infiniti live ed una specie di talent per partecipare a Sanremo. All Music Italia incontra Ambramarie per parlare dei nuovi progetti televisivi di cui è protagonista e della nuova musica in arrivo che è autoprodotta e libera: “se non avessi la possibilità di esprimermi liberamente nelle mie canzoni non mi interesserebbe nemmeno farle“. Storia e progetti in breve di una giovane donna con la voce, il talento e le idee chiare.
Buona lettura
Dopo la parentesi su Deejay Tv torni a condurre un programma musicale in onda ogni giorno per tre volte al giorno. Come sta andando?
E’ stata una proposta abbastanza shockante per me, devo ammetterlo! Certamente forte dell’esperienza a Deejay Tv dove mi sono trovata a condurre una diretta televisiva senza aver mai fatto niente di simile prima mi è sembrato subito tutto più semplice ed adatto a me, se non altro possiamo tagliare quando dico stronzate (ride n.r.d.). Tornando seria, posso dire che è una gran bella opportunità, professionale e non di meno personale: Rock Tv si pone come filosofia quella di cercare dei musicisti più che dei conduttori di mestiere ed il programma che faccio, Italians do it better tratta esclusivamente di musica rock italiana, la mia passione, cosa potrei chiedere di più? Nelle puntate ho modo di incontrare ed intervistare artisti che seguo e stimo, cosa che magari non sarei mai riuscita a fare. Sta andando davvero bene per ora. Quello che mi auguro è di riuscire a mettere a proprio agio gli artisti che siederanno sul case di fianco al mio e magari far loro delle domande interessanti, perché non sia la solita intervista canonica ma una chiacchierata tra musicisti, magari davanti ad una birretta! Solo che la birra non c’è…
Hai mai pensato di intraprendere una carriera diversa da quella del musicista continuando comunque ad avere a che fare con la musica?
Non so mai dare queste risposte assolute; per la verità non credo, la musica è la mia passione, anzi la mia Missione, la cosa per cui morirei e per cui probabilmente morirò.
Se parliamo di sogni, chi ti piacerebbe ospitare sulla poltrona di Rock Tv?
Io adoro gli Afterhours e Manuel Agnelli in particolare quindi credo che trovarmeli li mi provocherebbe un bell’infartino!! Se poi spariamo in alto guardando all’estero direi i Radiohead, anche se probabilmente con loro farei scena muta, ma è un rischio che correi volentieri!
Passiamo alla musica: a breve uscirà il nuovo singolo che anticipa anche un album di inediti; in che senso Diversa?
Diversa è un po’ la canzone alla quale siamo tutti più legati; dico Siamo perché il progetto si chiama Ambramarie, ma insieme a me da sempre ci sono i ragazzi della band. Uscirà a maggio o comunque entro la prossima estate. Rispetto alle sonorità del disco precedente, sia nel singolo che nell’album che arriverà, si sente molto di più la componente elettronica che fino a questo punto non avevamo tanto considerato. Diversa è una canzone molto femminile nel suo messaggio, credo e spero che molte donne possano riconoscersi nelle parole del testo: senza banalizzare sottolinea quel momento di crisi a ridosso dei trenta attraverso il quale un po’ tutte siamo passate (io ho ancora 28 anni, ma arriverà anche per me!) ed in cui l’età ed il tempo che passa diventano dei mostri da abbattere; un passaggio del testo recita: “...torneranno a dire che non sei bella, che non sei all’altezza; il giorno prima eri troppo giovane, il giorno dopo sei troppo vecchia perché ora ti fai paura…“. Ecco, diciamo che il messaggio che vorremmo passasse è che la diversità i realtà non esiste nemmeno ma è solo un altro punto di vista, e che una donna se bella, resta bella per sempre.
Sull’album invece cosa ci puoi anticipare?
Sono molto soddisfatta di questo disco, dico davvero: a differenza del precedente che ha avuto una gestazione lunga e complicata per ragioni contrattuali, questa volta abbiamo fatto tutto molto più velocemente e senza condizionamenti; è un disco libero, sia per come è stato concepito sia per i temi che tratta. Musicalmente può sottolineare un sound più maturo che in passato, anche se è qualcosa che si dice sempre quando si chiude un disco, ma tant’è. In fondo io e i ragazzi della band ci conosciamo e suoniamo insieme dal 2004 ed ovviamente lungo questi anni abbiamo ascoltato e direzionato i nostri gusti verso suoni e generi musicali diversi, di conseguenza questo disco è il prodotto di tutte le nostre esperienze. Sicuramente è un disco molto autobiografico, c’è dentro tutta la mia vita e gli ultimi anni.
L’album è totalmente autoprodotto e ne andiamo molto fieri. Il fatto di essere indipendente a livello musicale per me è cosa fondamentale con tutti i rischi ed i problemi che ne possono conseguire ovviamente; se per qualche ragione non avessi la possibilità di esprimermi liberamente nelle mie canzoni non mi interesserebbe nemmeno farle.
I testi saranno tutti in italiano stavolta: un ritorno alle origini?
