Sonohra è il nome del duo musicale costituito dai fratelli veronesi Luca e Diego Fainello che nel 2008 ha vinto il Festival di Sanremo nella sezione giovani con il brano L’amore.
Da quel Sanremo 2008 il percorso musicale dei Sonohra non si è fermato ed oggi i due fratelli hanno all’attivo ben quattro album di inediti: Liberi da sempre (2008), Metà (2010), La storia parte da qui (2012) e il recente Il viaggio (2014).
All Music Italia li ha contattati per una chiacchierata sul loro percorso artistico e sul nuovo album…
Partiamo da principio: Avete un nonno violinista e una madre cantante, in casa Fainello si è sempre respirata musica, ma quando nasce precisamente il progetto Sonohra? Quando avete capito che la passione di uno si sarebbe potuta ben amalgamare con la passione dell’altro dando vita ad un duo musicale?
Abituati fin da piccoli alla musica, crescendo per noi è stato naturale unire le nostre due passioni: la chitarra e il canto. All’inizio suonavamo tra le mura di casa e poi abbiamo cominciato a pensare che sarebbe stato bello intraprendere un percorso musicale assieme e dopo anni di gavetta nei locali, suonando più di 200 sere l’anno abbiamo avuto la grande possibilità di Sanremo e da lì è partito il nuovo viaggio dei Sonohra.
Lavorare a stretto contatto con un fratello, specie in un’attività creativa come la vostra, può avere aspetti positivi ma può essere anche complicato, penso ad esempio alle sorelle cantanti Paola e Chiara che recentemente si sono sciolte per attriti all’interno del gruppo. Voi come gestite il rapporto umano che vi lega? Trovare un equilibrio tra rapporto personale e rapporto lavorativo è sempre facile o anche nel vostro caso in determinati situazioni nascono screzi e discussioni?
Crescere è una sfida, perché spesso significa scardinare le certezze per prendere nuove strade, che non sai mai in che direzione ti porteranno. E questo è appunto il tema de Il Viaggio, un viaggio dentro se stessi e un viaggio al di fuori, nel mondo. La libertà è difficile da conquistare, ma il suo sapore ti ripaga della fatica del viaggio.
Lo stesso rapporto è quello che noi abbiamo come fratelli all’interno del gruppo, lo scopo è la musica e il rispetto. Questo ci permette di condividere e portare a termine il nostro lavoro. Naturalmente ci scontriamo spesso ma tra fratelli si è anche più liberi di dirsi cose senza filtri e nel giro di 5 minuti essersi dimenticati il motivo della discussione.
Nel 2008 partecipate al Festival di Sanremo nella categoria giovani con il brano “L’amore” uscendone vincitori. Che ricordo avete di quell’importante esperienza che vi ha aperto le porte del successo? Con quale spirito ed aspettative l’avete affrontata?
Per noi è stata una grande esperienza, vista la nostra giovane età, sia musicale che umana , ci ha dato molta popolarità. Oggi siamo cresciuti e pian piano stiamo cercando di mettere dei “mattoni” importanti e siamo molto fieri del nostro progetto musicale Il Viaggio. Sanremo resta un festival importantissimo, e ci piacerebbe partecipare ancora.
Il vostro primo album, “Liberi da sempre”, dopo il successo italiano viene pubblicato anche in lingua spagnola per il mercato sudamericano con il titolo “Libres”, anticipato dal singolo “Besos Faciles”. I Sonohra sbarcano in Sud America ed ottengono un grande successo. Cosa vi hanno insegnato le esperienze internazionali che avete avuto? Com’è lavorare all’estero e che differenze avete trovato tra il pubblico italiano e quello sudamericano?
Per noi lavorare all’estero è stata un’esperienza formativa, soprattutto in Sudamerica , dove abbiamo aperto i concerti di Enrique Iglesias, lavorare con i grandi della musica ci ha arricchito.
La differenza è proprio nel modo di vivere la musica i latinoamericani hanno la musica dentro e questo te lo fanno percepire in ogni momento. In Sudamerica abbiamo ancora tantissimo seguito e proprio in questo periodo stiamo lavorando alle versione spagnola del disco Il viaggio e crediamo di poterlo pubblicare entro l’anno. La musica è un messaggio universale che unisce i popoli e le persone.
Risale al 2010 la vostra seconda partecipazione a Sanremo con il brano “Baby” nella categoria Big, questa volta però venite eliminati dalla kermesse alla seconda serata. Cosa non ha funzionato in quel Sanremo? Com’è stato tornare su quel palco nella categoria Big e rimettersi in gioco dopo la vittoria nei Giovani del 2008?
