Eccoci giunti all’appuntamento con le pagelle dei singoli in uscita in radio oggi venerdì 7 aprile… Tante nuove canzoni da Paola Turci a Lele, da Lelio Morra a Sal Da Vinci.
Vi ricordiamo che le votazioni espresse al termine della minirecensione sono relative alla carriera dell’artista in questione e non sono da intendere come paragone tra brani di artisti diversi.
I voti inoltre non rappresentano il parere di tutta la redazione di All Music Italia ma di Fabio Fiume, autore dell’articolo.
2 EleMenti – La fabbrica del talento
Concezione musicale dal forte accento teatrale non è indubbiamente adatta al mondo radio, per cui è pressoché nulla; può altrettanto, senza dubbio alcuno, favorirgli un pubblico preciso e molto più fedele.
Senza voto
Leda Battisti – Seconda notte
Sound completamente rivoluzionato per la vocalist laziale, che abbandona ambientazioni gitane a cui ci aveva abituati nel periodo di maggior esposizione per farsi ritrovare sospesa tra melodie 60’s e chitarre che “blueseggiano”. Archiviati anche i falsetti e spazio alla voce piena. E che succede? Che funziona!
Sette
Giuseppe Brogna – Ricordi
Non male nell’insieme il brano che ha intelligente cambio ritmo tra strofe ed inciso. Tuttavia la traccia vocale non sembra perfettamente addentro, come se fosse slegata dal resto ed avesse subito un lavoro di flat che ha finito col renderla estranea all’insieme.
Cinque
Paul Bryan & Sean Lynott – Revolution of hearts
Dance che è più originale nell’esposizione vocale che gioca con colori più tenui, che in quella musicale che poggia su un arrangiamento d’inciso piuttosto sfruttato.
Cinque ½
Salvo Castagna – Primavera mai
Ballata di maniera che appartiene a repertori abbastanza soliti per la nostra storia musicale, attraverso cui Castagna si muove senza il timore di apparire poco contemporaneo. La differenza quindi al momento la fa il brano e questo è nel complesso comunque uno scalino più su di altre sue produzioni.
Sei
CfCrew – Tutto il giorno
Trap con base un po’ inquietante per il trio già abbastanza riconoscibile tra gli addetti ai lavori e negli ambienti indie. L’inciso è ripetitivo e lamentato e l’intervento di correzioni vocali anche sul rappato o “trap-pato” sembra un po’ fuori luogo.
Quattro
Sal Da Vinci – D’istinto e di cuore
Uscita up tempo per il bravo cantore che però si muove su strade già battute da lui stesso, che risultano prevedibili e tolgono curiosità. E poi nel disco c’erano brani migliori.
Cinque
Vittorio De Scalzi – L’attesa
Uno dei membri dei New Trolls è ora fuori con questo inedito intriso di malinconia, sano portatore di una melodia d’altri tempi che si avvale di arrangiamento intelligente, giocato tra chitarre e punte di elettronica che mantengono attuale la proposta. Per certi versi “celentanesca”.
Sei ½
Ex Otago & Caparezza – Ci vuole molto coraggio
“Ci vuole molto coraggio per il calzino bianco ed il mocassino”…ed effettivamente! Testo intelligente, innesto di Caparezza ben centrato e sapienza pop ben espressa e fuori da scontate tipicità di stile.
Sette
MariaRosa Fedele – Fragile lacrima
Sound diverso da cosa è moda oggi, è indubbiamente per un pubblico più confidenziale, quello delle radio serali e notturne. Ma è ben eseguito ed ha un sound pulito, di suoni caldi che ben supportano la sensualità della voce.
Sei ½
Flat Bit – Attacchi di normalità
Racconto post adolescenziale che poggia su un pop invece pienamente adolescenziale, che rende vana qualche buona intuizione. Vocalizzi finali inutili.
Quattro ½
Foxy Ladies – Nero pastello
Atmosfere black della tradizione Motown per il trio già visto a The Voice. Live possono garantire uno spettacolo godibile, ma un brano del genere è un troppo fuori qualsiasi contesto radio/media. Non è necessariamente una cosa negativa perché batte cassa in personalità, ma se lo si vuole sfruttare per emergere lascia il tempo che trova.
Cinque
Ghepo – Non è facile
Dalla provincia di Salerno arriva questo giovane rapper che mette assieme molti elementi raccolti qui e li dalla storia dell’hip hop campano. Base valida, che sfrutta pause tra momenti pieni ; dal testo è sottolineabile : “sono allergico all’odio”, frase che vorremmo sentire più spesso nel rap ed ovunque in generale.
Sei +
Jalisse – Faro de estrellas
Combattivi i Jalisse! Con il mondo mediatico che continua a punirli ( e non si capisce il perché ) per la loro inaspettata vittoria a Sanremo, continuano a proporre le loro cose, che più che spesso non meritano l’embargo subito. Questo remix di un loro brano del 2015, dal sapore e linguaggio latino, ad esempio, è vivace e ben prodotto, per nulla inferiore a tante cose che ci prendiamo dall’estero.
Sei ½
Fausto Leali & Enrico Ruggeri – Gianna
Intoccabile pezzo perché anche metricamente pienamente addentro al mood del suo compianto autore ed esecutore. I due portano a casa un compito svolto con rispetto che lascia solo alla doppia linea vocale dell’inciso la loro impronta personale.
