Dopo il successo di pubblico e critica riscosso a X Factor oggi vi proponiamo un’intervista realizzata qualche giorno fa con una cantautrice di talento che il pubblico ha scoperto in tv ma che ha alle spalle diversi anni in musica fatti di concerti, duetti e dischi. Veronica Marchi.
Trentaquattro anni, di cui quasi tutti passati a suonare prima a casa poi in giro per mezza Italia; poi un provino, un altro ancora ed oggi la fase finale di selezione (o per meglio dire Home Visit) per un programma stracult della tv commerciale inaugurato da un acclamato esordio. Ci racconti il momento in cui hai scelto di partecipare ad XFactor e perché?
Ho visto un po di tutti i reality ma X Factor mi è sembrato sempre quello più divertente e variegato come proposta. Prima di quest’edizione mi ero presentata già due volte. Era una cosa che negli anni mi balenava in testa con continuità, poi la differenza la fa la maturità e quest’anno evidentemente era l’anno giusto per tutta una serie di motivi che sono andati ad allinearsi. Ovviamente la scelta non è stata buttata lì a caso: partecipare ad un reality non c’entra molto con il cantautorato ed in ogni caso è qualcosa che divide; io sto vivendo quest’esperienza piena di curiosità e soprattutto divertendomi. Avevo bisogno di X Factor in questi momento: una cosa nuova per buttarmi, sperimentare e trovare dei nuovi stimoli per reinventarmi e provare a fare qualcosa di diverso.
Un passo nel passato recente: Audition di XFactor 10, la tua esibizione poi la standing ovation, il plauso di Manuel Agnelli, l’interesse improvviso della stampa. A fronte della tua esperienza consolidata da musicista in quel momento ti sei chiesta: “Grazie, ma dov’eravate tutti fin ora?”
– (Ride .Ndr.)
Mi viene da dire che è normale, anche se normale non è affatto e comunque non dovrebbe esserlo. La verità è che siamo in tanti e soprattutto viviamo in un paese dove è diventato molto difficile emergere; il motivo per cui siamo tutti qui è proprio questo, farci vedere ed arrivare ad un pubblico così tanto vasto. Mi ritengo una persona pura nei sentimenti e non porto rancore verso il passato o un sistema che è inceppato; posso dire sinceramente che nel momento in cui tutti si sono alzati in piedi non capivo dove mi trovavo ma ho sentito che tutte le persone che applaudivano erano le stesse che mi avevano sentito suonare in tutti questi anni. Ed è stato bellissimo.
Negli ultimi giorni sul web si è parlato molto di X Factor in merito ad alcune presunte scorrettezze del montaggio televisivo che in qualche modo avrebbero falsato gli esiti delle selezioni. Che esperienza hai avuto tu?
Ovviamente non approvo la distorsione della realtà, non esiste che si attribuisca a qualcuno qualcosa che non gli appartiene. In certi meccanismi però capitano queste cose, sarebbe potuto capitare anche a me, di andare a cantare e magari nemmeno andare in onda. Se la cosa fosse andata male a me, non credo che avrei sollevato alcun polverone, quando vai li sai già cos’Ë: la realtà è che decidendo di partecipare firmi un contratto che lascia a loro la possibilità di gestire la tua immagine, quindi se sei sottoscrivente e lo fai con coscienza stai facendo una scelta, ci sta. Tutto questo può essere anche un modo per uscire dal vuoto cosmico in cui viviamo, per cui ognuno cerca di emergere come può. Comunque sono felice non sia capitato a me.
Ad X Factor si sa, si fanno le cover e chi ti conosce un po sa di te che sei una cantautrice con uno stile molto personale e caratterizzante. Che rapporto hai con le canzoni degli altri?
