Scocca puntuale il Venerdi e allo stesso modo arriva la rubrica del nostro critico Fabio Fiume, Da Oggi in Radio, che ci racconta cosa ne pensa dei tanti nuovi singoli in uscita, ascoltati in anteprima per voi.
Si ricorda come sempre che i voti espressi alla fine delle minirecensioni non mettono in relazione artisti diversi. Essi sono attribuiti in base alla valenza che il brano assume rispetto alla carriera di chi lo propone.
Inoltre si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia.
Biagio Antonacci – In mezzo al modo
Ormai sempre più lontano dal rock, il Biagio nazionale propende qui per l’elettronica a fare da sfondo ad un brano sentimentale che invece è molto addentro alle sue produzioni degli ultimi anni. Funziona in maniera quasi irresistibile dal punto di vista radiofonico, mentre il testo altalena tra qualche buonissima intuizione e qualche altra più trascurabile per uno come lui.
Sei ½
Francesco Bellucci – Il mondo sta girando
Rispetto al singolo d’esordio siamo di fronte ad un passo indietro con questo pezzo che coralità da stadio che però sanno di già sentito. Li c’era un’idea, qui invece c’è un’esecuzione pur gradevole si, ma senza nessuna peculiarità per essere visibile nella massa.
Cinque
Fabio Biale – Il bolo isterico
Vabè! In tanti cercano di percorrere la strada della simpatia, dicendo cose del vivere quotidiano in chiave ironica. Però questo brano che parla di rutti che solo Mazinga può salvare e cacche da fare, sembra veramente un po’ esagerato. L’idea c’è pure però anche un po’ meno simpatia per favore e poi semmai, registriamo anche un po’ meglio.
Quattro =
Macs Cabi – Giorni di periferia
Ballata malinconica resa in un tempo accelerato che descrive un amore che sbiadisce attorno a Torino. Chitarra, voce e poco altro, ma argomento trattato aggirando frasi fatte e coltelli che rigirano nella ferita da soli.
Sei
Luca Capizzi – Vicino a te
Di origine italiana ma svizzero di nascita, Capizzi mette su una ballata pop funzionale , di quelle che se proposte in un talent, col faccino giusto, potrebbe impressionare un folto pubblico di ragazzine. Lanciata in un contesto generale è un po’ difficile pensare che faccia troppa strada, essendo abbastanza conforme ad un genere proposto da tanti.
Sei
Luca Caponi – Sei tu
Qualche convinzione rock in questa ballata che è scritta con mestiere e con validi esempi da seguire nella mente, precisi di un periodo fine anni 90/00. Forse la voce è troppo pulita per la canzone che avrebbe meritato più rotture. Buona la variazione.
Sei +
Caputo & Baccini – Chewing gum blues
Tutta a due voci, tutta swingata, gode di strofe che si fanno ricordare facilmente ed un inciso, di poche righe che però spezza la ripetitività ed apre ad inserti musicali degni di nota. Chitarre, piano e percussioni giocano in ugual modo di come fanno i due antidivi, che è fin troppo evidente si divertano molto.
Sette
Luca D’Aversa – Voleranno via
Niccolo Fabi ha fatto un nuovo singolo? Pardon è che ascoltando questo brano carinissimo, con basso synth di base che ricorda cose belle degli anni 80, la mente corre subito al’artista romano; è un fotto non solo di stile ma proprio di linea vocale, molto simile sia nelle medie che nelle note alte. Il pezzo, come detto,è carinissimo ma un pizzico di personalità non guasterebbe.
Sei =
Gabriele Deca – Le cose che non capirò mai
Strana linearità in questo brano che normalmente dovrebbe fare effetto noia ed invece si rivela molto interessante; sarà forse la cessione nell’inciso ai fiati della parte da leone, sarà perché l’arrangiamento è curato, o forse la voce che sembra raccontare disinteressata il testo ed invece strappa l’attenzione.
Sei ½
Marcella & Mario Biondi – Metà amore, metà dolore
Dove c’è Marcella c’è passione e la donna che non retrocede dinanzi ad essa. La sua voce con le note scure di Biondi si fonde alla perfezione, però il brano ha inciso non così interessante come le strofe, che scorre via un po’ noiosamente, sapendo dove va a parare, senza aspettative.
Cinque ½
Roberto Mercurio – Nella morsa del serpente
Ci sono delle aperture vocali alla Roby Facchinetti prima che gli si ingarbugliassero le corde vocali all’ugola. Ma il brano è un po’ troppo cervellotico nelle sue evoluzioni melodiche e sicuramente risulta difficile farselo restare impresso.