Sei
Lele – Così com’è
Cade in una prevedibilità estiva Lele, che servendosi della co-scrittura di Maiello & Palmosi, finisce col sembrare proprio Tony Maiello che nel frattempo è andato da un’altra parte. La voce e la presenza scenica ci sono, ma la canzone è sinceramente trascurabile.
Cinque=
Le Orme – Sulle ali di un sogno
Musica d’altri tempi che difficilmente potrà ritagliare spazio alla gloriosa band se non riportarli all’attenzione di chi li ha amati negli anni 70. Sembra strappata al repertorio de’ Il Volo che però non avrebbero condito il tutto con una variazione di tastiera simile.
Senza Voto
Tony Maiello – In alto
Diverso da cosa ti saresti aspettato o ciò a cui ci ha abituato. Scopre le note basse nelle strofe ed apre nell’inciso, per un brano che si affianca più a ciò che ultimamente ha scritto per altri artisti. Una nuova vita che mostra una sua forza, anche radio, ben oltre l’accettabilità.
Sei ½
Malhara – Quello che c’è
Nome singolare ( preso dalla nonna paterna ) per questa novità femminile. Nuova voce, anche abbastanza personale per un brano che è un pop di quelli abbastanza soliti, con qualche piccolo condimento rock. Si fa ascoltare ma non ha prerogative particolari per emergere dalla massa.
Sei =
ModoDiverso – Modo diverso
Chitarre e ritmica in primo piano per un sound contemporaneo e fruibile per più tipologie di pubblico. E senza dubbio il sesso, per nulla velata tematica del testo, è un punto di forza , soprattutto per quelli più giovani. Voce d’accompagnamento, senza particolari peculiarità.
Sei +
Lelio Morra – Domani
Pochi elementi ma ben dosati nelle strofe, piacevoli e personalmente pop. L’inciso ha una buona apertura cantabile, però si prende il rischio di un arrangiamento più prevedibile. Se appoggiata potrebbe avere un buon futuro radio.
Sei +
Orfeos – Il dolore che vincerai
Impronta rock su fiati ed arrangiamento orchestrale per un brano che non ha momenti ricordabili che possano aiutare il giovane e pur bravo artista a restare impresso. C’è la base ma il pezzo è troppo debole.
Quattro
Gabry Ponte & Danti – Tu sei
Avrà successo ma tutto quello che non vuoi sentire nella dance è qui! Tronfia, chiassosa, con autocitazioni nel testo che è cosa che crea fastidio come poche altre. Voce lavorata di effetti e coretto della celebre Tu di Umberto Tozzi mandato in loop che è quanto mai urticante.
Quattro =
Ilaria Porceddu – Sette cose
Quando sai cantare puoi permetterti anche di rinunciare alle contaminazioni world dove eri approdata per ritornare ad una melodia più solita, ma così ampia e ben eseguita che alla fine colpisce uguale. La Porceddu sa come interpretare perché risalti e qui la sua veste è di luminosa eleganza.
Sette
Rio – Infinito
Inno a guardare al positivo, con il tempo che è un’opinione ed il temporale è passato lasciando un cielo guarito. La loro è una missione che va avanti da ben sei album, non senza scossoni. Non hanno conquistato la storia della musica ma la continuano a frequentare con proprietà di linguaggio e mestiere.
Sei +
Ilenia Romano – Chi non è
Leggera ma piacevole; se non altro è tentativo di esprimere un pop che sia un po’ più risoluto nel sound e non ripieghi su melodie scontate.
Sei
Roulette Cinese – Pop
La sensazione più forte che arriva è un richiamo ai Soerba che quasi vent’anni fa si proponevano in questo modo e poi, leggendo tra le righe, scopri che il cantante è proprio Luca Urbani già nel succitato duo. Il mondo è chiaramente il regno del pop elettronico ed è rispettato e può risultare scoperta per generazioni che non l’hanno vissuto. Per chi invece c’era risulta già sentito e riproposto senza troppa fatica spesa rispetto a quando si aveva qualche ruga in meno.
Sei
Francesca Sarasso – Non c’incontriamo mai
Finalista a Musicultura con questo brano melodico, con qualche piccola intrusione elettronica, che parla di amori in lontananza. Bella voce che ricorda in alcuni attimi quella di Annalisa, soprattutto nelle aperture e nei vibrati naturali. Brano valente soprattutto in concorsi live, ma decisamente meno nei circuiti radio.
Sei
Noemi Smorra – Il giorno del risveglio
Intenzione rock con qualche sfumatura vocale che negli echi punta alla leggiadria di una Kate Bush, ovviamente maestra di stile. E’ un compito ben svolto che però non ha la prerogativa per evidenziare una carriera allo start non da ieri.
Cinque ½
Terramadre – Che cosa rimane
Matrice rock più efficiente nel sound che nell’esposizione cantata che ricorda alcune band tedesche meno sincere nel loro ritenersi rock. Si fa ascoltare ma non passa alla storia.
Cinque ½
Paola Turci – La vita che ho deciso
Stato di grazia per Paola Turci che arriva con un nuovo brano forte, prepotente, tra i migliori di un album tutto, che è ensemble di cose riuscite. E’ questo il rapporto con la musica, con l’ispirazione, di cui la nostra ha bisogno senza scordare che c’è bisogno anche del suo d’impegno. “Da sempre ho bisogno di te… più me”.
Otto ½