Il concerto dei Nomadi è un evento, ve lo assicuro. La band emiliana, con i suoi 53 anni di attività e nonostante i tanti cambi di formazione, è una delle realtà più credibili del panorama pop rock italiano, con migliaia di fans che coprono almeno tre generazioni.
Ai loro concerti capita quello che in Italia succede solo con pochi eletti – parlo di Vasco e Ligabue, al momento non me ne vengono in mente altri – e cioè vedere figli e genitori abbracciati a cantare insieme a squarciagola all’urlo ‘sempre Nomadi‘. Ed è una cosa, permettetemi un momento di pura soggettività, tanto bella quanto commovente.
A tirare le file di questo gruppo perennemente in cammino, sin dalla sua fondazione c’è lui, il tastierista modenese Beppe Carletti. Lo incontro poco prima del live di Masone, fiero paese dell’entroterra Ligure, poco distante da Campo Ligure, il comune che diede i natali a Don Andrea Gallo. Quella di Masone è una data importante per i Nomadi, che ripetono quasi a ogni tour. È stato nel piccolo paese ligure, infatti, che 24 anni prima il gruppo si è esibito per l’ultima volta con Augusto Daolio, il barbuto cantante che segnò indelebilmente gli anni d’oro della band e venne a mancare all’affetto dei suoi fans per un maledetto tumore ai polmoni a soli 45 anni.
L’emozione fra il pubblico è papabile, il popolo dei Nomadi ha risposto alla chiamata in massa e la suggestiva Piazza del Castello è gremita. La componente sociale, che è magma pregnante del mondo Nomadi, si manifesta nella presenza sotto il palco di tanti ragazzi dell’Anfas, che il gruppo ha invitato al concerto e sistemato in prima fila. Viene dato spazio anche ad Andrea Spinetti, del Comitato Vittime Sangue Infetto, che sale sul palco per parlare della causa a cui ha dedicato la vita.
Permettetemi di spendere due parole a proposito: Andrea, oggi cinquantenne, è stato vittima, insieme ad altri migliaia d’italiani, di trasfusioni con sangue infetto. Il risultato? Da 20 anni circa convive con hiv ed epatite C, con tutte le problematiche che potete immaginare. E, sempre da tempo immemore, lotta insieme a tanti altri nella sua situazione per essere risarcito, senza se e senza ma, dallo stato italiano. Gli ho promesso che prossimamente ne farò un articolo, per il momento invito tutti i miei lettori a farsi un giro sul sito dell’Associazione: www.itmnewday.it.
Informiamoci e non lasciamo soli questi ragazzi, non sarebbe giusto. Restiamo umani, e approfondiamo la conoscenza di questo ennesimo disastro made in italy.
Ora vi lascio all’intervista con Beppe, tra musica, viaggi, impegno sociale e vecchi amici.
Vi abbraccio guagliù!
FEDERICO TRAVERSA INTERVISTA BEPPE CARLETTI DEI NOMADI