Marco Masini sta per arrivare in sala Lucio Dalla del Palafiori di Sanremo per la conferenza stampa. Il cantante toscano è in gara al festival con Spostato di un secondo, brano che fa parte dell’omonimo album uscito il 10 febbraio.
Dopo il festival, Masini sarà impegnato nell’instore tour a partire dal 14 febbraio e poi, dalla fine di aprile, con il tour.
Dopo la conferenza stampa, tutte le date.
Come ti sei trovato ad affrontare un testo scritto a più mani? Come è stato il processo creativo?
Io ho sempre scritto i testi con altri autori, perché credo sia il modo migliore per esprimersi. Non solo attraverso quello che si sente, ma anche attraverso quello che vedono gli altri di te.
Nel momento descritto dalla canzone mi ci sono sentito spesso, quando sono in un momento troppo acceso. Quel frame in più che, se lo trovassimo, potremmo fermarci per un secondo. Forse è il dejà vue quel momento… o forse lo devi ancora vivere, perché il tempo è relativo. Ho provato a raccontare quel momento.
Quel momento in più di farebbe fare la cosa più umana: non perdere l’amore che stai perdendo.
Marco Masini da Disperato a Spostato di un secondo, quanto è cambiato?
Sono passati 28 anni e sono tantissimi, non c’è modo di essere sempre lo stesso, anche volendolo. Non puoi rimanere ancorato ad una realtà che è di 28 anni fa. Tutti noi subiamo un processo di evoluzione e ogni emozione che tu vivi, è un’emozione nuova. La vita comincia sempre oggi.
Io non credo di vivere col peso del rimpianto e rimorso né con l’ancora pesante della malinconia. Forse qualcuno in passato l’ha pensato, ma io ho solo raccontato gli anni ’90 in maniera cruda quando non stavamo bene. Anche oggi non stiamo bene, ma in maniera diversa e non servono vaffanculi né rabbia. Dovremmo essere onesti per cercare onestà in colui che ci guida e in chi ci deve portare a superare questo momento.
Mi piacerebbe dare un po’ della mia esperienza ai giovani.
Tanti giovani non ricordano il Marco Masini degli anni ’90 e, quanto lo si fa scoprire, non lo riconoscono. Partono da L’Uomo Voltante. Vorresti far conoscere il tuo passato a chi si avvicina alla tua musica?
Qual è il Marco Masini che guardi con un sorriso, anche per Vaffanculo che è diventato un inno di una generazione?
Le canzoni restano anche se l’uomo cambia. Vaffanculo la puoi cantare quando ti pare, quando senti il bisogno di cantarla. Io non la rinnego, sono orgoglioso di averla fatta.
Il Masini che ricordo con più allegria è quello che si è rialzato dalle difficoltà.
L’Uomo Voltante lo considero una tappa di un cammino, una tappa di fiducia in cui sono cresciuto. Negli anni 2000, a 40 anni, ho iniziato a vedere la vita con un po’ più di fiducia, cercavo il confronto con un figlio che poi non ho avuto. È meglio arrivare ultimi con la verità che primi con la bugia.
L’unica maniera per ricordarci sempre di noi con un sorriso è di non distaccarci mai da quello che si era, perché, anche se potessimo tornare indietro, probabilmente rifaremmo sempre le stesse cose.
Cosa ti ha spinto a scegliere la cover Signor Tenente?
L’ho scelta in maniera decisa per l’amicizia che mi legava a Giorgio Faletti. Con lui ho vissuto un momento molto significativo, quando abbiamo collaborato per l’allestimento del mio tour all’Isola d’Elba. Ho sbirciato un po’ le cose che stava scrivendo e non sono mai uscite… mi ha trasmesso il coraggio per sceglierla, nonostante ci fosse molto scetticismo. L’ho fatta con il cuore. La canzone, per me, è geniale. Ingiustamente è stata messa un po’ in soffitta.
Non ho voluto recitarla in siciliano come faceva io, ho cercato di canticchiarla con una mono nota per avvicinarmi di più al contesto dell’album, cercando di non fare nessun tipo di paragone con una persona ed un tipo di recitazione irraggiungibili. Io faccio il cantante e ho cercato di cantarla.
Non ricordo neanche l’esibizione, è come se fosse un sogno. Una cosa che è andata da sola, come se lui mi avesse guidato. L’avevo provata a casa, ma nessuna volta mi è venuta come giovedì sera. Ho cominciato a volare ed in quel momento Giorgio mi è stato accanto.
Quali sono le tue influenze musicali in questo momento?
Io sono partito da un concetto: un concetto che tu scrivi va saputo colorare, accompagnare e riempire. La musica è fatta di testo, melodia, armonia e anche di suono. Non puoi mettere un sound che non si sposa con il concetto, perché togli emozione al testo.
Io vengo dagli anni ’80 quando è nata la musica elettronica, quando il computer ha iniziato a mettere in linea gli strumenti. La macchina in quegli anni iniziava a dare possibilità alternative.
