Attilio Fontana è uno degli italici esempi di come l’arte, quando ti invade e pervade, possa esprimersi in ogni sua forma. Cantante, autore, attore di teatro e tv, produttore, performer televisivo e chissà quante altre cose magari non ancora espresse, che verranno fuori nel tempo da questo quarantenne con la faccia da bravo ragazzo che però sa il fatto suo e che oggi, complice un nuovo e totalizzante amore, l’attrice Clizia Fornasier, arricchisce a breve scadenza anche la sua vita privata con l’inedito ruolo di papà. Un ruolo talmente inedito e forte che il bravo Attilio non è riuscito a non raccontare in musica, assieme proprio alla sua compagna e che è diventato il tema portante di Terra 2 , l’inedito singolo da pochi giorni in radio, che arriva a meno di un anno dalla pubblicazione di Formaggio, l’ultimo disco di inediti…
Attilio FoE’ effettivamente un momento molto creativo. Sarà che vivo un nuovo amore, quello per Clizia, che è a sua volta un vulcano di creatività e con cui mi confronto come continuo stimolo. Inoltre scrivere a 4 mani “Terra 2 “ è stato un po’ una sorta di regalo al nostro bambino, sfidando anche il momento discografico non facile in cui se non fai parte di qualche cordata radio o produttiva è praticamente impossibile riuscire a promuoverti. Io e Clizia ce ne siamo fregati e sebbene sapessimo di star sfidando il sistema, di star procedendo contromano, ci siamo presi la nostra soddisfazione ovvero sentirci dire dai direttori di grandi network, che anche se non passeranno per scelta editoriale il nostro brano, lo ritengono comunque valido.
Il brano in questione s’intitola “Terra 2”. Ci spieghi per cosa sta quel 2?
Prima che scrivessimo il pezzo mi aveva affascinato la scoperta di Kepler, questo pianeta gemello della Terra, non so a quanti migliaia di anni luce di distanza. Mi aveva colpito l’idea della ricerca di qualcosa che riconosciamo, che sia simile al nostro modo di essere da cercarlo così lontano e poi… magari non ci accorgiamo che ciò che ci fa star bene è già a noi vicino. L’altro pianeta è una nuova possibilità, una terra 2 per l’appunto, ma se ci fermiamo a pensare, ad osservare, magari quella possibilità è sempre stata a noi di fianco.
Singolare anche il nome che avete scelto per il vostro piccolo, che arriva ad inizio Giugno e si chiamerà…
Si chiamerà Blu, alla faccia dei benpensanti. Tanto poi il naso lo storcono lo stesso!
Ma avrà un significato particolare per voi suppongo?
Ovviamente! Quando io e Clizia ci siamo conosciuti, nel backstage di Tale e Quale Show abbiamo mantenuto un rapporto molto singolare, direi più epistolare che altro. Ci massaggiavamo molto ed abbiamo creato in quei messaggi una sorta di nostro mondo a cui davamo dei nomignoli. Blu era uno di questi. Era un po’ il nostro codice. Così quando abbiamo iniziato a consultare i nomi, abbiamo veramente pensato alla qualunque, ma alla fine per rappresentare al meglio il frutto di questo amore niente era più adatto. E poi se ci pensi il Blu fa pensare solo a cose positive.
Per un cantautore come te quanto è complicato lavorare invece a 4 mani, come è stato con Clizia nel caso di “Terra 2“?
Il vero problema è stato solo far collimare i linguaggi. Cliza ha un modo molto poetico di scrivere e contrasta col mio che è più spigoloso. Lei ha già pubblicato un romanzo diversi anni fa e ne sta scrivendo uno nuovo proprio in questo periodo ed ha quel modo appunto romanzato. Sul pezzo poi abbiamo avuto non pochi confronti tra la sua convinzione ed il mio cercare di capirlo. Diciamo che forse ancora non l’ho capito del tutto e che lo sto facendo attraverso i feedback positivi che arrivano da chi lo ha ascoltato.
Il tuo percorso artistico parte da molto lontano, in famiglia. Non tutti sanno ad esempio che tua sorella maggiore MariaGrazia, oltre ad essere una musicista ed arrangiatrice è una delle più importanti coriste in Italia. Devi a lei in particolare l’iniziazione alla musica?