Ho un ottimo rapporto! Per me interpretare una cover è sempre riscriverla, la vivo con l’attitudine da cantautrice: mi affascina molto vestire i panni degli altri e vestire di mio le canzoni che amo. Devo dire che alle audition mi sarebbe piaciuto cantare un mio brano, l’avevo proposto ma alla fine non è stato scelto, in ogni caso Walk è una canzone che nel mio piccolo so di aver riscritto e quindi che potrà piacere o non piacere, sono contenta un po come aver cantato un mio brano.
Non hai il timore che il talent possa sporcare la tua attitudine da cantautrice?
Non ho mai riflettuto su questo. Ho sempre dato priorità alla ricerca di un modo per emergere dal vuoto di cui parlavamo prima. In realtà credo di no, non in così breve tempo almeno. Non credo che riuscirei per troppo però perché alla fine avrei voglia di fare pezzi miei, senza paura perché la gente non è scema e non ha bisogno esclusivamente delle cover per guardare la tv. Ci vorrebbe il coraggio di osare un po di più in questo senso, magari una si e una no.
Che tipo di donna è Veronica?
Sono autentica semplice, testarda, cocciuta, pesante anzi amo definirmi leggermente pesante. Sono una donna che cerca di vivere la vita al contrario: sono stata un enfant prodige troppo presto e per troppo tempo, questa cosa mi ha impedito di divertirmi, di giocare. Oggi a trentaquattro anni sono una donna che cerca di cambiare, una donna bambina.
Hai già un progetto musicale pronto nel cassetto a prescindere da come andrà X Factor?
In realtà prima di quest’esperienza che mi è arrivata “tra capo e collo” stavo lavorando ad uno spettacolo che uscirà a breve. Poi l’ultimo mio disco è del 2012 quindi potete immaginare quante canzoni ho scritto che prima o poi usciranno, lo spero davvero. Credo di avere pronti più o meno quattro dischi!
Ti va di raccontae del tuo alter ego come produttrice?
Si, mi piace tantissimo! Lavoro perlopiù nelle produzioni con ragazzi molto giovani, lo scorso anno ad esempio con Mariasole che ha partecipato ad XF arrivando ai Bootcamp ed è un’esperienza meravigliosa in cui posso dare qualcosa di mio agli altri, quello che ho imparato e che do indietro, è molto stimolante, una mia estensione.
L’inedito di X Factor è di solito, un dono da un grande autore italiano. Arrivando in finale, da chi ti piacerebbe ricevere quel regalo?
Mi ripeterò, perché non smetto di dirlo ormai da anni in tutte le interviste, tanto che avrà un fischio perenne alle orecchie; il mio preferito di sempre è Niccolò Fabi e sarei onorata di cantare un suo brano. Per me è un padre musicale, non mi viene un altro nome. Ci vorrebbe un Nobel anche per lui quasi, non c’è secondo me un altro artista come lui, come umanità come musica come tutto. Tra le canzoni che avevo proposto inizialmente alle selezioni c’era anche Mimosa, uno dei brani che io amo di più in assoluto del suo repertorio. Mi piacerebbe molto riproporlo dal vivo.
In un paio di tuoi titoli usi una parola forte, coerenza. Che cosa rappresenta per te nella musica?
La mia coerenza è non avere coerenza: credo che una delle cose più belle della vita sia poter cambiare idea, avere coraggio. Ogni giorno può essere diverso dall’altro, la coerenza è noiosa. Musicalmente è lo stesso anche se poi ognuno di noi ha un proprio stile e tenedenzialmente se lo porta dietro per sempre. Mi piace sperimentare, diventare un’altra me.
Che rapporto hai con i tuoi seguaci della prima ora?
Sto pubblicando un diario on line con i miei stati d’animo direttamente collegati alle puntate di XF. Succedono tante cose, si passano tante ore insieme agli altri ragazzi, nascono delle amicizie, dei rapporti davvero forti in cosi poco tempo che le emozioni sono tante e cosÏ ho il piacere di condividerle con le persone che mi seguono direttamente su Facebook.