Leggo il titolo del nuovo pezzo di Tiziano Ferro sul web…Potremmo ritornare. E già qualche cosa proietta queste parole nel mio vissuto. Non di cantautore. Di uomo.
Poi, leggo il testo e ascolto la canzone.
Le prime sensazioni ascoltandola? Un bagno caldo come quando me lo preparava mia mamma. La mano di mio padre, forte, che mi stringeva piano. Stanze della mia vita. Amori passati via come pugni sulla faccia. Che tanto a me non me ne frega un cazzo. Se ne vada pure. E poi piangevo contro il muro o davanti alla sua porta. Io che sono sempre stato uno…che tanto non me ne frega un cazzo…mi sono rivisto a sfondare una vetrata con un calcio o distruggere un appartamento. E le ho fatte davvero queste cose.
Poi secondo ascolto. E giù i lacrimoni. Sempre più dentro questa bella musica scritta da un ragazzo, Michael Tenisci, 27 anni, mortacci sua che giovane. Il testo è di Tiziano. In una canzone che ti prende subito viaggi per mari e per amori. In tante vite.
Chiamo mia moglie Pat e le dico di ascoltare il pezzo. E pure lei con la pelle d’oca comincia a vivere la canzone. Se una canzone si fa vivere è una grande canzone. Io penso a tempi passati quando: “…Nella canzone che però non ascoltasti
tanto lo so che con nessuno avrai più riso e pianto come con me
e lo so io ma anche te…”
Lei lo so che ricorda uno che: “…Quasi 30 anni per amarci proprio troppo
la vita senza avvisare poi ci piovve addosso
ridigli in faccia al tempo quando passa…”
Poi il ricordo nella canzone diventa la nostra storia: “…Ricordi ce lo insegnò il 2013
Io e te all’odio non sappiamo crederci…” Eh si perché nel 2013 io e Pat ci siamo sposati… Oh Tiziano lo hai fatto apposta?
Non sono un critico musicale. La musica la faccio e le parole pure. Ma soprattutto amo ascoltare le canzoni degli altri. Chi ascolta solo se stesso è un gran pirla. Come potrà mai progredire e imparare? E poi che una cosa sia ben chiara. L’artista è una persona fragilissima. Insicura. Folle. Con pochissimi amici e sempre alla ricerca di carezze. Vere. Egocentrico. Nevrotico. Spesso depresso. Spesso con la voglia di mandare a fare in culo tutto e tutti.
E tutto questo ho sentito e amato in questa nuova canzone di Tiziano. Perché ha ragione Potremmo ritornare. Non è mai finita. Anzi deve ancora incominciare. Il guizzo di Tiziano? La speranza del ritorno. Quindi nessuna certezza. Forse una delle possibilità che l’esistenza ci dona.
Ogni preghiera è una promessa a Dio
che non ho mai dimenticato
ogni preghiera non raggiunse poi
o almeno ancora la strada che avrei sperato
perdonare presuppone odiarti
e se dicessi che non so il perché dovrei mentirti
e tu lo sai che io con le bugie
mi manchi veramente troppo troppo troppo
ancora
Ho passato tutto il giorno a ricordarti
nella canzone che però non ascoltasti
tanto lo so che con nessuno
avrai più riso e pianto come con me
e lo so io ma anche te
quasi 30 anni per amarci proprio troppo
la vita senza avvisare poi ci piovve addosso
ridigli in faccia al tempo quando passa
per favore ricordiamoglielo al mondo
chi eravamo e che potremmo ritornare
Passo la vita sperando mi capiscano
amici e amori affini prima che finiscano
e ancora sempre e solo
una strada, la stessa
scelgo sempre la più lunga, la più complessa
quindi perché mi scanso invece di scontrarti
e tu perché mi guardi se puoi reclamarmi
ricordi ce lo insegnò il 2013
io e te all’odio non sappiamo crederci
Ho passato tutto il giorno a ricordarti
nella canzone che però non ascoltasti
tanto lo so che con nessuno avrai più riso e pianto
come con me
e lo so io ma anche te
quasi 30 anni per amarci proprio troppo
la vita senza avvisare poi ci piovve addosso
ridigli in faccia al tempo quando passa
per favore ricordiamoglielo al mondo
chi eravamo e che potremmo ritornare
musica più forte,
che sfidi la morte
accarezza questa mia ferita
che sfido la vita
Ho passato tutto il giorno a ricordarti
nella canzone che però non ascoltasti
tanto lo so che con nessuno avrai più riso e pianto
come con me
lo so io ma anche te
quasi 30 anni per amarci proprio troppo
la vita senza avvisare poi ci piovve addosso
diglielo in faccia a voce alta di ricordare
quanto eravamo belli e di aspettare
perché potremmo ritornare