Torna dopo una settimana di pausa #LALTRAFACCIADELTALENT la rubrica in cui Fabio Fiume va alla riscoperta di alcuni artisti meritevoli passati da un talent show senza trovare il grande successo discografico. Oggi si parla di Elisa Rossi.
Elisa approda alla seconda edizione di X Factor e subito, sin dai provini, incuriosisce i tre giudici Morgan, Mara Maionchi e Simona Ventura, che la scelgono per iniziare i live. Finirà nella squadra di Morgan e solo durante l’ultimo step rivela al suo giudice di essere in dolce attesa. Morgan non se ne spaventa affatto e la conferma trai suoi titolari.
Ma facciamo un passo indietro…
La carriera di Elisa parte già prima di quel 2009 in cui trovò l’approdo nel talent all’epoca ancora griffato Rai. La nostra si diploma infatti presso l’Accademia d’Arte Drammatica di Pietro Sharoff in Roma e nel 2007 vince ben due premi al Musicultura grazie al brano Calmapparente scritto assieme a Bungaro.
All’epoca Elisa utilizza il nome d’arte Viola Selise, che tornerà anche dopo l’esperienza televisiva, come titolo del suo primo album, prima di essere definitivamente abbandonato.
Una volta all’interno di X Factor sbatte subito contro delle difficoltà, tanto che la sua permanenza si rivela, un po’ a sorpresa, solo di due settimane prima di essere eliminata. Le difficoltà sono relative alla scelta dei brani che Morgan le affida, non riuscendo ad inquadrarne subito le peculiarità. Parte con Si Viaggiare di Lucio Battisti e poi viene incastonata in On My Own di Nikka Costa, brano molto melodico e vocalmente cristallino, ma senza i colori sperimentali che piacciono tanto alla nostra. Finisce al ballottaggio dove propone la bellissima perlina soul scritta da Burt Bacharach per Dionne Warwick, What The World Needs Now Is Love condendola della sua personalità sognante. Non basterà.
Ritorna però durante la semifinale, per duettare con il suo collega di squadra Matteo Becucci, poi vincitore, per una sempre splendida The Power Of Love che a cavallo tra il 1984 ed il 1985 diede ulteriore prestigio alla band inglese dei Frankie Goes To Hollywood diventando un loro cult. La versione in duetto è davvero magica, tanto che non solo contribuisce alla vittoria di Matteo, ma approda nelle classifiche Itunes raggiungendo la n° 1.
Finita l’esperienza entra a far parte del cast del musical Hair che vede trai suoi direttori Luca Tommassini, già al fianco nel talent di cui cura da sempre palco e messe in scena dei brani presentati e poi nel 2010 dà alle stampe l’album Viola Selise, utilizzando come titolo il vecchio nome d’arte quasi come un omaggio all’artista che fu; il disco contiene infatti tutte le canzoni scritte, registrate e prodotte durante gli anni di Viola. Il disco, tra l’altro, proprio oggi compie 7 anni dalla sua pubblicazione.
Viola Selise contiene il singolo lanciato nel corso dei mesi precedenti, Le Piccole Cose, in cui pure l’arrangiamento conferisce al tutto un’atmosfera quasi fiabesca.
Esce poi in anticipo anche Caramelle e Popcorn, con cui la Rossi prova la carta Sanremo giovani, senza fortuna. Il brano è un viaggio in apparenza stralunato eppure musicalmente colto e con riferimenti vocali rintracciabili in artiste ricercate come Meg, ma rielaborati con personalità e padronanza del proprio mezzo.
Sono necessari poi tre anni per un nuovo lavoro. Nel 2013 esce infatti Il Dubbio, disco in cui la nostra si lascia guidare dalla produzione di Fabio Cinti e con il quale contaminerà di elettronica le sue canzoni.
Il disco contiene i singoli Oltre il Vetro che rappresenta anche un ulteriore tentativo per Sanremo ma… troppa grazia! E poi Due Egoisti.
Successivamente vince un altro premio di prestigio per i cantautori, il Bianca D’Aponte con il brano Pensi Sia Possibile? secondo estratto dall’album. Per l’occasione ritrova la vecchia conoscenza Maionchi, che assieme al marito Alberto Salerno, noto paroliere di almeno 4 decadi di musica italiana, le conferiscono la targa MuoviLaMusica.
Anche se le classifiche non arridono all’artista che non gode nemmeno di promozioni appropriate e passaggi radio tv importanti, Elisa Rossi continua a produrre la sua musica, strappando sempre l’interesse della critica. Inoltre è molto impegnata nei live dove viene notata anche da artisti di fama quali Paolo Benvegnù e Rachele Bastreghi dei Baustelle che la vogliono come open act dei loro live.
Arriva poi a fine 2016 l’ultimo album il cui titolo è Eco.
Si tratta di un mini lavoro composto di sette tracce, da cui vengono estratti i singoli Da Qui, I Giganti e Niente E’ Per Sempre edito però nell’estate 2017.
Ed è proprio roba di questi giorni l’uscita del nuovissimo singolo, il quarto estratto, Metallo, che ho già avuto modo di recensire per la mia rubrica del Venerdì Da Oggi In Radio e che vi ho raccontato con queste parole: “La voce sempre interessante della bava Elisa, che continua ormai da un decennio circa a muoversi nel sottobosco delle artiste interessanti a cui manca sempre l’ultimo scalino per esplodere, è qui al servizio di una ballata potente che, come la sua carriera, si muove sempre su binari paralleli al senso comune delle cose. Sarà comune ma non è il suo. Sette”
Il parere del critico: perché avrebbe dovuto avere successo?
Perché essere interessanti non è cosa che riesce a tutti. Certo puoi essere una brava interprete, avere doti vocali fuori dal comune, scrivere finanche in maniera originale ma combinare queste tre virtù assieme è davvero cosa non comune. Elisa Rossi non ha ad oggi pubblicato qualcosa che suoni scontato, che sappia di già sentito, che non sia accompagnato da un video che meriti di esser guardato, perché la musica passa anche con le immagini. Ed è proprio questo che non mi spiego! Come mai, non dico le radio che magari hanno bisogno di un’immediatezza maggiore, ma le tv tematiche non passino i suoi video? Eppure ci sono artisti che hanno ottenuto attenzione soprattutto per la capacità di vestire le loro canzoni con video che le confermavano strane ma in maniera appetibile. Ecco, Elisa Rossi la reputo appetibile anche in questo senso. Forse ha bisogno della canzone che la sdogani, il compromesso un po’ più commerciale per approdare in contesti con platee più ampie, ma poi mi fermo e dico: “e se fosse lei a non volerlo, se le bastasse essere credibile come artista?” Ed allora va bene così, perché Elisa Rossi è credibile.