Ecco le pagelle dei singoli in radio a partire da oggi, venerdì 10 marzo. Si passa da Don Backy agli Stag, da Giusy Ferreri a Renzo Rubino e molti altri ancora… senza sconti per nessuno!
Vi ricordiamo che le votazioni espresse al termine della minirecensione sono relative alla carriera dell’artista in questione e non sono da intendere come paragone tra brani di artisti diversi.
I voti inoltre non rappresentano il parere di tutta la redazione di All Music Italia ma di Fabio Fiume, autore dell’articolo.
Giulio Andriano – La canzone dell’anima
Benvenuti a Sanremo 1993! E’ tutto molto vecchio, persino lo stacco tra la fine del primo inciso e l’inizio della seconda strofa. La domanda è sempre la stessa che mi viene da rivolgere ad un ragazzo dell’età di Andriano ed è: “ma tu compri questi dischi, ascolti queste cose nel tuo ipod”?
Tre
Don Backy – Brinderò
Melodicamente impeccabile, come del resto suo autore sa essere, avrebbe meritato un arrangiamento figlio dei giorni nostri ed invece è un insieme di vetuste scelte, dalla tastierina anni 60, al sax 80 passando per il coro che fa molto americanate anni 70. Insomma è come portare ad una bella donna un ricco mazzo di fiori … ma appassito.
Quattro
Emanuele Barbati & Boomdabash – Sorrido al sole
Leggerissima apostrofo musicale che trova nelle solari ritmiche reggae un motivo per strappare un sorriso di simpatia. Non basta però e si cancellerebbe inoltre volentieri la chitarrella in stile I’m yours di Jason Mraz che già ha dato ed ormai da più di qualche anno.
Cinque =
Beata Beats & Guè Pequeno – Speed of light
Dalla Germania con successo per provare a strappare interesse anche per i nostri lidi. Tutto è un po’ stereotipato, persino la voce di lei che in alcuni passaggi ricorda quella di Chiara Iezzi. Però se devo produrre in Italia una cosa del genere, richiamo Chiara che me la fa anche meglio!
Quattro ½
Be-Lieve – Basta crederci
Importanti motivazione e testo, da incoraggiare e provare a seguire. Però la resa è proprio … la tazza di latte caldo presa la sera quando sei solo a casa e ti senti poco bene.
Quattro
Mario Biondi – Stay with me
Qui Mario Biondi mi ricorda addirittura Cunnie Williams, artista che ha avuto un suo piccolo momento d’oro alla fine degli anni 90, che si ispirava anche lui alla soul/dance del mitico Barry White. Originalità ai minimi storici ma brano funzionale ed arioso.
Sei
Burani & Busilacchi – Maybe
Dance con elementi originali che rifugge arrangiamenti diventati soliti per il periodo. Testo completo e non abbozzato e voce passata al setaccio dal computer che però non perde una vena malinconica ben addentro al pezzo.
Sette
Diego Conti – L’impegno
Un mondo artistico abbastanza nitido quello di Conti che si rifà a cantautori di matrice inglese che mischiano a melodie ed idee pop chitarre acustiche ed in qualche passaggio persino folk. Simpatico ma forse un po’ troppo prevedibile.
Sei =
Federico De Laurentis – 1° Ottobre
Start di una carriera che punta su un brano che non ha alcun impatto, o motivo per strappare attenzione. La voce non cresce e nei momenti di apertura del brano si appiattisce e ripiega su se stessa in maniera noiosamente trascinata.
Tre
Entics – Il finale
Entics racconta della generazione attuale che vorrebbe un finale diverso ma che fa i conti con i pochi spiccioli nelle tasche e figli che non si possono fare per il futuro incerto. Il sound è tenuto in modalità confidenziale, il linguaggio da strada e la scelta melodica tipica del suo modo di rappare. Meno forte nell’insieme di cose proposte in passato.
Cinque ½
Roberta Faccani – Non sai il mio nome
L’ex voce dei Matia Bazar torna con un nuovo singolo che è un pop energico che poggia sostanzialmente sulla voce potente della nostra, che spinge finché può … anche troppo! La bravura deve passare anche per la misura e non sempre il vocalizzo esasperato significa bellezza. Roberta è molto brava, misurata un po’ meno!
Cinque
Giusy Ferreri – Partiti adesso
Elettronica che impera ma che ha dato Giusy nuove energie. Contenuto un po’ prematuro, visto che si parla di vacanze, mare, sabbia, estate che condisce un brano che non è certo candidato a canzone dell’anno, ma che indubbiamente ha una funzionalità radio importante. Continua però la mia battaglia contro le troncature dei brani; questo avrebbe meritato una chiusura in musica sfumata e quei 30 secondi in più …
Sei
Kris – Resto io
Nulla di nuovo sotto al Colosseo, solo una bella verve ed una voce impertinente e dritta. La canzone è solo un esercizio pop con troppi elementi comuni a tante cantanti per prevedere una strada precisa.
