Ultimo appuntamento fino a fine agosto con l’articolo dove il nostro Fabio Fiume ascolta in anteprima i nuovi singoli in uscita il venerdì e li recensisce con tanto di voto. Con la rubrica degli ascolti ci si rivede dopo la pausa estiva a fine agosto.
Oggi nel frattempo si ascoltano Claudia Casciaro, Eman, Raphael Gualazzi, Luca Napolitano, Paco Wurz feat Chiara Galiazzo e molti altri…
Vi ricordiamo che le votazioni espresse al termine della minirecensione sono relative alla carriera dell’artista in questione e non sono da intendere come paragone tra brani di artisti diversi.
Max Brigante & DiDy – Rumba
Impossibile che si possa resistere a questo ritmo, pur se non ti piace. E’ la classica atmosfera da vacanza spanglish, che mette assieme parvenze latine con le più sporche sonorità hip hop e che gli italiani ( e non solo ) amano ritrovare nei villaggi vacanze come ultima tendenza. Il tutto a servizio del Dj italiano che può davvero staccar con questo brano un biglietto per il mondo.
Sei ½
Claudia Casciaro – Amarsi un po’
Come sarebbe Battisti cantato da un cantante inglese degli anni 60 ? Ce ne da un assaggio Claudia Casciaro che del celebre brano del cantautore di Poggio Bustone ne fa il suo nuovo singolo. La cantante accompagnata dalla Magnolia Band rende una buona prova, giocando in sottrazione rispetto alle sue impetuose doti vocali ma riuscendo a mettersi a pieno al servizio di un brano che merita si riletture ma non stravolgimenti.
Sette
Salvatore D’Alò – Eterno viaggiatore
Ma cos’è? Una poesiola di un bambino di seconda elementare musicata? La letterina scritta per le vacanze estive? Base jazzata svilita da un simil testo e cantato da una reincarnazione di Gino Latilla.
Due
DeejayTime & Alexia – Uh la la la
Nel periodo inglese della cantante spezzina, Uh la la la, seppur allegra e trascinante, era indubbiamente uno dei pezzi più inutili. Il paradosso però è che a differenza di tutte le altre hits, il brano non è figlio del tempo e delle mode e quindi non è invecchiato prestandosi adesso a questa nuova chiave rivista e aggiornata. Resta inutile, ma mi rendo conto che è un problema mio, perché il suo compito, di inebetire gli sguardi della gente sulle spiagge lo svolge eccome.
Sei ½
Dj Matrix, Paps’n’Skar & Vise – Una tribù che balla
Dance da evitare caldamente, come risolvere tutti i problemi riempiendoci i bicchieri… frase a cui assegnerei il premio “Best Minchiata in the world”. Davvero troppo!
Tre
Eman – Il mio vizio
Il web lo incorona, il mondo delle classifiche ufficiali un po’ meno. La voce è notevole, ma la canzone che qui la supporta, Il mio vizio, vive di un contrasto che non risulta piacevole nell’insieme: troppe parole, troppa voce, troppa spinta troppa enfasi ma su base scarna, quasi vuota. Il problema è che se spingi così dopo 2 minuti non ce la faccio più a sentirti! Bocciata la canzone non l’artista che ha energia che può trovare prati migliori su cui esplodere.
Quattro ½
Forlani – Musica
Brano pop classico con accenti brit che fanno ricordare ora qui quella band ora là quell’artista. Certo queste reminiscenze hanno funzionato da sole ed al loro tempo ma non sono sinceramente sicuro possano funzionare anche adesso e tutte per bocca di un unico artista.
Cinque ½
Raphael Gualazzi – L’estate di John Wayne
Anche Gualazzi perde la sua prerogativa jazz, che nonostante il successo e diversi Sanremo ( l’ultimo in veste dance con The Bloody Beetroots ) lo aveva relegato comunque ad un pubblico di nicchia, ma lo fa con intelligenza, con un brano che rivela una sua genialità melodica, una vocalità ampia e variegata , un testo surreale che richiama nel presente miti ed usanze del passato. La vera novità per lui è che per la prima volta si lascia cantare.