Tornare al Festival di Sanremo è stato comunque molto emozionante anche se quell’anno qualcosa non funzionava e non siamo stati soddisfatti in generale del clima che si respirava nel nostro progetto e il pubblico lo ha percepito sicuramente. Questo mezzo passo falso però è stato molto importante per ripartire con nuova convinzione e nuovi stimoli e anche quell’occasione fa parte della nostra carriera in cui ogni cosa è servita per portarci dove siamo… Siamo sicuri che avremo la possibilità di tornare più sereni al Festival e poterci esprimere al meglio.
Negli anni avete collaborato con moltissimi artisti. Nel vostro terzo album, “La storia parte da qui” del 2012 è contenuto un featuring con il grande musicista folk spagnolo Hevia, con il quale avete anche suonato lo stesso anno sotto gli occhi di Papa Benedetto XVI in mondovisione. Come è nata questa collaborazione? Cosa c’entra il folk con i Sonohra?
L’incontro con Hevia è nato quasi casualmente perché cercavamo un suono di cornamusa e abbiamo pensato al più grande, con nostra sorpresa ha accettato e si è affezionato a noi e al nostro progetto e con lui è nata una grande sintonia artistica e umana. Poi il folk internazionale ci sta contaminando sempre più e addirittura nell’ultimo disco duettiamo con i Modena City Ramblers, la folk band italiana per antonomasia, proprio ne “Il viaggio” la title track di cui il testo è stato scritto da Enrico Ruggeri… a proposito di contaminazioni…
Nel 2013 avete scritto e interpretato “Vola con noi” inno dell’AC Chievo Verona. Come è stato accolto questo brano dai tifosi del Chievo? E voi siete tifosi?
Siamo molto legati alla nostra città, viaggiamo molto ma poi ci ritorniamo sempre. Verona è la nostra realtà, la nostra isola felice. E tifiamo Chievo da sempre, quindi quando ci hanno chiesto di scrivere l’inno abbiamo provato un orgoglio infinito anche perchè ci piace il mondo e lo stile del Chievo che è una piccola isola nel mondo del calcio dei grandi potentati.
Torniamo alle collaborazioni e iniziamo a parlare del vostro ultimo album: il singolo che ha anticipato l’uscita del disco è il brano che da il titolo al progetto, “Il viaggio”, scritto da Enrico Ruggeri ed eseguito insieme alla storica band italiana dei Modena City Ramblers. Parlateci di questo pezzo, perché lo avete scelto come brano apripista e cosa rappresenta per voi “Il viaggio”?
Il Viaggio è la metafora di una dimensione “onirica”, è un cambiamento di luogo, un viaggio mentale, un sogno e lo abbiamo scelto perché rappresentava per noi un passaggio, una trasformazione.
Dal 30 Giugno è in rotazione radiofonica “Cos’è la felicità”, secondo singolo estratto dall’ultimo album, interamente scritto, testo e musica, da voi. La domanda è d’obbligo: cos’è per i Sonohra la felicità?
Cos’è la felicità è un brano che analizza perfettamente il particolare momento storico che stiamo vivendo dai disagi politici, alla crisi economica e culturale, dalle contraddizioni alle illusioni che caratterizzano la nostra società. La Felicità per noi è assaporare i vari momenti della vita, simili ai momenti della musica, che sono per noi fonte di Felicità.
In questo periodo siete in giro per l’Italia con “Il Viaggio Tour 2014”, cosa dobbiamo aspettarci dai vostri live? Che tipo di spettacolo avete preparato per i vostri fan?
Il live per noi è fondamentale. I nostri fan si aspettano sempre qualcosa in più. Noi regaliamo la nostra musica. Suoniamo anche brani in inglese e facciamo sempre Sultan of Swing dei Dire Straits perché per noi Knofler è stato un grande Maestro “musicale” e così i Dire.
Siamo arrivati alla fine dell’intervista. Noi di All Music Italia in genere concludiamo le nostre chiacchierate con gli artisti proponendo un giochino assolutamente ironico e scherzoso che si chiama “A chi rompi il cd…”. I Sonohra a chi rompono il cd tra:
Marco Carta e Valerio Scanu?
Non abbiamo sentito l’ultimo loro lavoro quindi prima li ascoltiamo e poi…
Hevia e Vinicio Capossela?
Hevia è un amico poi ce ne fa avere un altro.
Eugenio Finardi e Enrico Ruggeri?
Enrico Ruggeri stessa cosa di Hevia.
Jovanotti e Ligabue?
Ligabue…per contaminazione e ricerca preferiamo Jovanotti.
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