Cinque
Le Camere di Sophie – Ancora non so
Scrittura e cadenze richiamano molto Daniele Silvestri ma al brano che ha una sua valenza sia musicale che di scrittura testuale manca quella genialata, zampata che un cantautore ormai maturo come Daniele sa dare. Ma le possibilità ci sono se si mantiene questa giusta via.
Sei +
Le Capre a Sonagli – Gallo da combattimento
Un mondo da esprimere a pieno titolo nei live grazie ad un rock pieno di echi e qualche soluzione originale. La funzionalità radio di un singolo come questo è però chiaramente settoriale, ma in quei settori ha una buona valenza. La voce mi ricorda Manuel Agnelli da giovane.
Sei
Marco Ligabue – Cuore onesto
Ballata localmente pacata e giocata tutta sulla sezione ritmica. Scorre anche piacevolmente ma le manca il guizzo per diventare un pezzo importante e di svolta in una carriera che ha già tanti anni alle spalle che iniziano a diventare troppi.
Cinque ½
Litfiba – Maria coraggio
I Litfiba si fondono con il Pelù solista. Tutto già sentito, dal fischio , l’incalzare del sound con elementi anche latini e l’inciso in cui Piero ripete incessantemente tre parole, tre. Unica via d’uscita (oltre la chitarra di Ghigo ) il tema, che certo è una spanna sopra le Toro Loco, Bomba Boomerang, Bene Bene Male Male… che NON vale la pena riprovare!
Cinque ½
Lo Stato Sociale – Buona sfortuna
Ohhhh! Qualcuno che canta ciò che veramente auguriamo a chi ci lascia. Basta con il perbenismo del: “ti ho amato tanto e quindi spero per te il meglio”, a cui non crediamo nemmeno noi! Ma quale bene? Ma vaffanculo, che ci sia per te maltempo, ti sbagliassero la tinta, ti facessero male le ossa mentre scopi da non potertela godere. Il tutto su base easy da facile successo estivo.
Otto
Raf Marchesini – Dropical
Facilonerie dance da dimenticare tre secondi dopo che le hai ballate.
Tre
Jacopo Michelini – Tra il pavimento e il tetto
Ballata romantica tutta chitarra e voce, piccola ma personale. Ha una sua ragione sia stilistica che di contenuto, grazie ad alcune metafore condivisibili, come i progetti degli sposi prima dei confetti e quel che spesso resta dopo … sogni rotti.
Sei
Ketty Passa – Caterina
C’è un approccio molto internazionale per questo singolo di lancio, che s’incastra a doppia mandata con alcune uscite vocali alla Meg che resta sempre un punto di riferimento importante nella musica italiana femminile, pur senza aver mai giocato in prima linea. E si racconta dell’importanza di esser se stessi, unici e non conformi e di non viverla come cosa negativa, ma come segno di distinzione.
Sei ½
Alessia Ramusino – Yallah
La cantante genovese che ha trovato nel Medio Oriente importante terreno fertile si produce in questo brano che mi ha fatto pensare per un attimo alla scomparsa Ofra Haza , non per voce, ma per sensazione musicale. Il brano è molto radiofonico nonostante affronti il delicato tema del femminicidio, sempre attuale ahinoi.
Sei ½
Renzo Rubino – La la la
Renzo Rubino è Renzo Rubino. Questo per qualcuno potrà essere sufficiente a tenersene a distanza, per altri invece il motivo di ritornare a scoprirlo. Perché è personale nella scrittura e nell’esecuzione, istrionico nel suo modo di raccontare storie e soprattutto credibile sia quando è profondo che quando è finto scanzonato come in questo caso.
Sette ½
Stag & Matilda De Angelis – Vienimi a cercare
Efficace per un percorso comunque parallelo a quello del pop da radio e classifiche, anche con questo brano gli Stag riescono a raccogliere interesse, soprattutto per il senso musicale che arriva dalle loro cose, più che per la capacità di raggiungere un successo di massa.
Sei 1/2
Umberto Tozzi & Anastacia – Ti amo
Compie quaranta anni questo cult italiano e si prova a rispolverarlo con una versione che si serve di una star internazionale, non appannata solo nel nostro paese, che risulta poco più che abbozzata. La base abbastanza fedele all’originale è rafforzata da elementi freddi che nemmeno le due voci assieme riscaldano e per un brano che s’intitola ti amo….
Quattro =
O Zulu – Reo confesso
Base elettrica e spinta per il ritorno di Luca Persico, in arte O Zulù, leader dei 99 Posse, che non smette i panni di guerriero dell’hip hop, a differenza di tanti suoi coetanei ammorbiditisi col tempo. Può restare sempre un po’ fine a se stesso, ma mantenendo sempre qualcosa da dire.
Sei 1/2