Sette ½
Marra & Guè – Insta love
Qualcuno si ricorda che sono esistiti gli Ace of Base anche in Italia? E no, perché certe volte va ricordato che ci sono stati tanti artisti che oggi non si ricordano quasi mai eppur hanno avuto diversi successi importanti, come il quartetto svedese. Lo fanno i due rapper che nel riutilizzo di un sampler di All that she wants, trovano la base utile per scrivere un testo un filo giovanilistico per l’età dei due, ma in cui indubbiamente molti dei ventenni di oggi ( facciamo anche trent’enni ? ) ci si ritroveranno a bomba! Eh si, voglio essere giovanilistico anche io!!!
Sei ½
Matthew Lee – Refused
Indubbio che il rock ‘n’ roll sia il suo amore, quello proprio delle origini, degli anni 50 , di Little Richard , e qui ce lo riporta fedele, con aggiunte possenti di piano, suo strumento guida. Il cantato è in inglese e quindi il brano sembra proprio uscito da un juke box di quegli anni la. Chiaramente settoriale e probabilmente per questo “poco vendible” in circuiti mainstream se non agli amanti del genere ha però in se il contagio dell’allegria.
Sei ( politico perché non votabile )
Luchè – Che Dio mi benedica
Nato e fortificatosi nel duo rap napoletano Co’Sang, Luchè ha intrapreso la carriera solista dopo ben 15 anni di “associazione” col compare Ntò. Con Che Dio mi benedica il nostro mette da parte l’hip hop così come comunemente inteso ed approda in territori urban con base di chitarra ed incisione vocale che si pone esattamente a metà tra cantato e rappato. La sopresa? Niente dialetto ed un album in uscita con alcune collaborazioni “nazionali” . Il risultato? Un brano valido che però bisogna capire se il suo pubblico accetterà.
Sei +
My Dreams – I took a pill in Ibiza
Nemmeno il tempo di toglierci dal cervello l’originale che i nostri My Dreams ci ripropongono in chiave punk, con aperture quasi grunge, il brano dalle volute atmosfere clubbing. Ci dimostrano però che il singolo ha il suo perché anche in questa veste. Non male affatto.
Sei ½
Luca Napolitano – Ci whatsappiamo
E’ una moda scrivere canzoni usando terminologie da pc e da messaggi brevi, tanto che anche uno che aveva capacità come Napolitano ci inciampa sopra, forse per recuperare del terreno perso rispetto a vecchi compagni di talent. Peccato per il giovane cantautore ma il testo è davvero grottesco e la strada del brano inutile non è quella più giusta per farsi rinotare.
Tre
Giuda Nicolosi & Dydo – Sulla strada
Mi ha ricordato molto Baccini nella voce e forse anche nelle intenzioni. Parlo del Baccini degli esordi tra gli 80 ed i 90. Canzone e video estivi, con tanto di voglia di tornar bambini e fare i cretini, che rubano un quarto d’ora di sorrisi ma resta poco altro.
Cinque
Mauro Pagani – The big man
Il glorioso Pfm prima, nonché arrangiatore sopraffino e produttore dopo, mette in questo inedito singolo tutto il suo sapere musicale e ne viene fuori un sound funk, cantato in inglese con fiati di sottofondo a supporto di un testo che guarda con non poco sospetto ad un uomo politico d’oltreoceano che si distingue per discorsi e dittatoriale ed un’improbabile pettinatura. Il nome non lo ha fatto Pagani, ma siamo sicuri di non aver capito? Interessante ma del resto come poteva esser altrimenti?
Sette
Tommaso Primo – Viola
Ha vinto la corte di un’importante major il giovane Tommaso Primo; major che voleva snaturarne la natura, farlo incidere in italiano cosiddette potenziali hits. Ma per chi ha cose da dire, convincersi a dirne altre è davvero arduo e Tommaso di cose da dire ne ha, come in questa delicata Viola , racconto che sposa la capacità evocativa del “Pino Daniele partenopeo” e soffici approcci alla Fabio Concato, su una ragazza che a tanti si è concessa in cerca della magia senza accorgersi che c’è chi la guarda e l’aspetta per dargliela davvero. Ma comm ‘o pappice e a noce…. Un po di sforzo su! Trovate e traducete pure il proverbio napoletano…
Sette +
Paco Wurz & Chiara – Follow the summer
L’incerta Chiara, brava come poche ma ancora non con un bagaglio canzoni pari al suo talento, quasi decanta questi ritmi dance da spiaggia al tramonto di Wurz. L’intenzione è perfetta e se … provasse a cantare in italiano cose così, anziché solite cose melense finora proposte?
Sette ½