Anche la discografia si rimette in moto e torna con lei prepotente anche l’attesa rubrica del nostro critico musicale Fabio Fiume, Da Oggi in Radio, in cui vi racconta che ne pensa dei brani che da oggi si affronteranno on air con l’aggiunta di qualche recupero del mese di agosto.
Si ricorda che i voti al termine delle minirecensioni non mettono in relazione gli artisti tra loro, ma sono attribuiti in base alla valenza del brano in questione, nella carriera dell’artista che lo propone. Inoltre si tratta dell’opinione del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia.
Le pagelle…
Alberto Bertoli – Chiamami
Figlio d’arte e con voce estremamente vicina al mai dimenticato padre Pierangelo, Alberto Bertoli si propone con un ritmo sostenuto ed un testo che è una mano tesa, una mano d’aiuto, uno sfogo che puoi fare, perché c’è chi ti ascolta. Fuori da mode e tendenze, ma diretta ed efficace.
Sei
Fabrizio Borghese – Maledetto amore
Arrangiamento e soprattutto scelta interpretativa molto vecchie, con voce impostata come quelle dei vocalist delle band metal degli anni 80; ed il tutto sarebbe stato troppo tronfio persino allora.
Quattro =
Davide Buzzi – Te ne vai
Seppur non banale come testo e soprattutto dettata da un’ importante lotta per l’artista, purtroppo il brano appare di un vecchio che nemmeno un lifting sarebbe sufficiente a farlo sembrare un po’ più contemporaneo. E’ proprio una questione di arrangiamenti andati e fortunatamente anche sepolti.
Quattro
Sergio Casabianca – Prendimi la mano
Cantautorato con riferimenti di partenza ben nitidi e sviluppo molto strumentale, fatto di fiati e ripieghi intelligenti. La missione radio è però un po’ ardua, essendo la proposta di Casabianca fuori dagli schemi abbastanza rigidi del cosa ci dovrebbe piacere. Nel suo comunque non passa inosservato.
Sei ½
Ensi – Iconic
Con questo ritorno Ensi si rende indubbiamente più fruibile per il mondo radio, pur senza svendere il proprio senso hip hop a facilonerie mainstream. Interessante la base, impeccabile come sempre il suo freestyle. Non stupisce, ma va dritto al centro senza controversie.
Sette
Giusy Ferreri & Federico Zampaglione – L’amore mi perseguita
Continua il momento di grazia di Zampaglione ( Tiromancino ) nella scrittura di un pop elettronico funzionale e piacevole, con quella vena malinconica che ti si appiccica addosso , ancorandosi ai ricordi. Giusy è giusta e dosata nell’interpretazione e le due voci, per caratteristiche completamente opposte, a sorpresa si combinano perfettamente.
Sette
Ghali – Habibi
Energica ed originale, questa Habibi è già una grande hit per visualizzazioni ed ascolti streaming. Renderla singolo era il minimo per quello che si è rivelato il campione del trap in Italia. Ed effettivamente chi di noi non ha avuto sogni erotici immaginando la sua amata come una prof di recupero o una babysitter?
Sette +
Gionathan – La nostra età
Tutto molto immaturo eppure qualche cosa s’intravede. Ci vorrebbe un produttore capace d’attendere, concedergli il tempo perfezionarsi ed affinare la sua scrittura. Magari essere indirizzato. D’altronde è giovanissimo
Cinque
Giorgia – Scelgo ancora te
Molti autori internazionali per aiutare le parole di Giorgia a convergere nelle ambientazioni ballad a lei sempre congeniali. In questo caso la cantautrice romana ci consegna una canzone tutta da seguire, non banale nelle soluzioni né melodiche, né interpretative.
Sette
Filippo Graziani – Appartiene a te
“So che ho gli occhi di mia madre e la bocca di mio padre, ma il resto appartiene a te”. Bellissima dichiarazione d’amore, ispirata nelle parole e resa ancora più intensa grazie ad una base che in alcuni momenti ricorda un mood strumentale e melodico che ha fatto la fortuna di Tiziano Ferro. Notevole.
Otto +
Francesco Guasti & Johnson Righeira – L’estate sta finendo
Tra il cercare di essere rispettoso, ma incorrere nel paragone con l’originale, oppure stravolgerla e scontentare i puritani, Guasti si pone proprio al centro e nel riproporre questo successo targato 1985 ed iconico per le estati degli italiani, elimina il mitico giro di sax che echeggia per intero solo nel finale e chiama a sé il Righeira più presenzialista trai due per stabilire un legame più forte col passato. Tutto sommato riuscita, ma siamo sicuri che i puritani apprezzeranno?
Sei
L’Aura – La meccanica del cuore
Sempre originale e capace di raccontare qualcosa, L’Aura torna all’italiano con un brano scanzonato ma non imbecille, che si fa ascoltare con piacere. Bella anche l’idea del video a corredo e sempre espressiva la voce della nostra, che quando decide di non seguire dei parametri standard è sempre degna di nota.
Sette +
Miriam Masala – Settembre
Voce che è colore che qui canta della ripartenza che Settembre un po’ rappresenta per tutti noi. Strofe molto cantautorali, cedono il passo ad un inciso più pop fatto di chitarre e poco altro. Peccato per la chiusura affrettata, che rende il brano tronco. Un inciso in più non avrebbe guastato.
Sei+
Salvatore Riso – Canzoni inutili
Se lo dice da solo: “Canzoni inutili come questa”… Eh si perché un brano come questo non può andare oltre un effetto simpatia che effettivamente fa, salvo poi correre il rischio di non sopportarla più già al secondo ascolto. Si condanna insomma la musica “usa e getta”, facendone ironicamente di praticamente uguale.
Quattro ½
Marco Ro’ – Dune
Brano guida del documentario Matrimonio Siriano, curato dalla giornalista Laura Tangherlini, che qui partecipa anche come seconda voce, è un racconto ispirato chiaramente al mondo mediorientale, nell’arrangiamento sia musicale che delle riprese vocali. La scelta dell’arrangiamento vocale invece fa molto cantante sanremese anni 80, ma di quelli eliminati tra le nuove proposte.
Cinque
Giuni Russo – Non voglio andare via
E sempre uno spettacolo risentire la voce indimenticata ed inimitabile di Giuni Russo, soprattutto quando unisce la qualità della proposta ad una piacevolezza radiofonica. Questo brano postumo funziona e si può solo sperare che le radio non siano sorde e rendano omaggio a questa grande voce.
Sette ½
Solidea & Logos – Di Domenica mattina
Dopo gli esordi soft, Solidea approda ad una proposta più pop, con addirittura incursioni rap, eseguite qui da Logos. Nonostante il singolo sia più radiofonicamente fruibile e la voce molto personale, resta la scelta di mantenere un’interpretazione più impostata, troppo per la leggerezza del brano, con un vibrato che finisce col sembrare esasperato. E poi quel vizio delle t volutamente pronunciate all’inglese… che fastidio!
Cinque =
Watt – Decido io per me
Molti ragazzini pensano che i genitori vogliano da loro la realizzazione di ciò che avrebbero voluto fare da ragazzi. Il concetto è chiaro e fornito con un linguaggio giusto per il pubblico di riferimento e con un sound punk rock che non rinuncia alla corte di qualche suono modaiolo. Dite al batterista che ricorda uno dei fratelli Hanson, che più o meno all’esordio avevano la stessa età. Si può concedere del tempo.
Sei +