2 giugno, giornata di festa ma anche oggi arrivano nuovi singoli in radio e per questo, puntuale come un orologio, il nostro Fabio Fiume è pronto con le sue pagelle settimanali da Marco Mengoni a Cristina D’Avena.
Si ricorda che i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in relazione artisti diversi tra loro, ma rappresentano un riferimento al come s’inserisce la canzone nella discografia del cantante che la propone.
Inoltre si tratta dell’opinione del nostro critico Fabio Fiume e non di tutta la redazione di All Music Italia.
Baby K & Andrés Dvicio – Voglio ballar con te
Facciamocene una ragione: Despacito finirà con l’ucciderci. Baby K cavalca l’onda e la fonde con la sua megahit Roma-Bangkok; gliene si può far una colpa? Assolutamente si, perché almeno poteva aspettare s’interrasse il morto!
Quattro –
Boomdabash – In un giorno qualsiasi
Simpatico miscuglio di cose; stavolta i Boomdabash riescono a proporre un pezzo che è si miscela di ciò che loro amano: reggae, hip hop, melodia, soul, d’n’b, cantato in italiano, inglese, dialetto ma senza rendercelo in maniera confusa. E’ qui vivo e soprattutto fresco, estivo e finalmente buono. E poi c’è quel fischio che diventa ipnotico.
Sei +
Cristina D’Avena – L’estate migliore che c’è
E dopo un’attesa durata decenni, finalmente Cristina pubblica una canzone pop che esula completamente dal suo orto sicuro, fatto di sigle di cartoni animati di cui è indiscussa regina. Si tratta di un brano che cavalca onde dance, estivo e facile come tradizione stagionale vuole. Non si grida al miracolo autorale, ma indubbiamente si applaude ad un’artista che si era sempre intuito potesse far bene anche coltivando altro.
Sei ½
Dona & Dilu Miller – Non importa
Torna Roma-Bangkok “amabilmente” citata ed il filone è quello. La resa inferiore però perché s’è perso l’effetto novità. Inoltre Giusy Ferreri è più iconica come voce che riconosci dalla prima emissione.. e spesso dalla prima stonatura. La Miller potrebbe essere in questo più brava, anche se le voci qui sono molto effettate entrambe. Non passa alla storia.
Cinque
Errei – Non voglio andarmene
Con la produzione di Don Joe arriva Errei il cui rap in questo singolo è fotografia di infanzia difficile, che il giovane comunica non essere autobiografica ma racconto di qualcosa che lo ha sfiorato. La base ha una buona impronta pop che renderebbe migliori oltre la metà delle proposte in stile. Unica pecca è che le strofe risultano più forti dell’inciso.
Sei
Giorgio Faletti – Anche dopo che tutto si è spento
La tanta nostalgia per i molteplici talenti dell’artista di Asti è un fantasma che si materializza riascoltando la sua voce, con questo brano postumo a metà tra il cantautorato di Fossati, il teatro e la serenata stonacchiata cantata dall’amante ubriaco sotto al palazzo, nella speranza che la sua bella scenda. Le radio faranno indubbiamente fatica a concedere qualche passaggio oltre la citazione malinconica, ma scrittura ed arrangiamento meritano. E pensare sono del 2013!
Sette
Elio Foglia & Francesca Monte – Here and now
Si balla e ci si sballa con un brano del genere, perché è potente nella base ma è anche affrontato con una certa eleganza grazie alla voce di Francesca, che è sana portatrice di pathos. In alcuni momenti ricorda nel registro basso quella dell’Alexia degli esordi.
Sei ½
Giuseppe Fonti – Winga
Prodotto dance che riporta la house in prima linea con un brano che ha forza anche nelle virate tribali e appare originale in un contesto, quello dance appunto, che preferisce spesso standardizzarsi su filoni da seguire; uno lo lancia e se è fortunato che gli va bene, gli altri seguono a ruota. Qui invece è Fonti che lancia.
Sette ½
Karbonica – Pezzo d’Africa
“Sono fortunato solo perché sono nato appena sopra l’Africa” si recita tra le liriche di questo rock sostenuto che evita di ripiegare furbamente sul pop. Ed alla fine è come un colloquio con un extracomunitario a cui si fa osservare che questa nostra Italia non sarà per lui l’America. Indubbiamente realistico.
Sei +
Kefren – Traffico nel cuore
“Quante volte ci abbiamo provato noi”? Ma se sei piccolissimo!!! L’errore è nelle produzioni: possibile che non ci si renda conto che il testo non è adatto a chi lo canta? Per non parlare della musica, forse più adatta ai coetanei di suo nonno che suoi.
Tre
Manitoba – Brasilia
Originalissima novità arriva da questo duo che parla di ritmo elettrico e finisce col fornirlo davvero. Belle anche le incursioni vocali di lui, che fanno tanto anni 70 senza però rinunciare ad una freschezza e a suoni fortemente contemporanei.
