Arriva in Sala Stampa Lucio Dalla Fabrizio Moro per la conferenza relativa alla sua partecipazione al Festival di Sanremo 2017.
Il disco, Pace, uscirà il 10 marzo e verrà presentato a Milano e Roma in anteprima, poi partirà il tour estivo per presentarlo in tutte le piazze italiane.
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Per scegliere la cover, hai immaginato tuo figlio Libero che prende a calci il pallone con le sue scarpette.
Mio figlio ha 7 anni ed è totalmente rapito da questo sport. Il testo mi emoziona tanto, vivendo questa condizione di padre.
Il tuo è stato definito il testo più bello. Hai già fatto 5 Sanremo, sia da autore, sia da cantautore: che differenza c’è?
La differenza non c’è. Io non scrivo per altri. Le ho regalate ad altri, ma le ho scritte per me. Pubblico album ogni due o tre anni e, se scrivo un pezzo oggi, magari ora che esce un album… lo metto nel cassetto e li ho regalati. Con questo cassetto, facendo l’autore, ho finanziato la mia etichetta.
Sono tutti figli miei.
Quali sarebbero le eventuali altre scelte per la cover?
L’altra opzione era Signor Tenente di Faletti.
Poi l’ha scelta Masini..
La musica italiana è piena di belle canzoni e questo brano mi era rimasto particolarmente a cuore. Non riesco a dimenticare lo sguardo di Faletti.
Menzione come miglior testo di questo Sanremo.
È una cosa che mi ha dato molto coraggio, perché quando parti per un’avventura del genere, non sai mai come può andare. Ho affrontato il palco con un pizzico di coraggio in più.
Nel video di Portami Via c’è un collegamento con Sbarre?
No, non c’è nessun collegamento con la trasmissione.
Fare da narratore per Sbarre è stato molto forte. Abbiamo girato all’interno del carcere di Rebibbia e siamo rimasti chiusi là dentro un mese. Mi ha colpito lo sguardo dei detenuti.
I 4 km tra il carcere e casa mia mi facevano assaporare ogni centimetro di libertà e mi ricordavano che sono un uomo fortunato.
Cosa ti ha lasciato l’esperienza del carcere? Parte di questa tua esperienza è in questa canzone?
Il collegamento tra Sbarre e questa canzone è un collegamento immaginario. Le carceri e le prigioni che le costruiamo noi intorno, ci creiamo noi delle sbarre attorno alle nostre vite. Sto iniziando a ricordamene ogni giorno con l’età che avanza, più diventi vecchio e più le cose le metabolizzi nel modo giusto.
Ora da maestro di Elodie sei in gara contro di lei. Come ti senti?
Sono una persona più grande che ha qualche anno più di lei, non sono il suo maestro. Non c’è ansia da prestazione. Anzi, mi sento a casa.
Salire sul palco dell’Ariston è un’emozione grande, ancora di più con una canzone dedicata alla propria figlia. La tua famiglia ti dà una marcia in più?
I miei figli soprattutto. Mi sento delle responsabilità in più, verso di loro mi sento invincibile.
Hai scelto di essere un cantautore.
Ho scelto quello che mi sentivo di scegliere. È stato un caso. Vengo da un quartiere di Roma, San Basiglio, dove se non riesci a trovare la tua dimensione, vieni schiacciato. La musica è stato l’unico modo per imporre la mia responsabilità. Sono le mie canzoni che mi danno la forza.
Una voce calda e bellissima…
La prima sera ero stonacchiato, avevo paura che non mi uscisse la voce! Quando mi è arrivato l’applauso a metà canzone, è stato un incoraggiamento e mi sono lasciato andare.
Questa cosa con gli anni non passa.
Non mi aspettavo questa botta di paura, non riuscivo a percepirla 5′ prima.
Tu fai parte degli insegnanti di Amici: come trovi Maria De Filippi all’Ariston?
Non ho avuto modo di guardare una puntata del festival. Vieni sbattuto da una parte all’altra. Credo che si bilancino bene. Non ho neanche sentito tutte le canzoni in gara!
Fremi mai per delle canzoni che hai nel cassetto per le quali non riesci a trovare una collocazione discografica?
Un’altra vita volevo presentarla al festival dell’anno scorso, ma non è accaduto. Sì, mi succede spesso. Ogni volta che scrivo una canzone, ho voglia di farla ascoltare.
Tra le canzoni che dai come autore, ce ne sono alcune che avresti voluto cantare tu?
Sono tutti pezzi della mia vita e me le continuo a portare nel mio zaino. Nei miei concerti, Sono solo parole la canto sempre.
Che Fabrizio ascolteremo nell’album in uscita.
Meno rabbioso e più equilibrato. Racconta di me, della realtà che mi circonda. Parlo della mia vita a quattro.