Negli anni 2000 la macchina ha dato modo di valorizzare il nostro intuito anche quando le qualità musicali scarseggiano.
Ricordandomi di quello che avevo fatto negli anni ’80, ho ripreso il percorso che avevo lasciato e l’ho portato dentro la mia acustica ed ha sortito un risultato perfetto per quello che volevo raccontare. Mi ritengo soddisfatto perché con le collaborazioni ed i ragazzi giovani che hanno scoperto l’elettronica negli anni 2000, ho imparato tantissimo e si può imparare sempre.
Con Zibba. co-autore della tua canzone, ci saranno altre collaborazioni?
Abbiamo già deciso di farlo! Tra noi è stato amore a prima vita.
Arrivo da due anni pazzeschi! Ho fatto un pezzo con Raige, ho fatto una cover di Vaffanculo con Grido. Sono successe un sacco di cose che mi fanno sentire felice per i sacrifici che ho fatto. Credo che, da Zibba in poi, mi abbiano davvero capito.
Pensavo ad un remix tra “Minchia Signor Tenente… Vaffanculo”.
Penso che oggi ci siano tanti Vaffanculo inutili che non portano a niente. Manca la verità, si continua a nascondere lo sporco sotto ai tappeti, ma bisognerebbe iniziare a tirarlo fuori.
Con troppi Vaffanculo si diventa tutti decisionisti e non si risolve niente.
I due argomenti si assomigliano solo a livello di rabbia, ma non credo che le cose si risolvano così. Si risolvono con lucidità ed evoluzione.
Riguardo all’album Scimmie fu un mezzo flop per il pubblico. Pensi che oggi potrebbe piacere?
Mi sono divertito a fare quell’album. Arrivava dalla musica degli anni ’70 e ho assorbito tutte le cose che sono nate con i primi sintetizzatori. Quelle cose lì erano veramente tanto avanti.
Poterle ricreare nel 1998 con un album che si ispirava a certe sonorità e cercava di tirare fuori un certo tipo di sound, fu sicuramente un rischio troppo alto ed è normale che un certo tipo di pubblico non l’abbia capito. Forse è stato un po’ troppo pretenzioso da parte mia spiattellare le mie “origini”, forse troppo antiche per il momento che stavamo vivendo. Ci ripenso con un sorriso e mi riguardo con tenerezza.
Quello che sono adesso è una naturale evoluzione dei miei sbagli e delle cose giuste che ho fatto nonostante me.
Riguardo al tour?
La cosa più bella è presentare l’album live. Sanremo sta per finire, poi ci saranno gli instore e inizierà la cosa più bella per un musicista: incontrare la gente durante nei concerti. Io non sono il cantante che ha con sé i musicisti: noi siamo una band. Vorrei cercare con la band di ricreare un sound udibile, emozionante anche per quanto riguarda le cose che riguardano il mio passato. Da Disperato a Spostato di un Secondo.
Sarà difficile e ci siamo presi tanti giorni di prove.
Ho visto cose stupende, lo spettacolo di Jovanotti è stato una delle cose più belle che ho visto negli ultimi anni. Lui è il futuro, mi piacerebbe imparate tanto da chi, come lui, rischia e cerca di dare un’emozione completa. La gente ha diritto di divertirsi dal primo all’ultimo minuto.
MARCO MASINI – INSTORE TOUR
14 febbraio a La Feltrinelli di Firenze
15 febbraio al Mondadori Megastore (via Marghera) di Milano
16 febbraio al Mondadori Megastore (C.C. Freccia Rossa) di Brescia
17 febbraio al Media World (C.C. Shopville Gran Reno) di Casalecchio di Reno (Bologna)
18 febbraio alla Discoteca Laziale di Roma
20 febbraio al Mondadori Bookstore (Piazza Vanvitelli) di Napoli
21 febbraio a La Feltrinelli di Catania
22 febbraio al Mondadori Megastore di Palermo
23 febbraio al Mondadori Bookstore di Padova
24 febbraio al Media World (C.C. Parco Commerciale Le Fornaci) di Beinasco (Torino)
28 febbraio al Mondadori Bookstore di Genova
2 marzo al Media World (C.C. Pescara Nord) di Città Sant’Angelo (Pescara)
3 marzo a La Feltrinelli di Bari
4 marzo al C.C. Porta di Roma a Roma
MARCO MASINI – TOUR 2017
30 aprile al Teatro Verdi di Montecatini (PT),
3 maggio al Teatro delle Muse di Ancona
5 maggio all’Auditorium Parco della Musica – Santa Cecilia di Roma
7 maggio al Linear Ciack di Milano
9 maggio al Teatro Massimo di Pescara
10 maggio all’Obihall di Firenze
13 maggio al Teatro Colosseo di Torino
14 maggio al Teatro Verdi di Pisa
16 maggio al Teatro Politeama Greco di Lecce
20 maggio al Palabanco di Brescia
27 maggio al Gran Teatro Geox di Padova