E’ stato un processo graduale. Agli inizi ero un po’ più testona e volevo fare tutto secondo i miei modelli; volevo fare rock, ed il rock è comunemente roba più per stranieri così ho scritto canzoni anche in inglese ma oggi sono assolutamente convinta che per esprimermi al meglio ho bisogno di fare ricorso alla mia lingua, e devo ammettere che mi piace anche di più farlo.
Nel 2005 è uscito Via da te, il tuo primo singolo per la Warner che negli anni poi è scomparso dalle tue scalette live. Pensi di rimetterci mano e farne una nuova versione nell’ottica di questo ritorno all’italiano?
Non credo (ride n.r.d.). Finalmente posso dirlo: detesto quel pezzo! Come quando ritrovi certe foto della tua adolescenza, le guardi e ti chiedi: “ma perché???“. Questo mi viene in mente quando penso a quel singolo. Avevo 15 anni, ero inesperta e mi sono lasciata consigliare cantando una canzone che non mi apparteneva per niente. Piuttosto. Urla, il singolo che uscì in seguito si è rivelata una bella sorpresa inaspettata: dopo averlo lasciato nel cassetto per anni un giorno ci è venuto in mente di riprovarla in chiave acustica ed è venuta fuori una bomba.
I media non danno un grande spazio alla categoria, cosa vuol dire essere musicisti emergenti della scena rock italiana in questi anni?
Io sono una che vive molto nel suo mondo ideale: ascolto quello che mi piace, guardo quello che mi piace e frequento gente che la pensa al mio stesso modo, quindi in questo senso non mi sento mai sola ma basta mettere il naso fuori dal proprio giardino per accorgersi che non è così per tutti, e le difficoltà per gli emergenti sono reali. Va detto che i gusti musicali in questi anni sono molto cambiati e degenerati e di conseguenza le radio e le televisioni organizzano i loro palinsesti cercando di andare incontro a quella che è la richiesta del pubblico; che poi si stia parlando di cose di qualità o meno è un fatto del tutto discutibile. In tutta onestà credo che manchi un po’ di educazione musicale: non voglio fare la figa e dire cosa è bello e cose è brutto per carità, però credo che sarebbe giusto e costruttivo che qualcuno guidasse all’ascolto già dalla scuola i bambini; un professore che, oltre ad insegnare come si suona il flauto, dicesse ai suoi alunni di ascoltarsi i Queen a casa e capire da soli cosa vuol dire essere un cantante. Poi ognuno ha i suoi gusti e va bene tutto, anche Justin Bieber, ma prima bisognerebbe conoscere altro, perché l’obiettività a livello musicale esiste e nonostante i gusti di tutti dovrebbe continuare ad esistere.
Che genere di ascolti fa invece Ambramarie?
In Italia oltre ai miei amati Afterhours mi piacciono molto i Verdena, Marta sui Tubi e Ministri per quanto riguarda la scena alternativa. Parlando più in generale non posso non nominare Lucio Dalla, che adoro; e poi Negramaro, Niccolò Fabi, Lucio Battisti, Ornella Vanoni… se c’è qualcosa che non mi manca è l’apertura e l’amore per la musica incondizionatamente, non mi si può dire di certo di essere snob.
Nel 2009 la grande occasione, X Factor: cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto la televisione?
Ho partecipato ad X Factor nel 2009, un periodo di grande successo per il programma tanto che andarono in onda due edizioni nella stesso anno ed io, uscendo dal format a metà stagione, mi sono ritrovata nel limbo insieme a tanti altri in fila da produrre ed essendo una a cui non piace perdere tempo ho iniziato subito a fare dei concerti con la mia band. Sono andata ad X Factor per questo: invece di fare due date al mese, dopo il programma suonavamo tutti i giorni. Quando mi sono state fatte delle proposte musicali ho preferito dire di no per essere coerente con il mio pensiero: dopo Via da te mi sono ripromessa che tutto quello che in futuro avrebbe portato il mio nome sarebbe stato qualcosa che mi rappresentasse, in cui fossi io la prima a credere.
Lo rifaresti?
Si assolutamente! Non sono una che rinnega il passato. Magari con gli anni di prima e la testa di oggi penso che me lo vivrei un po’ più tranquillamente, infatti con gli anni mi sono calmata… giusto un po’ (ride n.r.d.) ma sempre di più che all’epoca!
Spesso condividi il palco con Omar Pedrini, cosa accomuna la vostra musica?
Lo adoro. Tra l’altro è stato il mio primo ospite a Italians do it better: mi hanno chiesto chi volessi ricordare come primo intervistato di questa esperienza ed io non ho esitato a fare il suo nome. Ci siamo conosciuti proprio ad xFactor, al volo negli studi del programma poi ci siamo persi. Ci siamo rivisti anni dopo, io aprivo un suo concerto del periodo Che ci vado a fare a Londra? e li è nata un’amicizia in maniera molto spontanea. E’ impossibile non voler bene ad Omar, tralasciando la parte artistica che si commenta da sola lui è una persona fantastica, talvolta riesce a metterti in imbarazzo per quanto è gentile! Sono felice di conoscerlo e lui ha sempre delle bellissime parole per me; ultimamente mi ha invitato a cantare con lui Sangue impazzito sul palco dopo aver visto il video della cover acustica che ne avevo fatto con la band.