20 Marzo 2017
di Direttore Editoriale
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20 Marzo 2017

Esistono artisti completi a 14 anni? Ecco MATTEO MARKUS BOK tra talento, sogni e tenacia

Oggi vi presento un giovane talento che è un esempio da seguire per tanti altri. Doti innate, tenacia e semplicità... ecco Matteo Markus Bok

matteo markus bok
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In questo week end, per caso o per lavoro, mi sono ritrovato a fare un tuffo nella musica sotto un’altra prospettiva rispetto a quella con cui ho a che fare di solito… musica fatta da un “ragazzino”, ma non un “ragazzino” qualsiasi… Matteo Markus Bok.

Ho incontrato Matteo e questo mi è servito a farmi notare quanto spesso noi che facciamo questo lavoro, noi che abbiamo a che fare con la musica, diventiamo giorno dopo giorno sempre più cinici e critici, perdendo gradualmente quello che sta alla base di tutto questo lavoro… passione e l’entusiasmo.

Oggi lavorare nel mondo delle sette note, in qualsiasi veste, è sempre più difficile, na lotta continua. Lottiamo contro un sistema governato dalle radio e dalle loro scelte, che subiamo incapaci di reagire, contro un paese che non tutela la musica, che non la tratta come arte, non le riconosce diritti e non la considera cultura. Lottiamo contro un meccanismo in cui il talent show sembra essere non più una possibilità, ma quasi una forma di ricatto… “O fai questo o non sappiamo come investire sul tuo talento“.

Questo ha tolto a tutti noi un po’ di quella luce negli occhi che probabilmente avevamo quando abbiamo iniziato. Una luce che però in molti continua ad esistere, forse solo un po’ più appannata.
Pensandoci mi tornano in mente alcune frasi di un film che ha alimentato i sogni di tanti ragazzi e di diverse generazioni, La Storia infinita, lì il mondo di Fantàsia rischiava di essere distrutto dal “nulla”…

“Che cos’è questo nulla?”
“E´il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo.”
“Ma perché?”
“Perché è più facile dominare chi non crede in niente…”
“Ma Perché Fantàsia muore?”
“Perché la gente ha rinunciato a sperare e dimentica i propri sogni. Così il nulla dilaga.”

Tornando alla musica, qualche giorno fa mi sono imbattuto nel mio zapping annoiato nel programma Standing ovation su Rai Uno. Per chi non lo avesse mai visto il succo è il seguente…

bambini che mettono in mostra le proprie doti vocali accompagnati da un parente che vuole mettere in luce se stesso…”

Uno spettacolo a tratti triste proprio perché negli occhi del genitore di turno non sono riuscito a cogliere orgoglio ma troppo spesso solo il desiderio di mostrare le doti vocali della propria prole… ho visto ragazzini cantare con freddezza canzoni più grandi di loro, li ho visti con gli occhi a tratti delusi da un’eliminazione, li ho visti sicuri di se stessi come se l’applauso del pubblico fosse più importante dell’emozione che dovrebbero avvertire dentro cantando. E tutto questo non mi è piaciuto.

Eppure io non sono uno contrario ai “ragazzini” che fanno i cantanti, anzi. Credo di aver parlato e sostenuto spesso il talento di un bambino prodigio molto noto, Justin Bieber, che ha sviluppato le sue doti musicali, coltivato il suo sogno con tenacia diventando, e questo è oggettivo, uno molto bravo in quello che fa.

Forse anche troppo visto che il peso di un successo così grande, internazionale, gli ha tolto troppo presto la “normalità” ed oggi inizia a dare segni di cedimento a livello umano. Forse il problema sta nel fatto che chi gli era accanto in questi anni “difficili” non è stato abbastanza bravo a coglierne i sintomi, a capire che nel mondo dello spettacolo la pressione è devastante, il giudizio degli altri (spesso approssimativo e spietato), è difficile da reggere, e che l’unico modo per riuscire a farlo è tenere sempre un piede nella vita normale, quella non dominata da logiche di marketing.

E qui si ritorna a Matteo…

Quello che mi ha colpito di Matteo Markus Bok è che non è un “ragazzino” che vuole fare il cantante per apparire, ma per divertirsi. Cantare è il suo “gioco”, il suo hobby. Eppure nonostante tutto questo ha capito che “il suo gioco” richiede studio ed impegno perché, prima o poi, potrebbe diventare un lavoro bellissimo.

Matteo ha 14 anni. Parla quattro lingue, pratica equitazione e nuoto a livello agonistico con diversi premi vinti. Ama lo snowboard, va a scuola e porta a casa bei voti (a parte la matematica, eterna nemica di quasi tutti quelli predisposti all’arte). E poi canta, suona la chitarra e il piano, balla bene, si diverte a mixare e scrivere canzoni, alternando nei testi la voglia di divertirsi a ciò che a volte gli toglie il sorriso, come la lontananza del padre che canta nel suo primo singolo E´diventata primavera.

Matteo è un ragazzino come tutti gli altri, semplicemente il suo gioco è diverso da quello di molti coetanei ma, come tutti loro, lo fa cercando sempre di vincere e in questo caso vincere vuol dire applicarsi, studiare, provare, sbagliare, ricominciare.

Se posso dirla tutta io penso che sia un “predestinato” perché, quando lo metti davanti ad una telecamera, è identico a quando lo vedi scherzare con i suoi coetanei. Non perde un solo grammo della sua spontaneità. Un moderno Bastian de La Storia Infinita che si perde dentro un libro con lo sguardo sognante.

Quel che è certo è che un portatore di entusiasmo, un esempio sano sicuramente per tanti suoi coetanei, ma sopratutto per tanti genitori che spingono i propri ragazzi a mostrare a tutti i costi il proprio talento come un trofeo da esibire, che ci credono più loro dei loro stessi figli e li spronano a puntare sempre alla vetta quando nella vita la cosa più importante è fare le cose al meglio e con impegno… la musica non nasce come una gara anche se in molti casi ce l’hanno fatta diventare.

Tutto quello che Matteo Markus Bok dimostrerà col tempo sarà frutto del suo impegno, ma non solo, sarà merito anche di una madre che ho osservato per tutta la giornata di riprese del videoclip… una donna che ha semplicemente assecondato le passioni e il talento del figlio, ma che non lo hai mai spinto ad essere nulla di più di quello che è, un “ragazzino” con tanti sogni e la voglia di provare a realizzarli.

Ecco, tutto questo ha ricordato anche a me perché ho iniziato a fare questo lavoro così complicato… Perché è quello che mi fa sorridere e sognare. Crescere vuol dire impegnarsi un po’ di più, non vuol dire smettere di sognare. E questa è una gran lezione.
In questo articolo di qualche mese fa cercavo il Justin Bieber italiano, ora penso di poter smettere di cercare.

 

Ps. Oggi ci ho tenuto a dirvi quello che penso io di Matteo, nelle prossime settimane su All Music Italia invece imparerete a conoscere meglio l’Artista (e credetemi su di lui questa parola non è troppo affrettata), la sua musica e il ragazzo dietro a tutto questo. Perché talento, tenacia ed impegno vanno sostenuti a mio avviso, sempre.
Spero Matteo sarà per per voi una piacevole scoperta come lo è stato per me.

Matteo markus Bok