Sette
Marco Mengoni – Onde
Mengoni è indubbiamente l’attuale artista italiano con più possibilità di ottenere favori importanti anche all’estero. Se ne devono essere accorti finalmente anche dalla sua casa discografica, tanto da trasformare questa sua Onde, secondo inedito estratto dal Live, in un potente remix disco dance. Le sonorità sono molto conformi a ciò che tira, ma la voce di Marco è l’arma in più e potrebbe fare la differenza.
Sei
Eleonora Mila – Canzone sul nulla
“Una canzone così non te la posso spiegare, se non ti piace pazienza non la devi cantare”… ed infatti non la canto! Perché va benissimo il vintage, va benissimo la voce di Eleonora, ma non si può ascoltare un testo del genere che passa le strofe a giocare tra cosa e qualcosa… e mi verrebbe da aggiungere che la filastrocca per bambini finiva con”la cacca di zia Rosa”. Manca solo quello!
Tre
Mostro – Strike
Linguaggio molto forte, indubbiamente poco radiofonico a meno che non si voglia ascoltare un continuo beep, oppure ricevere salate multe. Eppure il pezzo funziona e troverà le sue vie per arrivare all’attenzione, anche se inizia a diventare un po’ vetusto il concetto del rapper che non vuole andare a Sanremo, che sa di vecchio, con Baudo ( che manca da 9 anni ) e l’orchestra. Ci va il detto: “non sputare in cielo che in faccia ti torna” e di rapper che sparavano sul Festival e poi ci sono andati comincia ad essere sufficientemente pieno il palmares.
Sei
Nanco – Ti invito in Abruzzo
Vorrei essere buono perché apprezzo la tematica del brano e adoro l’Abruzzo, terra troppo sconvolta da continui movimenti d, però qui devo pensare alla canzone che andrà pur bene come propaganda, ma purtroppo solo per quello.
Quattro
Guè Pequeno – Non ci sei tu
Stupisce positivamente il sound scelto che richiama alcune star d’oltreoceano che ben san fondere hip hop, r’n’b ed elettronica, Drake in testa. L’uso dell’autotune è smodato e addir poco snervante, inficiando la buona prova canzone, forse una delle sue migliori.
Sei =
Benny Pierri – Lontano da qui
Uptempo di base chitarristica che fa della parte ritmica la sua forza. Voce interessante perché diversa, soprattutto nelle fasi di spinta della canzone, dove diventa più impostata. Look alla Stash rivedibile, ma progetto nel complesso segnalabile.
Sei
Mauro Pina & Rosalinda Celentano – Sei fantastico
Ci voleva Pina per far tornare Rosalinda Celentano alla canzone, a quasi trent’anni dal suo debutto, rimasto episodio unico. Storia di triangolo in chiave sospesa a metà tra il rock ed il sound da balera appenninica, tra la forza ruspante del nostro e gli innesti quasi eterei in inglese della cantante e attrice, che qui ricorda nelle inflessioni la madre, Claudia Mori. Giochi di tono.
Sei +
Quintetto Esposto – Estate
Rispetto al precedente singolo la band è meno confusa e sicuramente molto votata alle ambientazioni estive, proposte con un sound che trasporta al passato. Per quanto esaustivo nell’intenzione appare un po’ troppo prigioniero di quel passato. Come a dire: bene, anzi benissimo il retrò, però ci vuole sempre un occhio contemporaneo, se non addirittura proiettato nel futuro. Qui siamo un po’ ancorati.
Cinque
Skuba Libre – Gastroscopia
“Se vuoi farmi contento, mandami una gastroscopia, fammi vedere come sei dentro”. E’ su base elettronica, molto 80’s questo testo intelligente, lamento verso la mania di mettere tutto in piazza di se, attraverso i social. “Frasi di Montale per chi ti si vuole montare… frase di Neruda per le foto a letto nuda”. Il voyeurismo altrui e l’ esibizionismo personale ormai si confondono, tanto da non sapere dove finisce l’uno ed inizia l’altro. E se le critiche arrivano da chi è parte piena di questa generazione….
Sette
Stag – Slay tilling
C’è sempre tanta evocazione nei brani degli Stag ed anche in questi non si risparmiano in materie prime per la sua costruzione. E’ piacevole e vellutata la voce di Guazzone, è bella sicura la melodia e curato minuziosamente l’arrangiamento con una tromba leader che diventa più potente dell’inciso.
Sette +
Tommaso Venturelli – Margherita
Una volta c’era Margherita Non Lo Sa che intonava Dori Ghezzi dal palco dei fiori. Ora c’è Margherita che lo sa e che il fiore lo raccoglie dal prato della vita. Pezzo easy almeno per sentore, più profondo in realtà nel testo. Belli i fiati inseriti nell’arrangiamento che fanno estate e colore e soprattutto intelligenza alquanto inaspettata per la giovanissima età del nostro.
Sei ½