La devo proprio in generale alla mia famiglia. Mio padre, che è mancato quando ero ancora piccolo,era un musicista sulle navi da crociera. Ha suonato con e per artisti importanti. Pensa che a casa abbiamo una sua foto col grande Duke Ellington, su cui lui aveva scritto:”la giornata più bella della mia vita”. Anche mia mamma suona; la fisarmonica è non solo il suo strumento ma anche la ragione dell’amore nato col mio papà. Poi c’è MariaGrazia che tu hai ricordato. I nostri approcci alla materia sono sempre stati molto diversi. Lei è una tecnica, una brava per davvero, che ha studiato piano per 14 anni, che legge la musica, che arrangia le voci come pochi. Io sono invece l’istinto, la premura nel dover buttare giù con la chitarra ciò che mi viene in mente. Insomma una famiglia di pazzi proprio; pazzi per la musica.
Ma quando sei diventato famoso, come voce leader de’ I Ragazzi Italiani, spesso la critica vi accusava di scricchiolare non poco con l’intonazione e le armonizzazioni; lei che era regina del mondo vocale non ti rimproverava?
Al contrario! Qualche rimprovero è anche arrivato ma solo per aiutarci e senza mai perder di vista che alcuni tra noi non nascevano certo cantanti. Se pensi che io sono stato l’ultimo ad entrare nella band e mi hanno preso perché cercavano uno che avesse un approccio più musicale… Oltremodo le critiche dell’epoca erano feroci perché il successo che arrivava con un certo tipo di pubblico, le ragazzine, dava fastidio. E poi non c’era ancora la cultura della Boyband. Oggi nessuno le critica più, ne esce una ogni anno, magari fanno finta di suonare e nessuno che pone l’accento su questa cosa. Ma va bene così, oggi va così.
Un po’ di indigestione verso quelle critiche?
No, è solo che ci si ricorda di noi solo per alcuni passaggi più eclatanti, come il Sanremo di Vero amore ma nessuno ricorda quanta gente affollava i nostri concerti che tengo a precisare erano live per davvero, magari non perfetti ma live. Oggi in quanti si esibiscono live?
Poi cosa è successo? Si è esaurita la linfa vitale o il percorso da dividere assieme agli altri non era così agevole?
Erano proprio altri periodi. Ad esempio noi si litigava con la nostra casa discografica (Bmg ndr) perché magari ci destinavano 180 milioni di vecchie lire, anziché 200 per la produzione del disco o perché continuavano a dirci che vendevamo poco quando poi arrivavano risultati magari anche di 250.000 copie vendute! Oggi un tale risultato lo raggiunge solo Tiziano Ferro e pochi altri ma all’epoca a loro non bastavano. Così tra un problema editoriale e l’altro a poco a poco la stella si è spenta.
E con gli altri sei rimasto in contatto? Cosa fanno?
Si, sono in contatto ed in ottimi rapporti. Non fanno più parte del mondo artistico. L’unico che ci ha provato davvero è stato Pino (Beccaria ndr) , ma non è andata bene. Si produsse subito in un disco solista pensando probabilmente di cavalcare l’onda del successo con la band, cosa anche possibile, ma il disco non andò bene e quindi l’etichetta non lo confermò.
Anche per te è stata complicata la rinascita da tutto quel trambusto mediatico?
Certo che si. Passi da 1000 a zero in un colpo, dall’essere osannato a non considerato in un momento. Anche se non ho mai smesso di scrivere perché non saprei fare altro. E’ esigenza.
E’ arrivato così il teatro, la tv con le fiction. In tanti hanno pensato che ti fossi riciclato in un altro ruolo, che avessi messo in pausa la musica…
E’ chiaro! La gente pensa che se non ti vede per due anni significa che hai smesso di lavorare. Io non l’ho mai fatto ed in questo il teatro è stato solo un ritorno di fiamma dopo una scorpacciata lunga 6 anni e sei dischi con i ragazzi. Fortuna è stato fare un provino per la Tosca di Lucio Dalla ed essere da lui scelto. Capisci quale onore inimmaginabile è stato per me? Dalla non solo mi ha scelto per il musical ma mi ha anche concesso l’onore di lavorare assieme a due brani. E’ stato fantastico.
Ma la recitazione quindi è un capitolo chiuso oggi?
Come potrebbe? Sono un onnivoro curioso e pertanto …
Nel tuo percorso anche il lavoro di produzione per la tua compagna di allora Ilaria Porceddu. Come è stato affrontare la musica dall’altra parte della barricata?
Facile perché Ilaria è una cantante bravissima. Lavorare con lei è stato naturale per quel che vivevamo assieme all’epoca. Ho prodotto il suo disco “In equilibro” e ci siamo tolti la soddisfazione di arrivare secondi a Sanremo con i nostri piccoli mezzi a disposizione, fatti di arte e poco più. Poi sono arrivati anche riconoscimenti importanti con quel lavoro. In quel disco c’era anche uno dei due pezzi che ho scritto con Lucio.
