Mi chiedo che cazzo ci faccia Morgan ad Amici.
Ho visto la prima puntata. Vista tutta. Avendo profonda stima per Marco Castoldi. Avendo una moglie che è sua fan non dico sfegatata, ma quasi (e ogni tanto litighiamo un po’ su di lui, si fa per dire ovviamente).
L’ho ascoltato con attenzione. Ha detto cosa molto giuste. Ma mi è sembrato un pesce rosso, da sempre vissuto nella fontana di una stazione, scaraventato in un nuovo oceano televisivo che non gli appartiene, e mai gli è appartenuto.
I talent gli ha già fatti, ma mai come ad Amici l’ho visto disorientato e fulminato da sguardi di altri artisti o presunti tali.
Sembra quasi che gli abbiano affidato il ruolo del Grillo parlante o del gufo di mago Merlino. Dice cose tecniche e oniriche inoppugnabili. Che però si perdono tra le urla di un pubblico quest’anno più insopportabile degli altri anni. Pilotato, come sempre succede in tv, ma male. Roba da stadio. Brutta roba.
E ripeto la domanda: che cazzo ci fa Marco ad Amici?
Naufrago in un’isola per lui avversa. Naufrago inascoltato. Naufrago di lusso. Perché lui di musica ne capisce e tanto. A differenza di…
E mi fermo qua. Se qualcuno mi vuole rispondere gliene sarò grato.
“Coloro che definiamo ‘malati di mente’ sono persone che più di altre tentano la via solitaria, ma poi, per quelle angosce vissute in privato, pagano un prezzo elevato in sofferenza e in disadattamento. Infatti, una delle paure più pericolose e disorganizzanti è proprio quella che origina dall’essere o dal sentirsi solo.”
Anna Oliverio Ferraris, Psicologia della paura, 1980