Diego Esposito, che sia davvero lui il più bravo degli inconcludenti?
No, non si tratta di un titolo ad effetto per farmi leggere, ma proprio ciò che recita il testo di In Una Stanza, il brano che apre il primo disco di Diego Esposito intitolato E’ Più comodo se dormi da me.
E chi può saperlo se sia davvero cosi? Essere inconcludente per un artista è un discorso molto ampio, non un semplice aggettivo; dipende spesso non da se stessi, ma da quale posto ti riserveranno i media, da come ti sapranno descrivere, raccontare e se saranno capaci di accendere una lampadina finanche flebile affinché una porzione di pubblico possa accorgersi di te.
Ad esempio, in questo momento in cui sto ascoltando il suo disco, sono proprio io ad essere colui che ha il potere di incuriosirvi o meno, di spingervi ad avere voglia di ascoltare Diego Esposito o meno, se dargli quella possibilità attraverso una bella recensione (per quanto questa possa essere importante) o rispedirlo a mittente, a quella piccola etichetta indipendente che su di lui oggi sta scommettendo. E mi trovo qui a raccontarvi di un disco sincero, scritto con personalità acustica e strumenti veri, che aprono pochissimo o nulla ad interventi elettronici, come in Toscana in cui suoni e testo riportano a terre nordiche come quelle d’Irlanda, spazzata dai venti eppure affascinante, dove verificare di persona che non può esser noioso un mondo in cui allo stesso tempo mentre tu hai freddo, ti passa accanto un altro a maniche corte e sta bene li, mentre tu pensi ai profumi Toscana.
Il titolo dell’album è figlio del testo di Le Parole quando vanno da sé , ballata chitarra voce e poco altro, che gode di una grandissima intimità negli intenti di un testo che avvicina i cuori, almeno quanto “Trento e la Puglia, tra cui non c’è più distanza”. Come Fosse Primavera è il brano che colpisce per melodia, inizialmente di piano e poi convogliata in chitarra e ritmica, in cui riecheggia un Grignani prima maniera, quasi mai oggi ispirato allo stesso modo. Una Canzone e Fisica Quantistica sono le concessioni al ritmo e si propongono come brani per l’estate: la prima con una melodia che apre e si lascia cantare con autocitazione annessa ed una lei che è sia “una canzone da poter cantare se non si ha niente da fare” che “in sostanza una stronza” e la seconda invece irriverente gioco di rime e spinta elettrica. Vecchio Eliporto è il racconto di un luogo che sembra che il nostro Diego conosca bene, posto in cui si scappava a far l’amore tra l’erba alta, mentre Chi Festeggia è meritata chiusura che sintetizza il disco tutto quale racconto acustico ed intimo che apre poi a melodie pop centrate che non perdono la potenza del racconto, pur permettendoti di andargli dietro, di memorizzare e cantare. Con un cognome napoletano per eccellenza ma di toscani natali e milanesi soggiorni attuali, Diego Esposito è una realtà da tenere sotto controllo e se giocando con un suo testo sono riuscito a farvi avere voglia di leggere cosa ne ho scritto, non posso che esserne contento… figuriamoci se poi andate ad ascoltarlo!
BRANI MIGLIORI: Come Fosse Primavera/Chi Festeggia
VOTO: 7/10
TRACKLIST
1. In una stanza
2. Toscana
3. Vecchio Eliporto
4. Le Parole quando vanno da sé
5. Come fosse primavera
6. Fisica quantistica
7. Mare
8. Una Canzone
9. Chi festeggia