Senza far gossip, si è chiusa quindi anche la collaborazione oltre al rapporto?
Di sicuro lei ha ancora alcuni pezzi miei nel suo cassetto. Insieme avevamo scritto tanto. Chissà…
Il ritorno alla grande esposizione è arrivato mediante il già citato Tale e Quale Show. E’ intuibile ma in pochi danno peso alla cosa, di quanto sia complicato in realtà lavorare a quello show. Detto tra noi: “ma chi te lo ha fatto fare”?
Il pensiero di poter fare delle grandi performance grazie all’aiuto di grandi professionisti. Certe volte mi è sembrato un set hollywoodiano. E’ stata un’esperienza fantastica, conclusasi come meglio non potevo sperare, sia vincendola che trovando poi al suo interno l’amore.
Ed alle critiche che invece si scagliano sui cantanti che scelgono di parteciparvi solo perché non hanno altra visibilità cosa rispondi?
Che può essere anche vero, ma effettivamente come fai proporti in giro con le tue cose se gli spazi quelli sono? C i sono i Talent dove ovviamente non hai più accesso, Sanremo che però è una volta all’anno ed a numero chiuso, le radio che però se non ti ritengono un vagone del loro treno non ti passano, che male c’è? Io ad esempio ho tentato due volete Sanremo in entrambe le edizioni di Carlo Conti e devo dire che sono rimasto male di non esser preso! Magari Carlo avrebbe potuto dare un minimo spazio agli artisti che già lavoravano con lui, un po’ come fa Maria De Filippi con i suoi. Invece non è stato così tranne che per Valerio Scanu, solo che anche lui in realtà viene dalla scuola di Maria….
Finalmente nel 2015 è comunque uscito il tuo disco di inediti, “Formaggio”, benissimo recensito. Ma come mai tutto questo tempo?
Formaggio è uscito quando ho ritenuto fosse pronto. Sono uno che scrive tanto ma che torna sopra diverse volte al lavoro fatto, perché magari mi vengono in mente altre idee, altre cose. E’ stato veramente accolto bene dalla critica.
La critica lo ha promosso, ma promuoverlo presso il pubblico è stato un po’ più complicato senza una grande major alle spalle. Come se la cava un cantautore non spottizzato?
Se la cava girando le piccole radio, le radio universitarie, andando in giro live per i club, portando insomma alla gente nei piccoli centri il proprio lavoro. Li non ti scontri con le grandi etichette e però magari la gente è meno distratta e ti ascolta davvero. Ovviamente ho avuto anche il supporto della mia etichetta la Senza Dubbi, che ha creduto nel progetto.
Ti aspettavi un maggior ritorno?
No, ho avuto tantissimo in base a come mi sono mosso e va bene così. Spiace solo che la gente sia distratta. Leggevo un’intervista rilasciata dal mio amico Riccardo Sinigallia in cui giustamente ricordava di come la gente non sia propensa ad ascoltare un cantautore, di come si accontenti del tutto e veloce di internet, passando subito oltre dopo appena 5 minuti e dimenticandosi in fretta di te. Pensiamo ad esempio anche alle morti importanti del mondo della musica degli ultimi periodi; David Bowie la gente sembra averlo scoperto solo perché è morto. Vogliamo parlare di Mango? La gente si è ricordata di quale grande artista fosse dopo la morte, ma perché non se ne è accorta negli ultimi 10 anni della sua carriera, sicuramente più difficili? Non voglio scontrarmi con queste cose, voglio fare ciò che è bene per me ed arrivare a chi può recepirmi senza la paura che invece dopo 5 minuti passino ad un altro.
Uscirà una riedizione di “Formaggio” con inclusa “Terra 2”?
Sicuramente no. Sono due progetti proprio diversi. Formaggio è un disco cantautorale, mentre Terra 2 è decisamente pop.
Una domanda che mi piace sempre fare è: “per chi scriverebbe oggi Attilio”?
Per nessuno con cui non ci abbia lavorato un po’ su. Guardo quei ragazzi dei talent mortificati da brani arrivati da chissà dove, scritti magari anche da colleghi importanti, che devono interpretare in un giorno o due sperando che sia la fama televisiva a fare il resto. Che senso ha? E’ karaoke e basta. E poi di belle voci ne ho piene le scatole. Ci deve essere una persona dietro la voce e se non la conosco non posso certo scrivere per lei.
Nel privato ci sono Clizia e prossimamente Blu e nel pubblico cosa c’è nel futuro di Attilio Fontana?
La voglia di fermarsi per qualche mese e fare solo il papà. Fino a Settembre per lo meno sarà così
Ed allora auguri Attilio, di cuore.