Quattro
Nando Misuraca – Mehari verde
Messaggio cantautorale per ricordare Giancarlo Siani, il giornalista assassinato dalla camorra nella sua Mehari Verde, punito per le sue indagine tese a smascherarne gli affari. E la scrittura ha il pregio di non cadere nell’ovvio, di farsi comprendere senza usare per forza parole che magari potrebbero risultare più comprensibili, mantenendo anche una sua veste aulica.
Sette
Omar Pedrini – Un gioco semplice
Non è difficile scorgere il mondo Oasis in questo nuovo singolo di Pedrini ed infatti esso è firmato da Noel Gallagher, di cui Omar è diventato amico. L’odore dei fratelli litigarelli è forte ma addosso a Pedrini bisogna dire che sta bene. Questione di ph?
Sette
Willy Peyote – Metti che domani
Il pezzo è carinissimo se preso come cosa a sé e si sarebbe salvato a cantarlo fosse stato un altro; perché siamo proprio sul binario tracciato da Coez, che solo adesso sta iniziando ad avere un ritorno davvero importante, che appare quanto mai prematuro ascoltarne già il clone.
Cinque
Elisa Raho – Insopportabile
L’idea iniziale d’ascolto è quella di Arisa e poi… leggi i crediti e ci trovi Giuseppe Anastasi quale co-autore e quindi… Il range è lo stesso: voce bellissima che non ha pieghe ne nei potenti falsetti che nelle note piene, ma la dimensione fiabesca che ha funzionato qualche anno fa, adesso mostra un po’ la corda, fosse solo perché già sentita.
Cinque
Riki – Se parlassero di noi
Ballata senza troppe sorprese stilistiche, che ricorda nell’inciso altre cose e che mette Riki decisamente alla prova e dal vivo potrebbe fornire più momenti per esser sgambettati dalla propria voce. Piacerà a chi deve piacere, meno a tutti gli altri.
Cinque
Matteo Rovatti – L’estate tornerà
Una canzone che è una continua attesa: dal piano che suona sincopatico, il motivo del pezzo stesso che sembra che chissà dove debba portare ed alla fine sfocia in un rap davvero opinabile. In più c’è questa famosa estate da aspettare e che tornerà e che, aggiungo, poi spereremo presto finisca, come tutti gli anni.
Quattro
Simon Dietzsche – Non nevica
Band che già era in giro live negli 80 e con undisco nei 90, torna con questa canzone che sembra la sigla di un cartone animato giapponese… di quelli però sempre di quel periodo la! Ma è cambiato tutto, anche i cartoni animati.
Quattro
Emilio Stella – Maledetto tempo
Si vabè, passi l’omaggio al pupone sicuramente sentito, però… fuori dal contesto personale, quanta strada può fare un brano come questo? Il giro del quartiere… anzi essendo in romanaccio, della borgata!
Senza Voto
Osvaldo Supino – Fire
Musicalmente sempre al passo con le tendenze dance, riesce ancora una volta a scartare però quelle troppo inflazionate . Stavolta siamo poi su ambientazioni più da club, verso cui sembra propendere con decisione, lasciando da parte invece la possibilità di conquistare dancefloor più affollati. Ma va benissimo così
Sette +
Torchio – Da lungomare
C’è un concetto condivisibile di questo testo che è quello che ciò che oggi non ci piace proprio, poi domani, con la nostalgia dei ricordi, ci sembrerà migliore. Detto questo la resa canzone non è così impressionante, non di quelle che fanno volare le carriere, diciamo così, né per arrangiamento, né per voce, né per capacità di evocazione.
Sei =
Paola Turci – Off-live
“E lo sai, e lo sai non si diverte mai l’elefante del circo…” Una ballata per una vita da ricostruire, quando non ti riconosci più, quando non c’è più l’ingenuità e la spontaneità di quel ragazzino che hai barattato per un posto più facile. Turci davvero ispirata negli ultimi anni.
Otto
Federica Vincenti – Sorry
Di suo il brano non è affatto male. Siamo di fronte ad una ballata che una Celine Dion, tra le altre, ci tirerebbe fuori le unghie per averla eppure… è cantata con un inglese molto scolastico che ci si chiede perché non rendercela in italiano?
Cinque ½
Nina Zilli – Arriverà domani
Originale per il campionario della Zilli, racconta delle difficoltà delle nuove generazioni che preferiscono la connessione internet alle esperienze personali fuori di casa. Tuttavia non la valorizza, facendola finire in un calderone modaiolo che non le rende alcuna giustizia.
Cinque